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Napoleone - Il genio militare, la strategia, le battaglie - 26^p
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Escrito por Mario Ragionieri   

 


La nuova armata francese dell’Elba doveva agire su due fronti; le forze del nord comandate da Ney sarebbero state aumentate fino a raggiungere un totale di 79.500 fanti e 4800 cavalieri. La Guardia imperiale e i restanti corpi d’armata per un totale di 110.000 fanti e 12.000 cavalieri sarebbero rimasti sotto il comando dell’imperatore che avrebbe avuto MacDonald come vice comandante. I francesi a causa della mancanza di cavalleria non erano a conoscenza della posizione del nemico; tenendo conto di tutte le possibilità che potevano presentarsi, Napoleone pensava che il grosso dell’esercito nemico si fosse ritirato attraverso Dresda e Bautzen lasciano poche forze a difesa di Berlino. La cosa più urgente da fare era quella di raccogliere alla svelta delle informazioni precise e così il 12 maggio il VI, XI e IV corpo furono fatti avanzare per incontrare il nemico, mentre le forze di Ney iniziavano a muoversi per concentrarsi a Lackau pronte per attaccare Berlino.
Il V corpo di Lauriston sarebbe avanzato per conservare il collegamento tra le due ali. Per confondere il nemico durante queste mosse e anche per prevenire un patto tra gli alleati e l’Austria, Caulaincourt fu inviato presso lo zar in missione diplomatica con l’ordine di consigliare la conclusione di un armistizio e la convocazione di una conferenza generale di pace da tenersi a Praga. Metternich aveva già offerto la sua mediazione tra le parti belligeranti, ma Napoleone sperava di aprire negoziati diretti con Alessandro. Prima che Caulaincourt potesse partire per la sua missione MacDonald aveva preso contatto con il nemico a Bautzen il 16 maggio. Quando Napoleone ricevette questa informazione sicura, dette ordine alle sue tre unità di testa di attrarre l’attenzione del nemico , mentre Oudinot cercava di aggirare da sud le posizioni nemiche.
Avvertì anche Ney di prepararsi a marciare verso sud con le truppe, recuperando Lauriston durante il percorso, ma precisò che il II e VII corpo dovevano continuare a marciare su Berlino nel caso che i prussiani si stessero ancora movendo a nord. Nacque una notevole confusione di ordini e alla fine Ney si mosse verso sud trascinando con se tutte le sue truppe poiché non aveva ben compreso cosa doveva fare. Il 18 Napoleone inviò altri ordini a Ney comunicandogli di procedere il giorno 20 in modo da fare credere all’avversario che aveva intenzione di congiungersi con MacDonald preso Bautzen ; ma il 21 avrebbe dovuto deviare verso Drehsa in maniera tale da mettersi alea spalle del nemico. Se questa manovra fosse riuscita le comunicazioni alleate tra Lobau e Gorlitz sarebbero state in pericolo e il nemico avrebbe potuto trovarsi obbligato ad arretrare fino alla frontiera austriaca neutrale, dove non avrebbe avuto altra scelta che la distruzione o la resa. Indugi e malintesi da parte di Ney tolsero a Napoleone la possibilità di ottenere una vittoria decisiva e la sera del 20 Ney progettava di mettere i suoi uomini in posizione difensiva a Maukendorf rivolti verso est e non verso sud , confondendo così il ruolo che era stato previsto per lui nella battaglia ormai prossima. Alle 10 del mattino del 19, Napoleone era già nei pressi di Bautzen e tutto il giorno venne impiegato nella dettagliata ricognizione delle posizioni tenute dal nemico. Da quanto aveva visto gli risultava che le forze dell’avversario fossero di circa 150.000 uomini ( in realtà Wittgenstein ne aveva solo 96.000), aveva poi notato che il nemico si era posizionato lungo una serie di speroni e di costoni fortificati, con il fiume Sprea di fronte e la città di Bautzen che fungeva da avamposto presidiato. Durante tutta la giornata i corpi d’armata della forza principale apparvero uno dopo l’altro disposti in questo ordine: Quello di Bertrand all’ala nord, Marmont e MacDonald formavano il centro, Oudinot avanzava velocemente sulla destra; la Guardia imperiale era tenuta come riserva attorno a Forstgen. Il fronte iniziale francese era di circa un chilometro e mezzo più breve della linea tenuta dal nemico. Se si escludono una serie di rapidi scontri,1l 19 non ci fu una attività degna di rilievo. Ad un certo punto il generale Yorck e Barclay de Tolly uscirono dalle difese alleate con un grosso reparto esplorativo ed iniziarono a fare una ricognizione delle posizioni francesi sulla sinistra. In questo settore poco dopo sarebbe giunto il reparto di Lauriston ed era importante che non vi fossero attorno alleati ficcanaso. Pertanto Bertrand distaccò la divisione italiana e la mandò incontro a Ney e Lauriston , ma questa azione andò male e le forze di ricognizione alleate misero in fuga la formazione . Allora comparve Kellermann con la divisione della cavalleria francese e insieme all’avanguardia di Ney respinse Barclay fino alla Sprea. Con lo stesso sistema il V corpo respinse Yorck e al tramonto Lauriston si era sistemato intorno a Weissing, mentre Ney aveva raggiunto Maukendorf. L’avvolgimento della destra del nemico continuava velocemente anche se Ney non era ancora riuscito a valutare bene la situazione.

