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Cosacchi anarchici
(4 voti)
Escrito por Pino Cossuto   

Quella che rappresento è un'altra immagine classica di autore sconosciuto sull'iconografia anarchica della Machnovshina (vedi l'articolo precedente su SOL riguardante il "Carro dell'Anarchia").
Il vecchio stereotipo del cosacco della steppa, uomo libero senza padroni, si adatta perfettamente ai Machnovisti e, sicuramente, nel secolo scorso furono soltanto loro a rispettare fedelmente questa immagine, in quanto da secoli i vari gruppi cosacchi erano stati inglobati a vario livello nell'esercito zarista, ed erano divenuti uno degli strumenti principali di oppressione dei contadini e di cruenta repressione degli scioperanti delle città.

Le divise dell'esercito del popolo di Nestor Ivanovic Machno sono di vario genere. Molti portano quelle delle unità (fanteria, cavalleria, artiglieria) con le quali erano stati arruolati nella prima guerra mondiale, insieme ad elementi tradizionali della propria zona di provenienza, sempre contraddistinti dal teschio e, magari, con un motto inneggiante al potere del popolo come fasce sul braccio. Molti vestono parti di uniformi da ufficiali principalmente di provenienza zarista, ma anche austro-ungarica. Ori, argenti, nastri di rosso fiammante, cordini, colbacchi, shapka, micidiali sciabole finemente lavorate contribuiscono a costruire l'armamentario ottimale e fantastico del contadino-guerriero, al quale era negato persino non inchinarsi di fronte agli onnipossenti signori feudali zaristi.



Altro elemento caratteristico delle bande di cosacchi anarchici è la bandiera (più un vessillo, in realtà) nera con il teschio bianco dove vengono riportati slogan ad effetto contro i preti, il capitalismo, la monarchia e, in seguito, il comunismo. Non mancheranno tuttavia, tra i Machnovisti, in massima parte agricoltori illetterati, episodi di volgare antisemitismo (che tra gli Zaristi era tuttavia la triste norma) che porteranno molti anarchici ad abbandonare il movimento rivoluzionario.



Il successo militare delle bande di Machno sta innanzitutto nel loro carattere popolare e nella possibilità data a tutti di poter avere un avvenire da uomini liberi, oltre alla morte sicura nel caso fossero stati catturati dagli zaristi o dai comunisti. Un elemento importante è anche negli éscamotage escogitati del condottiero anarchico. Celebre è il "carro da guerra" che adatta il carretto dei contadini sia a scopi propagandistici sia combattentistici. Il carro non attacca le unità nemiche, fugge davanti a loro (perfezionamento della tecnica mordi e fuggi tipica dei popoli delle steppe?) mitragliando i cosacchi nemici che seguono. Allo stesso tempo può divenire parte del campo trincerato usato dai tempi unni (invece di frecce, scariche di mitraglia e bombe a mano a distanza ravvicinata!) in caso di attacco di notevoli dimensioni.



Altra efficace tecnica di combattimento (visibile nel filmato riproposto su youtube - vedi sotto) era nascondere le mitragliatrici nei passeggini da bambini (affinché non venissero visti dagli aerei da ricognizione) e metterle in seconda linea rispetto ai cavalieri. All'arrivo del nemico in carica, i cavalieri si dividono in due ali e fuggono velocemente ai lati, e dai passeggini la mitraglia falcidia i cosacchi zaristi, mentre i cavalieri anarchici, approfittando dello sbandamento tagliano letteralmente a pezzi i nemici, cercando di isolare gli ufficiali. Privi di ordini, i cosacchi zaristi, ligi alla gerarchia, diventano facile preda della vendetta di secoli di umiliazione dei contadini-guerrieri.



Altra efficace trovata di Machno fu il "Treno dell'Anarchia" dove, naturalmente, erano montate le immancabili mitragliatrici.
Dopo essere fuggito dall'Ucraina, oramai in mano bolscevica, Machno morì a Parigi nel 1936, dove visse di stenti cercando di sfuggire agli attentati dei sicari zaristi, fascisti e comunisti che, per differenti ragioni, avevano decretato la sua esecuzione. La sua tomba, dopo la caduta del comunismo, è divenuta meta di pellegrinaggio e la sua figura storica, che la propaganda di regime aveva ridotto a semplice bandito sanguinario, è sempre più riabilitata come vera e propria "protettrice del popolo".


Bibliografia (in lingua italiana)

AA.VV., Il libro nero del comunismo. Crimini, terrore, repressione, vol.I, Mondatori, Milano, 1998.
Roger Boussinot, Piccola enciclopedia dell'Anarchia, Garzanti, 1978, pp. 130-133.
Arshinov, La rivoluzione anarchica in Ucraina, Sapere, Milano, 1972.
Lehening, Marxismo e Anarchismo nella rivoluzione russa, Antistato, Milano, s.d.
Avrich, Gli anarchici nella rivoluzione russa, La Salamandra, Milano, 1976.
Serge, V., L'anno primo della Rivoluzione Russa, Einaudi, Torino, 1967.

Link esterni:
Interessanti filmati (dai quali sto traendo i diorami) su Machno si possono trovare su youtube:

http://youtube.com/watch?v=H1aYxFTOkZQ&mode=related&search= (immagini d'epoca)

http://youtube.com/watch?v=_ticyxwxZIU&mode=related&search= (trailer di film moderno russo su Machno)

http://www.nestormakhno.info/italian/glianar/gli_anar.htm

Alcune foto sono tratte dal sito (in russo):

http://www.mahno.ru/

I soldatini sono tutti cosacchi Strelets leggermente modificati, provenienti da vari sets.
Si ringrazia il Sig. Fausto Mancin della Lucky Toys per aver fornito i soldatini.

Le foto dei soldatini sono di Irene Archilletti