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La Linea Gotica
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Escrito por Mario Ragionieri   

Continuiamo cari amici lettori la nostra storia della campagna d'Italia e, dopo aver trattato della battaglia per Firenze, ci troviamo ad affrontare il delicato argomento della resistenza che i tedeschi opposero agli Alleati sull'ultimo baluardo a difesa dell' Italia del nord e delle forze tedesche in Italia: la Linea Gotica. Il cedimento di questa linea avrebbe comportato il crollo di ogni possibilità di resistenza del fronte sud e aperto una pericolosa via verso la Germania. Già subito dopo l'8 settembre 1943 i tedeschi avevano previsto un ripiegamento graduale sulla linea denominata Gotica e , in quel momento ancora tutta da costruire, in quanto ritenevano impossibile resistere all'urto degli Alleati a sud di questa linea. Fu solo la forza di convinzione che ebbe su Hitler il Maresciallo Kesselring, comandante in capo del Fronte Sud italiano, Il quale garantendo personalmente, contro lo scetticismo dell'alto comando tedesco, la buona riuscita del suo piano di difesa del Sud Italia , riuscì a far valere le sue tesi ed ad impedire l'abbandono del territorio a sud della linea Gotica. Cosi facendo, e combattendo su una serie di linee di resistenza di cui abbiamo già discusso, riuscì a ritardare di una anno il raggiungimento della linea Gotica da parte degli Alleati costringendoli a durissime battaglie con perdite in termini di vite umane e mezzi molto elevate.



Nell'autunno del 1944 così sulle difficili posizioni appenniniche che andavano dall'Adriatico al Tirreno o meglio da Pesaro a Marina di Carrara, fu combattuta dagli Alleati contro i tedeschi e italiani della RSI ( che difficilmente vengono menzionati) la battaglia per superare la linea Gotica; una battaglia che durò più o meno 135 giorni , voluta strenuamente da Churchill " per irrompere nella pianura padana, avanzare verso Trieste e giungere fino a Vienna attraverso il varco di Lubiana".
L'obiettivo che Churchill cercava di raggiungere era molto importante dal punto di vista politico-militare perché l'offensiva avrebbe dovuto portare le truppe alleate nei Balcani in modo da impedire l'avanzata russa da oriente verso quei territori. Anche per Hitler la tenuta della linea era di vitale importanza per evitare l'invasione dei territori meridionali della Germania con la conseguente perdita di risorse agricole e industriali necessarie alla guerra e poi , non ultima, l'interruzione dei collegamenti con le truppe che ancora combattevano nei Balcani.
Furono tutti questi i motivi per cui la Linea Gotica assunse un ruolo decisivo tra le battaglie importanti nella seconda guerra mondiale "la più grande battaglia mai combattuta in Italia, dura e amara come El Alamein e Cassino, una pagina gloriosa della storia militare della Germania".
E' bene dirlo subito l'offensiva scatenata dagli Alleati con tanta determinazione si risolse in una loro sconfitta ma non per merito dei difensori, che subirono lo sfondamento della linea in vari punti e cioè sull'Appennino centrale e sull'Adriatico quanto per gli Alleati che, pur con una quasi vittoria in mano, si arrestarono davanti a Bologna. Per Kesselring che non sapeva darne una spiegazione, anzi aveva già pensato ad una ritirata strategica, si trattò di un vero e proprio miracolo. Mentre per Churchill questa fermata era da attribuirsi alla presenza di forti divergenze strategico-politiche fra lui e il presidente americano Roosevelt sulla importanza del fronte in Italia .
Ma facciamo una breve storia di come era nata l'idea di una linea difensiva proprio in quella zona.


Bunker del sistema difensivo a nord di Rimini



In effetti la prima persona che accennò alla possibilità di preparare una linea difensiva fra Pesaro e la Spezia fu il gen. Roatta ( Capo di S.M. dell'Esercito italiano ) proprio nei giorni immediatamente successivi allo sbarco in Sicilia ( quindi dopo il 10 luglio 1943). Nell'autunno di quello stesso anno Rommel e Kesselring che in quel periodo comandavano le unità tedesche dislocate a l nord e al sud dell'Italia, si interessarono a questa linea ipotetica su cui Rommel in particolare voleva impostare la difesa dell'Italia mentre Kesselring aveva intenzione di combattere in Italia meridionale e centrale, lasciando la linea degli Appennini come ultimano baluardo della Germania in Italia. Come abbiamo detto precedentemente Hitler si schierò con le tesi di Kesselring dopo aver constatato il successo difensivo ottenuto dalle forze tedesche a Salerno affidandogli il comando unico del fronte sud-ovest e del Gruppo Armate C in Italia. Considerata prioritaria la difesa del sud dunque i lavori per la preparazione della "Linea Appenninica" subirono un certo rallentamento fino a quando lo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno ( il 22 gennaio 1944) non costrinse Kesselring ad impartire all'Armeegruppe von Zangen di affrettare drasticamente i lavori difensivi ( i risultati non furono poi così buoni) . Il 24 aprile Hitler dette un nuovo nome alla Linea che da quel momento si chiamò Gotica .