La battaglia di Bautzen durò due giorni e fu durissima e con alterne fortune. Anche se gli alleati erano nettamente in svantaggio numerico, erano protetti da un fiume mentre la maggior parte delle truppe di Napoleone erano scadenti sia per la stanchezza sia per l’inesperienza che avevano. Il piano di Napoleone era semplice ; mentre Marmont , MacDonald e Oudinot attaccavano il nemico di fronte obbligandolo a fermarsi e logorandone le forze, Ney ed il resto delle forze dovevano eseguire un aggiramento della destra alleata costringendo Wittgenstein ad usare le riserve e ad indebolire il suo centro per costituire una nuova linea di fronte al settore minacciato.
Allora in questa fase critica le truppe di Bertrand avrebbero sferrato l’attacco principale contro il settore indebolito della linea alleata. Per via della forte posizione nemica e anche perché Ney il 19 non si trovava ancora nella posizione prevista, l’imperatore decise che tutto il primo giorno sarebbe stato dedicato ad una battaglia di attrito e che il vero attacco sarebbe stato rimandato al 21 .
Gli alleati speravano di contenere ed esaurire l’attacco di Napoleone prima di lanciare un contrattacco contro la sinistra francese. Fino a mezzogiorno del 20 i francesi segnarono il passo ma poco dopo iniziò il bombardamento della linea nemica e verso le tre iniziò il primo grande attacco. La fanteria francese con l’aiuto dei genieri che costruivano ponti sulla Sprea sotto un fuoco molto pesante, si gettò con attacchi frontali sulle posizioni della prima linea alleata e alle sei si era impossessata della città di Bautzen e di tutta la prima linea. Il comando nemico era molto preoccupato per il fianco sinistro che Oudinot stava distruggendo e molte riserve erano state già inviate al settore meridionale. L’avvicinamento di Ney a Klix non era ormai un segreto ma gli alleati avevano sottovalutato la sua forza continuando ad ignorare questa azione. Napoleone non cercava di meglio. L’alba del 21 lo trovò già in movimento; era chiaro che prima delle undici Ney non sarebbe stato pronto per la sua azione e che anche Lauriston sarebbe stato ancora in marcia dal suo bivacco per raggiungere la posizione che gli era stata assegnata. L’imperatore ordinò allora a Ney di impegnare il III corpo per attaccare la destra del nemico , mentre il compito di agganciarne la retroguardia fu affidato a Lauriston Napoleone pensava che queste due mosse combinate avrebbero costretto il nemico ad indebolire il centro per rafforzare i fianchi. Nel frattempo Marmont, MacDonald e Oudinot avrebbero ripreso e continuato con grande accanimento gli attacchi diversivi su quello che sarebbe diventato un campo secondario formato dalle posizioni trincerate del nemico a sinistra e al centro da un torrente. Il grande attacco finale era affidato alla supervisione di Soult. Infine l’imperatore riunì la riserva generale nella valle di Basankwitz pronto per qualsiasi evenienza. Questa formazione scelta aveva tre divisioni di fanteria , tre divisioni di cavalleria e almeno 80 cannoni . La battaglia ebbe inizio con estrema violenza per le truppe francesi incaricate degli attacchi diversivi. In particolare Oudinot alla destra incontrò una fortissima resistenza, poiché si trovava vicino alle linee di comunicazione alleate e nel 1813 il nemico conosceva bene la tecnica di battaglia di Napoleone per comprendere l’importanza che egli attribuiva alla loro interruzione. Per questo Gorcakov ricevette notevoli rinforzi aggiunti alle truppe di Miloradovic . Quando la pressione divenne insostenibile Oudinot chiese l’aiuto dell’imperatore . La prima richiesta fu ignorata, la seconda ottenne questa risposta: “ Dite al vostro maresciallo che la battaglia sarà vinta alle tre del pomeriggio e che fino a quell’ora deve fare del suo meglio”. Una risposta che non dava assicurazioni. Il XII corpo di Oudinot iniziò a perdere un poco di terreno, ma questo non dispiacque a Napoleone perché allontanava il nemico dalle posizioni predisposte. Per MacDonald e Marmont le cose andavano meglio e a mezzogiorno Marmont aveva iniziato ad attraversare il torrente e stava impegnando le principali posizioni di artiglieria nemica. Questo convinse Napoleone a inviare la divisione della Giovane Guardia a prendere posizione sul lato sinistro del Vi corpo. In quel momento la violenza del combattimento alla sua sinistra convinse Napoleone che Ney era impegnato a fondo e che era il momento di sferrare il colpo maestro, le coup de foudre. Soult era pronto per l’ordine. La maggior parte del giorno precedente era stato impegnato per costruire un massiccio terrapieno sulla riva est della Sprea e quest’opera forniva un ottima copertura per i genieri che costruivano ponti di barche pronti per la grande avanzata. Poi senza essere visti dal nemico 20.000 fanti, 1000 cavalieri e 30 cannoni del IV corpo attraversarono senza problemi il fiume e si adunarono sul lato nord dell’altopiano. Lo scopo di Soult era di prendere una area ben precisa e il compito non si presentava facile, quindi l’imperatore inviò ancora la Giovane Guardia all’attacco di Kreschwitz e dette ordine che tutti i cannoni disponibili coprissero la linea di avanzata.
