Il Diorama infinito

Il Diorama infinito non è una divinità indiana (Dio Rama, appunto), ma è la dimostrazione di come ognuno di noi può creare un mondo e metterlo insieme agli altri, se gli aggrada, e come poi tutto possa essere creato in posti diversi, e strutturato in infiniti modi.
L’idea nasce dall’organizzazione “a posse” tipica degli anni ’80. Cioè unità distanti tra loro nello spazio mettevano insieme i propri prodotti, saperi ed azioni, e tutti diventavano utili e nessuno, possibilmente, indispensabile.
Questa flessibilità estrema faceva sì che un’opera poteva essere considerata tale anche se composta da una sola unità, fino all’infinito, e ad infinite combinazioni.
Il tutto è stato poi migliorato teoricamente sul Web con le geniali intuizioni di Hakim Bey (l’inventore del cyberpunk, delle TAZ e di tante idee-pratiche altre che mò tutti hanno assimilato, ma vent’anni fa solo se ne parlavi ti bastonavano, e di brutto: segno che l'intelligenza non è una qualità dei potenti) fino ad arrivare al Wiki o ad altre forme di condivisione del sapere. Un po’ di credito va anche a quel gioco assurdo degli anni settanta con i numeri che, mancando una tessera, si potevano smuovere le altre fino a raggiungere sequenze possibili, o la pizza quattro stagioni che ha sulla capricciosa la doppia validità di poter discernere i sapori. Ed è la differenza tra una parola che non si può pronunciare ed il caos, al quale viene stupidamente accomunata.

Andiamo ora sul pratico, che il tempo è dei filosofi. Immaginiamo il nostro “proprio” diorama (definiamoci automaticamente “unità A”) come base minima 10x10 (i quadrati di sughero in vendita in un noto centro-mobili cino-svedese a meno di un euro x10!) e come base massima infinito.
La base minima di A può essere unita ad altre (di A o delle altre unità) in max 4 direzioni che corrispondono a max 8 unità minime che attorniano il quadrato, e poi da qui irradiarsi in ogni direzione.
Naturalmente tutti possono unire, togliere, apporre, e A (e tutti gli altri) può riempire quante unità minime vuole, che possono essere “indipendenti” dalle altre unità.
Erre, dal canto suo, può preparare una sorta di griglia dove noi possiamo apporre le fotografie delle nostre unità-diorama.
Regole, quindi quasi nessuna, e possibilità di trasporto di base massima.

Facciamo conto che volessimo rappresentare una scena d’assedio:
A può fare un sovrano (o quello che gli pare) su una dio-unità
B una casa (idem con quello che gli pare)
C invece carica la sua dio-unità di fanti, ma non gli basta e allora ne aggiunge dietro un’altra (idem).
A intanto ha finito il suo sovrano e costruisce un fossato che è “lungo” varie dio-unità.
B ora (o prima, o durante) costruisce le mura ma deve per forza utilizzare più dio-unità. Pazienza! Non c’è problema, che Diorama è uno è trino, e pure plurimo! Può anche fare la muraglia cinese, l’importante è che si rispetti l’unità base! Così chi vuole costruire montagne, laghi, villaggi, ecc..

E così tutti possono partecipare, integrare, cambiare e migliorare.
Che ne dite?