Un fossato anticarro



In maggio ci fu la sconfitta tedesca a Cassino con la conseguente perdita di Roma; il 2 giugno il maresciallo Kaitel inviava da Berlino il cosiddetto " Ordine Gotico" che fissava le caratteristiche tecniche delle difese. Nella parte ritenuta più vulnerabile cioè quella adriatica, dovevano essere posizionate su basi di cemento e acciaio, le torrette di carri armati Panther 30 delle quali sarebbero arrivate in Italia il 1° di luglio. Circa 100 ricoveri in acciaio della organizzazione Todt erano già in fase di consegna. Sui passi appenninici si dovevano scavare nella roccia gallerie con feritoie e l'intera linea doveva essere protetta da grandi campi minati ; dovevano inoltre essere creati ostacoli in una fascia profonda circa dieci chilometri dove sarebbero state smantellate linee di comunicazione, installazioni, case, dopo aver preventivamente fatto evacuare tutta la popolazione civile per una profondità stabilita in circa venti chilometri.
Era necessario reclutare per eseguire i lavori " lavoratori civili" e il plenipotenziario tedesco per i rapporti militari con la R.S.I . il generale Toussaint avrebbe ricevuto 2000 soldati; i civili italiani sarebbero stati inquadrati in battaglioni speciali comandati da ufficiali tedeschi e sotto la direzione tecnica degli ingegneri della Todt. ( secondo alcuni autori furono reclutati con i metodi più diversi circa 15.000 italiani che lavoreranno insieme alla brigata slovena di 2000 uomini).



Secondo altri autori in realtà l''organizzazione TODT cominciò la fortificazione dell'Appennino - chiamata con il nome di Linea Gotica - nell'ottobre 1943. Per oltre un anno vi lavorarono 50 mila italiani, 18 mila genieri tedeschi e 2 mila tecnici slovacchi. Spesso erano i rastrellamenti nelle città toscane a procurare la manodopera italiana. La Linea Gotica, lunga 270 km che attraversano l'Italia da Massa a Rimini, era studiata per trarre il massimo vantaggio dalla conformazione delle montagne e dal limitato numero di strade che l'attraversavano. Il passo della Futa era il luogo più fortificato di tutta la linea. Da posizioni favorevoli erano stati ricavati punti di osservazione e vasti campi di tiro per cannoni e arme automatiche, protetti da numerosi e complicati campi minati, gli stessi che per molti anni nel dopo guerra provocheranno centinaia di vittime nella popolazione civile. Inoltre erano state interrate molte torrette di carri armati Panther, i cui lunghi cannoni dominavano le vallate.Le case sulle pendici dei monti e delle borgate, da cui erano stati cacciati gli abitanti, erano presidiate da reparti con lanciafiamme e mitragliatrici. Le postazioni, fornite di cospicue scorte di bombe a mano, davano una notevole superiorità alle truppe tedesche che tenevano posizioni elevate rispetto agli alleati che salivano dal basso.


Artiglieria USA attraversa il passo della Futa



Il generale Warlimont, fu inviato in Italia per ispezionare i lavori e constatò che la preparazione della Linea Gotica era ancora indietro anche se nel settore adriatico i lavori erano più avanti di tutto il resto della Linea. Il 15 giugno con l'approssimarsi delle truppe alleate a Firenze la Linea Gotica fu ribattezzata Linea Verde , ma questo nuovo nome fu ignorato dagli Alleati che continuarono a chiamarla Linea Gotica. Nel settore orientale del fronte il generale von Vietinghoff, comandante della 10° armata, era preoccupato per un possibile tentativo alleato di sbarco nell'Alto adriatico e contro questa prospettiva stava preparando un sistema antisbarco denominato in codice " Galla Placida ", che disponeva di imponenti fortificazioni e su tre linee difensive che si agganciavano alle difese della Linea Verde. Il 23 giugno Kesselring dava incarico al generale Bessell, già costruttore della linea Bernhardt davanti a Cassino, di ispezionare i lavori già eseguiti sulla linea Gotica dal generale von Zangen ; la relazione che Bessell fece fu devastante: essa si basava su un giudizio di una missione di ufficiali alpini del reggimento Mittenwald che avevano trovato la Linea "priva di profondità, mancante di protezione per le armi pesanti, poco più che una linea per mitragliatrici leggere. Inoltre non erano stati sgomberati i campi di tiro, gli ostacoli anticarro erano rudimentali e talvolta la linea principale di difesa correva su pendii esposti al nemico".



