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Un prigioniero mongolo
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Escrito por Francesco Giovagnorio   

Ambientazione

Nel 1241 l’espansione mongola si stava avvicinando al culmine: con la devastazione di parte della Polonia e della Lituania, i mongoli erano vicini alla conquista dell’intera Europa, quando un esercito di circa 50.000 uomini, composto principalmente da tedeschi e polacchi e guidato dal duca di Slesia Enrico II il Pio, tentò di fermarne l’avanzata vicino Liegnitz (9 Aprile 1241): la battaglia terminò con un grande successo mongolo, ma la necessità di eleggere un altro Khan obbligò i mongoli a ritirarsi dall’Europa, dove non sarebbero più tornati.
E’ probabile che nell’esercito cristiano ci fossero contingenti Templari, Ospitalieri e soprattutto Teutonici, ma non è storicamente confermato.

 


Il diorama è ambientato nell’inverno 1241 in Lituania e si immagina che un esploratore mongolo sia stato catturato da milizie teutoniche e locali e portato di fronte allo stato maggiore teutonico. Il mongolo viene fatto inginocchiare di fronte al Gran Maestro che sembra concentrato nel decidere sulla sua sorte; un sergente lo tiene sotto minaccia con una lancia, un altro lo osserva pronto ad usare la spada, mentre un terzo cerca di tenere a bada il cavallo del mongolo. Un altro civile locale sta spiegando al Gran Maestro come è avvenuta la cattura. Il Gran Maestro ha vicino il suo Portastendardo, mentre altri cavalieri si avvicinano alla scena.



 

La base

Volendo costruire uno strato di neve alta, la base è costruita con polistirolo, sciolto in alcuni punti con trielina per creare la neve calpestata; come ho spiegato nell’articolo sulle ambientazioni invernali, ho coperto tutto di vinavil e spolverizzato il bicarbonato in polvere, che copre le zone “sciolte” con un effetto realistico di neve calpestata. L’albero e l’acqua ghiacciata sono quelli illustrati nell’articolo.

 

Le figure

Due sergenti e il civile sono anglosassoni Strelets (il sergente con la spada sulla spalla ha l’elmo di un livoniano Zvezda), il sergente con la lancia è un crociato Italeri; ho cercato di dipingerli rappresentando la povertà del vestiario, con tessuti di stoffa grezza di un colore il più possibile indefinito, con sopravveste grigia e croce nera caratteristici dei sergenti.

 


Il mongolo e il suo cavallo vengono dal set Zvezda. Gli esploratori mongoli facevano parte della cavalleria leggera, quindi erano equipaggiati con una veste e un cappello di pelle imbottita, con scaglie di metallo e cuoio indurito sul torace e sulla schiena come protezione aggiuntiva.
I teutonici sono crociati Caesar con braccia lievemente modificate ed elmi realizzati in copie di resina dai teutonici Italeri, con quello che possiamo chiamare “metodo Torricini”; le lance, gli stendardi e gli scudi sono realizzati “in proprio”. Alcuni sono stati dipinti per sembrare confratelli, o forse cavalieri autorizzati a sovrapporre i propri colori a quelli dell’Ordine.




Il Gran Maestro ha il corpo di un cavaliere e la testa del Gran Maestro del set Zvezda, entrambi ricavati con il solito “metodo Torricini” (per la verità un po’ modificato); il braccio con la mazza è di un crociato Italeri. Il cavallo è del set crociato, con le insegne scolpite sulla gualdrappa cancellate a caldo con un saldatore (un lavoraccio!).