La Serenissima (come la Superba) era un'oligarchia commerciale funzionalissima. Sotto l'aspetto multi-linguistico e pluri-religioso era "avanti" (o anche "indietro", dato che l'"esclusione" in Europa occidentale è un fenomeno che va a partire con Carlo Magno e prima era normalissimo che un cittadino osservasse fedi differenti) rispetto agli altri stati italiani.
Chiariamoci: io non sono un anti-veneziano, o un anti-braccobaldo. Cerco solo di capirci qualcosa oltre quello che dice la storiografia senza cadere nelle trappole delle insegne luminose, e dei buoni e dei cattivi tout-court.
Considero, da parte mia, che la Rivoluzione Francese è stata una cosa giustissima. E cerco di capire chi l'ha fatta è perchè, e chi ci si è messo contro, e perchè. E che "noi" non possiamo capire "loro" a meno che non ci immedesimiamo anche nel "loro" stile di vita.
Nel 1795, secondo me, già la mentalità borghese aveva messo un freno alla giutizia rivoluzionaria condannando a morte Robespierre (perchè voleva fare le cose giuste, almeno secondo il mio parere).
Nello stesso periodo, e da circa un secolo, purtroppo Venezia non era più quella di un tempo e viveva la sua decandenza, tra agenti segreti che controllavano ogni spostamento di ogni cittadino. Uno stato di polizia bacchettone veramente lontano dalla Gloria passata (e chi conosce un po' Venezia non turistica, della chiacchiera e dei baccari, può capire questo...sennò no, mi dispiace: la cultura veneziana è di gnocca e convivio, non di controllo pretesco e polizesco). Più insomma, si istituivano magistrature a Venezia e più i Veneziani diventavano filo-francesi.
C'è ad esempio un bel libro di Giovanni Comiso (edito dalla Neri Pozza) sui rapporti degli agenti segreti veneziani, proprio sul periodo della decadenza. Interessante perchè, ad ogni rapporto, c'è sotto anche la firma dell'informatore. E, veramente, la Serenissima all'epoca non era più tanto serena.
Bellissima la delazione (poveraccio chi ci è acchiappato) fatta da Giuseppe Gioacchini riguardo il veneziano Pietro Venier, il bolognese Testorini ed altre persone che, brindando alla vittoria giacobina ed augurandosela anche in Italia, avrebbero pronunciato al caffè dell'Orfeo, l'11 maggio 1793: "Così avranno finito di comandare questi ruffiani dei preti".
E' questa, perdonatemi se potete, è la mentalità di un giacobino. E bisogna sempre considerare per "chi" uno combatte le proprie battaglie. Un giacobino sincero per il bene del popolo e per la patria. Gli altri ditemelo voi.
Cmq, gli streaci sono gli austriaci.
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