Alle due del pomeriggio il IV corpo si era aperto la via fino all’altipiano e attaccava le postazioni del generale Blucher concentrandosi sulla fortificazione chiave della sua postazione. Dopo essersi reso conto che questo attacco progrediva, Napoleone fece avanzare 60 cannoni della riserva della Guardia e li schierò ad ovest di Basankwitz dove sarebbero stati protetti dalle vicine formazioni della Giovane Guardia ammassate nella valle. Questi cannoni aprirono tutti insieme un pesante fuoco contro Kreschwitz e le alture sovrastanti. Tra le due e le tre del pomeriggio il cannoneggiamento continuò senza sosta e Soult prese la fortificazione di Blucher. Non fu però in condizioni di fare pressione sulla posizione vicina perché il suo reparto di artiglieria non trovò un terreno adatto al suo spiegamento. Senza l’aiuto dell’artiglieria il IV corpo subì forti perdite e perse lo slancio iniziale. Per Ney soltanto alle 10 iniziò l’azione prendendo il fortino di Gleinau; poi arrivò un urgente messaggio di Napoleone in cui era scritto che l’imperatore contava su Ney per la conquista del villaggio di Preititz. Ney fece il possibile per dare seguito all’ordine ma alle undici aveva raggiunto solo i sobborghi del villaggio. In realtà si trovava ormai alle spalle di Blucher ma i prussiani riuscirono a liberarsi e sgusciare via. Ney poi commise un grave errore ; invece di seguire il consiglio del suo capo di stato maggiore ( Jomini) di coprire le forti difese di Preititz e di fare pressione sulla retroguardia nemica, egli continuò con ostinazione ad attaccare il villaggio. Questa insistenza si ripercosse sulla lenta avanzata di Lauriston . Né il V ne il VII corpo alle sue spalle riuscirono a fare grandi cose quel giorno. Ney fu costretto ad abbandonare Preititz in disordine, Reynier comunque arrivò in tempo per aiutare nell’azione e finalmente alle due del pomeriggio Ney aveva radunato tutte le sue forze. Perse ancora tempo prezioso tentando di allontanare con la forza Blucher dall’altopiano di Klein invece di costringerlo con la manovra ad abbandonare la posizione, così svanì l’effetto della manovra di aggiramento. Sul fronte principale Napoleone stava concentrando tutti i cannoni contro le truppe russe schierate a difesa di Jenkwitz e Bauschutz, ma nonostante questi sforzi, la linea russa tenne fino alle cinque . Lentamente la spinta dell’attacco di Napoleone cominciò a pesare sui russi e alle quattro lo zar Alessandro dette l’autorizzazione per una limitata ritirata. Subito Oudinot riprese l’offensiva ma i suoi uomini erano troppo stanchi per portare a termine un effettivo inseguimento. Nel frattempo sulla sinistra del centro francese Soult tentava di aprirsi una strada nello schieramento alleato incontrando una forte opposizione. Napoleone che aveva notato che in altri settori la resistenza del nemico iniziava a cedere mandò all’attacco la Guardia imperiale. Questi uomini si scagliarono contro il fianco di Blucher che fu costretto a cedere terreno e questo fu il segnale per una ritirata generale degli alleati. Siccome Ney non era riuscito ad aggirare gli alleati, questi poterono ritirarsi in buon ordine , i prussiani verso Weissenberg e i russi verso Labou salvando quasi tutti i cannoni . I tentativi di inseguimento si conclusero alle dieci di sera sotto un violento temporale. La battaglia di Bautzen era terminata. Bautzen avrebbe potuto essere la battaglia napoleonica per eccellenza se Ney non avesse commesso gli errori che fece.
Il fatto che Napoleone fosse costretto ad impiegare la sua Guardia per ottenere l’esito favorevole della battaglia era il primo sintomo della scadente qualità delle forze francesi. Durante i due giorni di combattimenti entrambe le parti persero circa 20.000 uomini, ma dal punto di vista morale gli alleati ne uscirono molto peggio e fu una vera fortuna che l’inseguimento francese fosse così lento e poco efficace. Questo iniziò il 22 e immediatamente ci fu un tremendo scontro a Reichenbach dove il generale Duroc fu ferito a morte; una perdita durissima per Napoleone che reagì fermando l’azione. Un provvedimento davvero insolito. Con il passare dei giorni i francesi fecero molti progressi ; gli alleati erano in lite tra loro, Wittgenstein si era dimesso per divergenze con lo zar ed era stato sostituito da Barclay de Tolly che a sua volta litigò con Blucher quando i russi proposero di ritirarsi in Polonia. Alla fine si raggiunse una soluzione di compromesso in base alla quale entrambi gli eserciti si sarebbero ritirati in Slesia da dove avrebbero mantenuto i contatti con l’Austria e nel contempo per dare almeno la sensazione di difendere il suolo prussiano. Napoleone nel frattempo cercava di sfruttare la situazione; Inviò Oudinot a Berlino mentre il grosso dell’esercito francese si avviava verso Katzbach. Nel frattempo Davout continuava l’azione sul basso Elba ; non tutti questi tentativi ebbero successo. Oudinot riuscì ad opporsi all’attacco di Blucher il 28 maggio ma non riuscì ad avanzare con sufficiente velocità e subì una sconfitta a Luckau. Sul fronte principale gli alleati opponevano una violenta resistenza tanto che ad un certo momento Bertrand e MacDonald furono costretti ad indietreggiare; ma il 1° giugno Napoleone occupò Breslavia sul Katzbach . Tre giorni prima Davout aveva rioccupato Amburgo.Era però evidente che l’esercito francese non aveva la forza per continuare la campagna. Le comunicazioni erano disturbate da bande di cosacchi, lo spirito dei giovani coscritti stava diminuendo rapidamente dal momento che le battaglie e le malattie uccidevano senza che ci fossero segni di un imminente successo. I marescialli non facevano altro che litigare tanto che il maresciallo Ney dette le dimissioni che non furono però accettate. Non deve dunque sembrare strano che entrambe le parti accettassero una proposta di armistizio avanzata dall’Austria la cui mediazione Napoleone era giunto ad accettare. . Era disponibile ad un cessate il fuoco nonostante che la presa di Breslavia lo avesse messo in ottima posizione per attaccare i fianchi del nemico Anche Alessandro il 2 giugno dopo una conferenza ritenne opportuno l’armistizio fino al 20 di luglio in attesa del negoziato per ristabilire la pace.