Per porre rimedio alla mancanza di profondità riscontrata nella linea principale, Kesselring impartì gli ordini necessari per la costruzione di una seconda linea Verde a circa 15-20 chilometri dalla prima; mentre il 5 luglio il Q.G. di Hitler inviò a Kesselring una direttiva a firma del generale Jodl capo del reparto operazioni dell'OKW. In tale direttiva Hitler consentiva un lento arretramento in Toscana su linee successive, ma nello stesso tempo imponeva un impegno massiccio per consolidare la Linea verde con una serie di avamposti che ovviamente comportavano demolizioni e posa di campi minati. Kesselring allora assunse per proprio conto la ultimazione dei lavori e ne affidò la responsabilità ai due comandanti di armata , la 10° e la 14° e consegnò i piani al suo ingegnere capo , generale Hildemann. Il comandante della 14° Armata Lemelsen prese l'incarico ricevuto con molta calma mentre von Vietinghoff cercava di accelerare i tempi. Il 10 luglio affidò a Bessell la direzione dei lavori che egli ispezionò subito dopo aver ricevuto l'incarico; la relazione che fece era un violento attacco a von Zangen ; il suo giudizio spietato: "Non pareva neanche che quelle difese fossero fatte da soldati" . Per quanto riguardava l'andamento lento dei lavori , von Vietinghoff taceva però sulla scarsa volontà dei lavoratori italiani impegnati nella costruzione della linea e i sabotaggi operati dai partigiani ( anche qui non è mai stato chiaro quanto l'azione dei partigiani abbia inciso sui lavori ma da mie ricerche ritengo minimali e frutto di sole scuse che i generali tedeschi cercavano di scaricare su qualcuno per mascherare il loro fallimento nell'allestimento della Linea). Anche il generale Frido von Senger und Etterlim accenna a qualcosa di questo genere nel suo libro "Combattere senza speranza e senza paura" ma anche qui l'accenno è solo rivolto ad azioni di disturbo, nelle retrovie del fronte, a cui i tedeschi erano sottoposti senza peraltro indicare l'entità di queste azioni di disturbo.



Il 26 luglio von Vietinghoff riferì a Kesselring di essere piuttosto contento delle postazioni difensive predisposte sull'adriatico dalle due divisioni, la 71° e la 278°, ma il suo Capo di S.M. Wentzell constatò la scarsa profondità del centro e la inadeguatezza delle difese nel settore occidentale. Bessell comunicò che erano già state installate 4 torrette di Panther e che si stava lavorando per le difese anticarro. L'8 agosto il 51° Corpo da montagna dichiarava di aver completato 972 ricoveri e di averne in costruzione altre 838 e 181 in progettazione, di aver deposto 65.457 mine Teller anticarro e di essere in procinto di collocarne altre 102.000. il 12 agosto von Vietinghoff ordinò a Bessell che dal 1° settembre avrebbe trasferito i 2/3 dei suoi uomini e mezzi per le difese della Linea Verde n°2 . Alla fine di agosto la Linea Verde principale era ancora in fase di completamento soprattutto nei settori montani; Kesselring che la ispezionò nel settore adriatico, si disse soddisfatto. Il generale Frido von Senger Und Etterlim comandante del XIV Corpo Corazzato sul Tirreno, fu invece molto critico: " La Linea Gotica non mi piaceva. Le posizioni erano situate su pendii rivolti al nemico che perciò poteva tenerle sotto osservazione con tutto il comodo. In molti punti la Linea attraversava zone boscose. Per creare gli indispensabili campi di tiro era stato necessario abbattere grandi tratti alberati proprio davanti alle postazioni, il che le metteva ancora più in risalto. L'esperienza mi insegnava che postazioni come queste situate in terreno boscoso, si prestano alle infiltrazioni del nemico e possono essere perdute con grande facilità".



