per gli appasionati di storia veneta vi allego un piccolo pezzo tratto dal diario del maffei, nobile veneto di verona. a tali nobile aspetava il mettere in armi, in caso di necessità e a loro spese, dirca 2000 militi. cosa che il maffei con gran sendo del dovere.
Lo scontro di Desenzano, 14 aprile 1797
Avevo comandato al Capitano Spineda[1], bravo ufficiale, pieno d’intelligenza militare, e ad altri due ufficiali subalterni del Reggimento Treviso, affinché si portassero con centocinquanta soldati, ad osservare i movimenti dei francesi acquartierati nella borgo di Desenzano. Il Spineda fece visitare la strada maestra e le altre minori, riferendomi che era tutto tranquillo e che il nemico non avanzava. Ma avvicinatosi al villaggio, ne sortì da questo della cavalleria francese, la quale cercò di circondarli. Sebbene la nostra infanteria si battesse bene e respinse con il suo fuoco, ben due volte gli attacchi, alla fine fu circondata ostinandosi però a non volersi arrendere. Spineda sebbene ferito, continuò a far fuoco contro di essi finché fu preso maltrattato crudelmente e sfigurato. Il tenente Brocchi che si prodigava a dirigere la difesa fu ucciso, il tenente Martinetti, dopo esseri a lungo battuto, circondato individualmente, soverchiato dal numero, fu preso prigioniero. Trenta fanti del Reggimento Treviso si sacrificarono con la loro vita per la nostra libertà, il rimanente fu ferito e preso prigioniero. La perdita degli ufficiali fu per me considerevole e impossibile da riparare e da rimpiazzare.
Maggiore Antonio Maffei, Diario.
[1] Si tratta del trevigiano Ludovico Spineda, figlio del Conte Giorgio, Capitano Tenente dell’ 8a compagnia del XVI Reggimento Treviso d’Infanteria Veneta.