 
 
 
L’ARMISTIZIO
 
Nel fatto che Napoleone abbia accettato un armistizio molti vedono una prova del declino della sua potenza. In realtà questa decisione era basata su motivi più che validi dal momento che l’esercito francese aveva bisogno di un riassestamento e di essere riorganizzato. Nonostante l’insufficienza della cavalleria fosse una cosa molto pericolosa e non si potesse trascurare la presenza di 150.000 soldati austriaci vicino a Praga, c’erano molte altre ragioni urgenti che consigliavano questa condotta. Primo di tutto vi era il logoramento strategico di un esercito mal organizzato e con una scarsa resistenza. Dall’inizio della campagna i francesi avevano perso tra morti e feriti circa 25.000 uomini in più degli avversari. La conseguenza di questa situazione fu il precludere la possibilità di una vittoria completa e di rendere molto grave la possibilità di una sconfitta. Le munizioni diminuivano rapidamente e da quando l’esercito aveva lasciato Dresda era avanzato più dei convogli; infine la violenza delle incursioni dei partigiani e cosacche sulle linee di comunicazione rendeva impossibile la formazione di convogli di rifornimenti e di munizioni. Il 30 maggio una colonna di artiglieria e 1600 uomini erano stati catturati dal nemico . Dunque l’impeto delle forze di Napoleone si era esaurito ed era necessaria una sosta. Anche gli alleati erano in una situazione disperata ; avevano subito due sconfitte e il numero dei loro soldati continuava a diminuire. Poi i generali litigavano e sembrava che non ci fosse la possibilità di sconfiggere Napoleone né la possibilità di convincere l’Austria ad abbandonare il suo atteggiamento ambiguo . I francesi senza esserne a conoscenza erano vicinissimi alla vittoria quando avevano occupato Breslavia . Quando l’armistizio divenne effettivo, il 2 giugno, la posizione degli alleati era molto più drammatica di quella di Napoleone e di quanto l’imperatore stesso aveva immaginato. Non è certo se entrambe le parti si aspettassero sinceramente che la pace potesse scaturire dai discorsi e dalle conferenze che seguirono l’armistizio ; è più probabile che essi considerassero quella calma come un respiro , una breve calma tra le fasi di una lotta per la vita o la morte. Quando Napoleone il 10 giugno tornò a Dresda per farne la sua base principale, non c’è dubbio che i suoi pensieri riguardassero il rafforzamento e la strategia delle future battaglie. Gli alleati erano decisi ad abbattere Napoleone ; di conseguenza ne derivò un periodo di intensi preparativi perché le due parti si rafforzassero nella loro posizione politica e militare prima di una riapertura delle ostilità che essi in segreto consideravano inevitabile. Il 15 giugno l’Inghilterra dette alla Russia e alla Prussia due milioni di sterline e ne promise 500.000 all’Austria se avesse deciso di entrare in guerra. Il 7 luglio la Svezia promise il pieno appoggio agli alleati. Il 19 secondo i termini della convenzione segreta di Reichenbach l’Austria promise di assalire l’imperatore qualora avesse rifiutato i termini stipulati. Intanto Metternich prima del suo famoso colloquio con Napoleone il 26 giugno non aveva difficoltà nel giudicare l’atmosfera pesante che regnava alla corte imperiale ; lo stesso Berthier gli aveva detto che l’Europa e la Francia avevano bisogno di pace.Comunque una volta presentati, i termini dell’Austria per una riappacificazione generale risultarono impossibili da accettare. Gli alleati chiedevano lo scioglimento del granducato di Varsavia e della Confederazione del Reno ; il ritorno delle province Illiriche all’Austria e il ristabilimento della Prussia nelle frontiere del 1805. Questi termini facevano pensare più ad una pace imposta ad un nemico sconfitto e Napoleone, che aveva a suo favore due recenti vittorie e nuovi soldati, che stavano raggiungendo i suoi eserciti, rifiutò l’offerta. Per suggerimento degli alleati l’armistizio fu protratto per altre tre settimane, apparentemente per consentire alla conferenza di arrivare alla conclusione , in realtà per consentire all’Austria di completare la sua segreta mobilitazione. Napoleone, ansioso di terminare i suoi preparativi, fu d’accordo ma senza illudersi sul futuro che lo attendeva.