La difesa della Linea Gotica si basava sui criteri della dottrina difensiva tedesca che era improntata su un sistema di fasce fortificate successive, profonde qualche chilometro in base alla conformazione del terreno e delle zone edificate. Per quanto riguarda la Linea Gotica, la posizione difensiva principale cioè la Linea Verde era preceduta da una zona di sicurezza tra il Metauro ed il Foglia ed era seguita da una posizione di raccolta (Linea Verde n°2) nella quale si sarebbe dovuto opporre resistenza in caso di cedimento della linea principale. La Linea Gotica correva sulla sponda sinistra del fiume Foglia da Pesaro fino a Piandimeleto, saliva sulle pendici del Carpegna, a nord di Badia Tedalta, proseguiva fino a Pratieghi, al passo dei Mandrioli, costeggiava l'Alpe di San Benedetto e di Vitigliano, proteggendo i passi del Muraglione e della Colla di Casaglia, fino ai passi del Giogo di Scarperia e della Futa. Da qui piegava a sud del passo del Vernio fino a Collina di Porretta, sopra a Pistoia, a Piastre ed a Borgo a Mozzano dove attraversava il medio Serchio per risalire sulle Alpi Apuane fino a giungere sul Tirreno a Marina di Carrara. La Linea Verde n° 2 era ben definita nel settore della 10° Armata. Iniziava a Riccione fino a Montefiore Conca , toccava i confini meridionali della Repubblica di San Marino , passava per Sarsina, Galeata, Marradi, giungeva a nord di Firenzuola. Nel settore della 14 Armata il suo andamento era invece più incerto: passava a nord di Castiglione dei Pepoli fino a Riolo di Vergato, Porretta Terme, il Corno alle Scale, Barga e le Alpi Apuane.



I sistemi difensivi sfruttavano le caratteristiche del terreno montuoso; i punti più fortificati erano quelli ritenuti strategicamente più importanti, le due zone terminali ed il centro appenninico dove il Passo della Futa, sulla statale Firenze Bologna, venne difeso da fossi anticarro, casematte in cemento armato, torrette di carri armati. Sulla costa tirrenica fu realizzata una fascia di ostacoli anticarro per una profondità di circa 10 chilometri; su quella adriatica la linea fu ancorata ai ripidi promontori costieri fra Pesaro e Cattolica per risalire poi il fiume Foglia la cui sponda sinistra fu fortificata per circa 20 chilometri con fossati anticarro, bunker in cemento, torrette di carri armati, reticolati, campi minati e lanciafiamme interrati. Nella realizzazione delle opere di difesa i tedeschi usarono una tecnica molto avanzata e sperimentata , dai centri di fuoco in cemento armato, rinforzati da strati di tronchi, di terra o di roccia, con feritoie larghe un metro ed alte una decina di centimetri e protetti da reticolati e campi minati, alle piazzole per mortai, armi automatiche e fucili, collegate con camminamenti e ricoveri interrati e rinforzati con tronchi messi a strati, terra o roccia, e alle comuni trincee per due o più persone, protette da parapetti in pietra o in sacchetti di sabbia. Tutte queste sistemazioni difensive erano naturalmente ben mimetizzate per nasconderle all'artiglieria nemica e alla aviazione nemica padrona ormai dei cieli italiani.



Sulle coste romagnole e della Versilia come pure ai passi di Viamaggio e della Futa oltre alle opere difensive permanenti costruite dalla Todt, furono costruite delle fortificazioni semipermanenti lungo i fiumi Marano, Arzilla, Foglia e Ausa, lungo l'Arno, a est di Pisa, sopra Firenze, Prato, Pistoia, lungo il Sarchio, a sud di Borgo a Mozzano, a nord di Piastre e a sud di La Spezia, come pure a difesa dei passi del muraglione, della Colla di Casaglia, , del Vernio, di Porretta, e , più a nord ancora, di Foce delle Radici, di Cerreto e della Cisa. Per quanto riguarda le fortificazioni nel settore della 10° Armata risulta molto precisa una relazione tedesca del 28 agosto 1944, che da conto del completamento di 2375 nidi di mitragliatrice, 479 postazioni per cannoni anticarro, , d'assalto e di mortai, di 3604 trincee, ridotti e ricoveri di vario genere tra i quali 27 caverne per posti comando, 16.006 postazioni per tiratori isolati rinforzate da tronchi e rami, 72.517 mine " T " anticarro e 23.172 mine " S" antiuomo., 117.370 metri di reticolato, 8.944 metri di fossati anticarro. Erano state installate 4 torrette di Panther, altre 18 erano in costruzione e altre 7 in fase di progettazione. Erano pronte anche 18 di carri piccoli. Mancavano totalmente i 22 ricoveri in acciaio previsti.
Per quanto riguarda le sistemazioni difensive nel settore della 14° Armata le informazioni sono vaghe; sappiamo soltanto che erano state sistemate varie torrette di Panther. La linea Gotica non piaceva molto al Comando Supremo che rilevò alcuni errori di fondo fra cui la costruzione da sud che favoriva l'avvicinarsi del nemico e il suo attacco, la quasi totale inesistenza di collegamenti trasversali, che ostacolavano le manovre e i rifornimenti, la mancanza di un piano preciso per cui i vari comandi trascurarono i settori più delicati, in mancanza di profondità e la insufficiente disponibilità di truppe alpine.
La vera organizzazione difensiva tedesca era basata sulla mobilità poiché era impossibile presidiare l'intera linea con una densità sufficiente di forze ( forze che non c'erano anche se sarebbe stato possibile utilizzare meglio e con meno timori le truppe della R.S.I che stavano rientrando in Italia dopo l'addestramento in Germania e quelle che esistevano anche sottoforma di battaglioni autonomi), i tedeschi preferirono adottare l'elasticità di condotta, la flessibilità e la fluidità del dispositivo. Divenne pertanto importante la reattività a tutti i livelli e si valorizzò lo sfruttamento degli ostacoli naturali come posizioni a cui fare riferimento, per attestarsi e resistere ad oltranza. L'adozione di difese mobili che tendevano più alla paralisi dell'attacco che all'annientamento delle forze nemiche, permise alle truppe tedesche di ottenere successi decisivi sia in pianura che in collina.