Il 12 agosto l’Austria dichiarò guerra alla Francia ; l’armistizio con Russia e Prussia doveva durare fino al 16 ma due giorni prima di tale data Blucher avanzò con intenzioni aggressive nella zona di Breslavia. La guerra era di nuovo iniziata. A metà agosto gli alleati avevano quasi completato i loro preparativi e i piani d’azione; la tregua aveva permesso loro di incrementare il numero dei soldati a disposizione portando gli eserciti a proporzioni formidabili. In quel momento la Russia aveva a disposizione circa 185.000 uomini, la Prussia stava mobilitando un gran numero di soldati e avrebbe raggiunto a suo tempo una forza di 160.000 uomini, Bernadotte si muoveva con precauzione verso Berlino con 40.000 svedesi e l’Austria aveva aggiunto a quel numero 127.000 uomini. Nell’insieme molto più di mezzo milione di alleati si contrapponevano a Napoleone con la prospettiva di aggiungere come riserva almeno altri 335.000 uomini. Questi eserciti disponevano già di 1380 cannoni . Alla metà di agosto le armate alleate erano tre; Bernadotte comandava l’armata del nord con 110.000 uomini svedesi e prussiani e occupava l’area di Berlino; Blucher a sud di Breslavia comandava un corpo di 95.000 uomini; il principe Schwarzenberg era intento a raccogliere gli ultimi elementi dell’armata di Boemia forte di 230.000 uomini nelle vicinanze dell’alto Elba. Oltre agli austriaci questo esercito era formato anche da forti distaccamenti di russi e prussiani. Una quarta forza, l’armata di Polonia al comando di Bennigsen con 60.000 uomini si stava formando in Polonia e in tutta la Prussia e l’Austria nuovi contingenti si affrettavano a presentarsi alle armi. I piani alleati erano stati più volte discussi e riveduti, tuttavia un fatto si delineava chiaramente: in nessun modo gli alleati desideravano misurarsi con Napoleone in una sola prova di forza; pensavano di sconfiggerlo in una serie di azioni separate quando se ne presentava l’occasione. Era infatti comprensibile che i comandanti alleati temevano la forza di Napoleone in battaglia e capivano che era più problematico rispetto ad un graduale processo di logoramento portasse ai risultati desiderati.
L’armata di Boemia doveva essere la più importante forza alleata, ma Schwarzenberg era ben lontano dall’essere il comandante supremo ideale perché mancava di sicurezza e tendeva ad essere troppo prudente e in conseguenza di questo lo zar sarebbe più volte intervenuto non sempre con i migliori risultati. Il 17 agosto, messe da parte le divergenze, l’alto comando decise di lanciare un’offensiva in tre direzioni su Lipsia anche se questo avrebbe comportato la perdita di contatto con l’armata di Slesia. Napoleone intanto stava ammassando le truppe più i fretta possibile. In agosto era riuscito a mettere insieme 559 battaglioni, quasi 400 squadroni di cavalleria e 1264 cannoni che voleva dire 400.000 uomini, 40.000 cavalieri ; le forze addizionali che presidiavano l’Elba , i distaccamenti lontani e isolati che ancora resistevano in Polonia, le truppe italiane di Eugenio e i bavaresi di Wrede sul fiume Inn ammontavano a circa 250.000 uomini .
Napoleone poteva così affrontare la forza alleata composta da oltre 800.000 uomini con 700.000 uomini nonostante che gran parte di tale potenza fosse molto illusoria. I francesi erano superiori per la qualità degli ufficiali e dell’artiglieria e la massa della fanteria proveniente da diverse nazioni, aveva ricevuto lo stesso addestramento ed era fornita di identiche armi. La cavalleria francese restava debole e in questo solo campo gli alleati erano in grande vantaggio sin dall’inizio. Occorre aggiungere che a seguito di un diverbio con Berthier in materia di promozioni, il barone di Jomini passò dalla parte del nemico e il Maresciallo Ney non si riprese mai del tutto dalla perdita della sua eminenza grigia. Il piano di Napoleone era concepito con uno schema in due parti. L’armata francese sarebbe stata divisa in due ali ; la più grande comprendente 250.000 uomini avrebbe adottato una difensiva strategica basata su Dresda con le zone centrali dell’Elba, le grandi fortezze di Magdeburgo, Wittemberg, Torgau e le posizioni avanzate di Bautzen e Gorlitz che servivano da punti di appoggio. La stessa Dresda con i suoi grandi depositi e campi formava il perno dell’intero sistema. La seconda parte dell’esercito fu affidata a Oudinot con circa 125.000 uomini concentrata intorno a Luckau e al XIII corpo di Davout con 35.000 uomini a difesa di Amburgo e del Basso Elba : tranne Davout queste forze dovevano lanciare un pesante attacco a nord su Berlino e trattenere così l’esercito di Bernadotte. Sembra che il piano di Napoleone sia stato formulato il 12 e il 13 agosto ; e le prospettive che si accingeva ad affrontare non erano certo incoraggianti . L’imperatore infatti adottò la decisione quasi senza precedenti di chiedere ai suoi marescialli di commentare francamente i suoi piani. St Cyr obiettò che aveva sottovalutato la forza degli svedesi Marmont con maggior lungimiranza fece notare i pericoli che potevano derivare dalla divisione dello sforzo francese in due parti disgiunte. Il piano francese era basato su solide premesse; nel caso l’esercito francese avesse assunto l’offensiva al sud avrebbe probabilmente causato una ritirata delle truppe alleate fino all’interno della Polonia dove avrebbe dovuto inseguirle allungando le sue deboli comunicazioni e portando allo sfinimento i suoi coscritti che avevano dimostrato di poter combattere ma non marciare. D’altra parte uno sforzo secondario rivolto alla presa di Berlino se vittorioso avrebbe costituito un grande vantaggio morale che avrebbe diviso gli alleati. Ma il raggiungere questo significava dividere le forze in un momento critico e senza dubbio le tendenze irrazionali ad una vendetta contro la Prussia e Bernadotte erano presenti in questo piano: Napoleone voleva vendetta sull’antico alleato e sul collega per il loro tradimento.
 
 
DRESDA
 
L’inizio della campagna fu molto diverso da come Napoleone aveva previsto e questo lo rese molto esitante ed incerto, una cosa mai notata in lui negli anni del suo maggior splendore. Raggiungendo Bautzen da Dresda il giorno 17 vene a sapere che c’era la voce che un grosso contingente russo si muoveva dalla Polonia verso occidente per unirsi all’armata di Slesia. La sua reazione fu quella di modificare immediatamente i suoi piani e di fare avanzare verso est ogni uomo disponibile in modo da distruggere Blucher prima che arrivassero i rinforzi. Per questa manovra egli ordinò a Vandamme di andare a Bautzen e a St Cyr di resistere a tutti i costi a Dresda contro Schwarzenberg contendendo il territorio circostante per guadagnare tempo. Nel giorno del suo arrivo a Gorlitz, Napoleone cambiò nuovamente idea e decise di dirigersi a Zittau prima di attaccare sul fianco i 40.000 russi di Wittgenstein che proseguivano per unirsi a Schwarzemberg . Non appena presa in esame questa idea, egli ritornò improvvisamente al piano del 17 agosto quando aveva sentito dire che Blucher stava avanzando contro Ney, Marmont e Lauriston. Il giorno 21 il grosso dell’esercito francese attraversava il fiume Bobr verso est , ma Blucher iniziò subito a ritirarsi secondo la strategia alleata. Napoleone non sapeva che questa era una mosse studiata a tavolino da parte prussiana e continuò ad avanzare. Non appena ebbe raggiunto Lowenburg arrivò un comunicato di St. Cyr che lo avvisa che si trovava a dover affrontare l’avanzata dell’intera armata di Boemia verso Dresda e chiedeva immediata assistenza. Nonostante non desse un grande peso a quanto detto da St. Cyr, decise di ritornare a Dresda di persona insieme a Vandamme e alla Guardia lasciando a MacDonald lo svolgimento delle operazioni in Slesia con l’ordine di respingere Blucher a Jauer e poi ritirarsi su una forte posizione dietro il Bobr, in modo da formare un fianco difensivo. L’avanzata alleata su Dresda ( e non su Lipsia) era stata provocata dalla comparsa di Napoleone a Zittau il 20: Questo cambiamento di direzione di marcia dette origine ad una enorme confusione, ma il 22 gli avamposti di St .Cyr presso Hellendorf furono fatti arretrare verso la città. Il giorno successivo Wittgenstein raggiunse la parte sud della città , ma il 25 St. Cyr contrattaccò con una tale violenza che l’avanguardia alleata fu respinta in disordine. Il risultato di questo arretramento fu che i comandanti alleati decisero di andare sul sicuro. Non sapendo quanti uomini avesse St. Cyr e nemmeno l’esatta posizione di Napoleone, decisero di rimandare il grande attacco su Dresda fino al 26 giorno in cui le loro disordinate colonne avrebbero avuto il tempo di ricomporsi. Napoleone aveva deciso di cambiare i suoi piani di nuovo nonostante che St. Cyr avesse guadagnato un poco di tempo. Egli si accorse che si presentava l’occasione di distruggere l’armata di Boemia . Con quasi tutte le forze raccolte a sud di Dresda Schwarzenberg esponeva le sue comunicazioni ad un improvviso attacco. L’imperatore si mise a raccogliere tutti gli uomini che poteva a Stolpen e poi il 23 lanciare un violento attacco al di là dell’Elba. Fu annullata così la marcia di Vandamme su Dresda. Ney avrebbe dovuto lasciare le forze di MacDonald per appoggiare l’azione ; le comunicazioni tra Dresda e Lipsia avrebbero dovuto essere spostate lungo la linea meno esposta della riva orientale dell’Elba. St. Cyr doveva resistere a Dresda il più a lungo possibile senza ricevere rinforzi. Affinché il piano potesse riuscire era necessario che St. Cyr potesse continuare ad impegnare gli alleati a Dresda fino a quando l’urto principale di Napoleone non avesse raggiunto il suo pieno sviluppo.