Il Generale Clark



Le truppe tedesche ricorsero all'osservazione, al rallentamento con la predisposizione di avamposti, all'arresto dell'attacco alleato mediante un sistema di capisaldi e di postazioni di sbarramento presidiati da plotoni o da compagnie, scaglionati in profondità prevedeva l'esecuzione di immediati contrattacchi con riserve locali tenute nei pressi della linea avanzata. Se questi contrattacchi non avevano successo, il Comando Supremo rinunciava alla riconquista della precedente linea di difesa per risparmiare le forze e costituire una linea di difesa più indietro.La profondità del dispositivo di una divisione schierata a difesa era garantita a livello divisionale dai battaglioni esploranti o controcarri e, a livello reggimentale da una compagnia d'assalto. In più, sempre in base alle caratteristiche del terreno e alla intelligenza dei comandanti, le unità di riserva venivano schierate su posizioni di sbarramento precedentemente pianificate o in capisaldi specie nel settore montano. Nel 1° caso se avveniva una penetrazione nemica le truppe potevano ancorarsi alle postazioni preparate senza coinvolgere i settori di fronte vicini ed avevano inoltre la possibilità di allacciarsi alla precedente linea di resistenza. Nel 2° caso i capisaldi erano posizionati in profondità fino a raggiungere anche tre ordini successivi. Le posizioni più avanzate erano tenute da gruppi di avamposti , protetti da linee di fuoco difensive piuttosto intricate. Alle spalle le forze si tenevano pronte per eseguire un contrattacco al momento opportuno.
La difesa della Linea Gotica fu affidata alle divisioni che durante l'estate del 1944 si erano più familiarizzate con i settori di loro competenza. Tutta la linea era stata suddivisa in 65 sottosettori la cui ampiezza era in proporzione alla tipologia del terreno e alle forze che avrebbero dovuto presidiarlo. Nel settore Teodorico della 10° Armata il generale Vietinghoff aveva alle sue dipendenze due Corpi d'Armata; il LXXVI Corazzato di Traugott Herr e il LI da montagna di Feurstein. Nel settore Alarico della 14° Armata il generale Lemelsen aveva ai suoi ordini il I Corpo paracadutisti di Schlemm ed il XIV Corpo Corazzato di Frido von Senger und Etterlim.



La Linea Gotica fu attaccata il 25 agosto 1944 nel settore adriatico dalla 8° Armata britannica del generale Leese e qualche giorno più tardi nel settore centrale appenninico dalla 5° Armata di Clark.. Studiare come si svolse questo attacco riveste grande importanza se è da prendere per buono quanto affermò Pretzell dell'Alto Comando tedesco, che " la battaglia di Rimini prenderà il posto nella storia come esempio di una battaglia di logoramento in grande stile". Per quanto riguarda l'importanza nella storia possiamo citare quanto detto da Churchill promotore poi deluso dell'offensiva : ".. " L'offensiva di Alexander fallì.. l'Italia non sarà completamente libera per altri 8 mesi. L'affondo su Vienna ci fu impedito e, tranne che in Grecia, perdemmo la possibilità militare di influenzare la liberazione dell'Europa sud-orientale".


La Linea Gotica nell'Agosto del '44



Nei prossimi articoli parleremo più nel particolare di alcune battaglie avvenute sulla riga Gotica.


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Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005
-- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007