 

Era anche indispensabile che MacDonald riuscisse a tenere impegnato Blucher ad est e che Oudinot continuasse ad avere la meglio su Bernadotte a Sud di Berlino. In pratica in tutti i settori sorsero delle difficoltà che finirono per rovinare la realizzazione del piano. Ney dette l’avvio alla disfatta continuando a dirigersi su Stolpen con il suo corpo d’armata e la cavalleria di Sebastiani, decisone contraria agli ordini ricevuti; privò così l’armata del Bobr di MacDonald di quasi la metà della sua forza e fece capire a Blucher che l’inseguimento francese si stava allentando. Napoleone il 25 raggiunse Stolpen e dette ordine a Vandamme di prepararsi ad attraversare l’Elba. Arrivarono altre brutte notizie; sembrava che Oudinot avesse subito una sconfitta nel settore di Berlino e questo se confermato avrebbe potuto mettere in serio pericolo le comunicazioni francesi appena messe in atto sulla riva est dell’Elba. Oudinot aveva iniziato bene la sua campagna ; tra il 19 e il 21 la sua avanzata e quella di Davout avevano avuto un buon successo, cosa che rese molto nervoso Bernadotte. Berlino avrebbe potuto cadere in mano francese , ma Oudinot durante l’avanzata lasciò che le sue colonne si separassero molto e il giorno 23 il generale Reynier fu cacciato da Grossbeeren da un contrattacco del generale Bulow. Questo successo era troppo per Oudinot che dette ordine di ripiegare su Wittenberg lasciando in questo modo esposto il fianco nord di Napoleone; Davout non ebbe alternativa se non quella di imitare Oudinot ritirandosi su Amburgo. Quando Napoleone fu messo al corrente di quanto era accaduto ordinò a St. Cyr di distaccare il corpo di cavalleria della già duramente impegnata guarnigione di Dresda e di mandarlo a nord in modo da formare una protezione laterale. Questo indebolimento in un momento così critico peggiorò la fiducia di St. Cyr. Nonostante Napoleone volesse ancora lanciare l’attacco il 26, era in ansia crescente per le posizioni di Dresda e inviò un generale per ispezionare le posizioni di St. Cyr per capire le sue possibilità di resistenza. Quando tornò fece un rapporto poco rassicurante perché secondo lui St. Cyr avrebbe ceduto entro 24 ore a meno non fossero inviati rinforzi adeguati. Napoleone non poteva perdere Dresda con le sue scorte di rifornimenti e depositi di armi . Il 26 Napoleone decise di agire in base ad un compromesso; il corpo di Vandamme avrebbe attaccato a Pirna ; la Guardia e la riserva di cavalleria con Marmont e Victor avrebbero marciato su Dresda senza indugi iniziando il movimento alle quattro del mattino. In pratica questa di quella che avrebbe potuto essere una vittoria decisiva soluzione privò Napoleone. Se avesse mandato soltanto Vandamme a Dresda come aveva inizialmente pensato , St. Cyr avrebbe potuto resistere senza problemi all’attacco di Schwarzenberg e la manovra di aggiramento avrebbe potuto continuare indisturbata . L’unico copro d’armata a disposizione di Vandamme non era sufficientemente forte e la buona occasione di una vittoria decisiva sfumò ; la decisione dell’imperatore di mandare l’armata a Dresda gli costò l’intera campagna. Ormai la decisione era presa e l’esercito avanzava in massa verso Dresda; alle nove del mattino del 26 Napoleone entrò in città , un’ora dopo arrivò la Guardia e poi Marmont e Victor, comunque troppo tardi per prendere parte ai combattimenti.
 

Dresda era allora una grande città che si estende su entrambe le rive del fiume Elba. Di fronte alla prospettiva di un attacco alleato , il maresciallo St. Cyr aveva fatto il possibile per improvvisare a sud e a ovest ulteriori fortificazioni. Una linea improvvisata era stata preparata alla periferia e consisteva in strade barricate , case munite di feritoie e zone cintate , al di là dei sobborghi erano stati costruiti dei fortini in terra per l’artiglieria, ma tre di essi non erano di reciproco sostegno ed un altro aveva il campo di tiro molto ridotto. Gli alleati intendevano fare una ricognizione in massa durante la mattina prima di lanciare un attacco su vasta scala alle posizioni tenute da St. Cyr. Le mosse preliminari iniziarono alle cinque del mattino , ma si svilupparono lentamente e fu solo dopo le nove che una forza combinata russo-prussiana riuscì ad allontanare i francesi dal Gross Garten, un grande parco circondato da solide mura a sud-est della città. Subito dopo gran parte della linea di avamposti francese fu sfondata, ma tutti i precedenti attacchi ai fortini erano stati respinti. Due ore più tardi i francesi erano ritornati alle loro posizioni principali e ci fu una pausa quando gli alleati radunarono i loro 150.000 uomini per il grande assalto. I comandanti alleati che osservavano la scena non erano tranquilli; dalle nove avevano visto un certo movimento a Dresda e avevano udito le grida di “ Vive l’Empereur”.

Napoleone era arrivato e lo zar pensò che forse era meglio interrompere l’azione conformemente alla politica di evitare il combattimento con Napoleone. In persona. L’imperatore d’Austria si rifiutò di dare un parere ma il re di Prussia fu esplicito nel voler combattere Napoleone in una situazione così favorevole per via della superiorità numerica. Mentre questo piano veniva scartato Schwarzemberg ebbe l’ordine di rimandare il grande attacco, ma il passaggio dell’ordine fu lento e prima che la decisione potesse essere trasmessa, furono sparati i tre colpi di cannone come segnale di inizio attacco i l’esercito alleato si mise in moto sotto lo sguardo incredulo dei comandanti in capo. Fino dal suo arrivo a Dresda Napoleone aveva fatto una veloce ispezione al fronte e visitato il re di Sassonia . Si occupò poi di formare tre colonne speciali sotto la guida di Murat, Ney e Mortier mentre il comando della difesa fu lasciato a St. Cyr. La battaglia infuriò tutto il pomeriggio , dal momento che gli alleati cercavano di aprirsi una via per entrare in Dresda. Un paio di fortini passarono in mano alleata ma la linea di St. Cyr resistette in tutti i settori. Le batterie francesi sparando da tutta la linea del fiume provocarono una strage terribile nell’ala di Wittgenstein ; poi dopo le 5 del pomeriggio Napoleone pensò che era il momento del contrattacco ; nel settore meridionale Mortier attaccò alla testa di due divisioni di Guardie e riprese al generale Kleist e a Wittenberg il Gross Garten. Al centro Ney con due divisioni della Vecchia Guardia ottenne maggiori successi: davanti alla disfatta le truppe alleate si spaventarono tanto che Schwarzenberg fu costretto a fare combattere i granatieri austriaci per salvare la situazione, e al tramonto i francesi avevano riguadagnato quasi tutta la linea originaria degli avamposti di St. Cyr. Napoleone in persona sovrintendeva a tutte le operazioni. Quando venne buio Napoleone tornò a Dresda per preparare i piani per il giorno successivo , nello stesso tempo le truppe di testa di Victor e di Marmont dopo una durissima marcia, raggiunsero la città dalla parte orientale. Con l’arrivo di queste truppe la situazione di Napoleone stava rapidamente migliorando; il giorno 27 sarebbe stato in condizione di mettere in campo 120.000 uomini mentre le forze alleate durante la notte raggiunsero quota 170.000. La mancanza di rinforzi da parte alleata era dovuto alla situazione di Pirna; il generale Vandamme non aveva avuto grandi difficoltà a costringere il nemico ad attraversare l’Elba e aveva impegnato molto il corpo di Eugenio di Wurttemberg che copriva il fianco alleato. . Dato che i francesi potevano schierare 40.000 uomini in aggiunta ai soli 12.500 di Eugenio, era chiaro che ai comandanti alleati conveniva rinforzare i fianchi. Gli alleati speravano che il generale Klenau sarebbe arrivato in tempo per la ripresa della battaglia con 21.000 uomini della colonna più occidentale. Ma questa speranza risultò vana. Il piano alleato per lo scontro del 27 consisteva nell’ammassare al centro 2/3 dell’esercito lasciando i generali Bianchi e Wittgenstein a difesa delle ali destra e sinistra con circa 25.000 uomini ciascuno. Klenau quando arrivava doveva rinforzare il fianco destro . Dal canto suo Napoleone stava meditando un’azione d’attacco al centro e di doppio aggiramento dei fianchi del nemico dato che l’attacco sulla sinistra nemica era collegato all’avanzata di Vandamme , in modo da dividere la linea di ritirata . per questa ragione mise in linea ogni soldato disponibile . Murat con 35.000 uomini fu messo alla destra francese; Marmont e St. Cyr ebbero l’ordine di difendere il centro con 50.000 uomini; Ney e Mortier concentrarono sulla sinistra i restanti 35.000 uomini. Durante la notte cadde una pioggia torrenziale che trasformò il fiume Weisseritz in un gigantesco ostacolo. Quando la battaglia ebbe di nuovo inizio questo fu un grosso svantaggio per gli alleati in quanto Napoleone conosceva il terreno molto meglio dei suoi avversari e sapeva che la loro ala sinistra sarebbe risultata tagliata fuori dal resto dell’esercito, nel caso avessero perso il ponte di Plauen. L’attacco francese alla destra iniziò alle sei del mattino; Mortier e Nansouty appoggiati da Ney stanarono dal bosco le truppe di Wittgenstein costringendo la destra della linea alleata a ripiegare. La guarnigione di Seidniz respinse gli assalti francesi per un po’ di tempo infine gli alleati furono costretti ad arretrare di un altro chilometro. Vi fu una pausa nell’attacco francese quando l’artiglieria di St. Cyr polverizzò i caposaldi nemici . Nel frattempo Murat stava avanzando sull’altro fianco ; Bianchi risultò incapace di resistere all’impeto dell’attacco di Victor ; la linea si spezzò e la maggior parte delle sue truppe si trovarono costrette con le spalle al Weisseritz in piena. Dal momento che il ponte chiave di Plauen era già in mano ai francesi il centro alleato fu relegato al ruolo di spettatore impotente mentre gli uomini di Bianchi venivano spinti nel fiume. Intanto alla destra di Murat la divisione del generale Teste e la cavalleria finiva i restanti austriaci e intorno alla metà del pomeriggio la sinistra alleata aveva cessato di esistere .
In quel settore caddero in mani francesi 13.000 prigionieri mentre tutti gli altri soldati di Bianchi erano morti o dispersi. La battaglia nel centro non procedeva bene per St. Cyr e Marmont che erano inferiori per numero; tre assalti non permisero di riprendere il villaggio di Leubnitz e quando alle quattro del pomeriggio Napoleone ritornò a Dresda , previde per l’indomani un terzo giorno di combattimenti. I comandanti alleati volevano concludere la battaglia i piani per un attacco furono accantonati per via delle condizioni del terreno; poi una palla di cannone sfiorò lo zar Alessandro e dopo questo pericolo si spense quel poco di voglia di battersi che ancora esisteva. La notizia che Vandamme stava respingendo Eugenio aumentò la loro prudenza .
Furono emanati ordini per una ritirata durante la notte verso la Boemia. In due giorni di combattimenti gli alleati avevano perso circa 38.000 uomini e i francesi solo 10.000 tra morti e feriti. La leggenda della invincibilità francese sembrava sopravvivere ancora. All’alba del 28 le pattuglie francesi trovarono solo un piccolo reparto di retroguardia ; Napoleone si mise ad organizzare un inseguimento .Arrivarono nel frattempo le notizie della disfatta di Oudinot contro Bulow e la notizia che anche MacDonald aveva subito una sconfitta perdendo 15.000 prigionieri e 100 cannoni . Il successo di Napoleone a Dresda era offuscato dagli insuccessi dei suoi marescialli . Il 29 Vandamme fu costretto a cedere un po’ di terreno e a retrocedere verso Kulm ; qui il giorno 30 si trovò circondato da Kleist; Vandamme con solo 32.000 uomini si contrappose ai 54.000 alleati , tentò di trovare una via d’uscita dalla trappola , ma sebbene più della metà dei suoi uomini riuscì a disimpegnarsi 13.000 prigionieri caddero in mano alleata. E così Napoleone ebbe la notizia della terza sconfitta di uno dei suoi subordinati. In campo alleato il morale era alto mentre per i francesi le vittorie fin qui ottenute risultavano prive di valore strategico ai fini della vittoria della campagna.
 
 

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