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Napoleone - Il genio militare, la strategia, le battaglie - 1^p.
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Escrito por Mario Ragionieri   

Non è semplice parlare oggi di Napoleone Bonaparte cercando di aggiungere qualcosa di nuovo dopo tutto quello che è stato scritto su di lui nel bene e nel male; abbiamo a disposizione una vastissima bibliografia che ci dovrebbe consentire di affrontare la questione in modo sereno e tranquillo ma non è così, la grandezza del personaggio e la complessità del suo genio militare hanno permesso solo a pochi di accedere alla comprensione della sua mente vuoi perché gli studi sulla strategia sono derivati da ricerche postume (specialmente per attendibilità da quelle di Karl von Clausewitz di cui ho parlato ampiamente un poco di tempo fa in questa rubrica), vuoi perché quello da lui fatto in vita ben poco è stato messo per iscritto dallo stesso Napoleone e quindi gli studiosi di storia militare hanno dovuto studiare tutto di sana pianta in base a quanto è emerso durante e dopo le sue campagne militari. Insomma si è cercato di capire attraverso gli avvenimenti la sua mente e risalire in questo modo alla sua apparentemente semplice, ma in realtà molto complessa, visione della guerra e di come combatterla per vincerla. ( proprio da questi studi nasce il Vom Kriege)
Inizierò questo mio racconto, che si snoderà in più puntate, con una considerazione che ritengo molto importante per capire certe differenze culturali e storiche fra personaggi e non incorrere in errori madornali di accostamenti che possono spesso offuscare l'immagine del personaggio oggetto dei nostri studi.

E' all'incirca dal 1940 che si cerca di paragonare il personaggio Napoleone a quello di Hitler. Considero la cosa sicuramente degradante per il primo e troppo onorevole per il secondo tanto da rendere il paragone odioso ed irrispettoso. Napoleone almeno nei primi anni della sua opera fu stimolato da un sogno nobile che è cosa completamente diversa dal "Nuovo Ordine" auspicato da Hitler, tanto decantato ma nato già morto. Napoleone lasciò ai posteri moltissime testimonianze del suo genio ( codice civile, codice penale dei quali ancora oggi si trova traccia nella legislatura non solo francese ma anche europea); Adolf Hitler lasciò dopo il suo passaggio solo morte e distruzione e non un solo atto degno di restare in qualsiasi tipo di legislazione occidentale ( nei paesi stalinisti si). E' altresì vero che per uno che osservi i due personaggi in modo superficiale le carriere dei due uomini presentano delle affinità ; infatti entrambi salirono al potere avvalendosi dell'opportunismo in un periodo storico molto incerto che certamente favorì l'ascesa di avventurieri e dittatori. In entrambi si può riscontrare quel magnetismo delle loro personalità che influenzava chi era vicino e non solo. Ambedue dettero il colpo di grazia alla vecchia società preesistente al loro insediamento creando nuove leggi nel tentativo di proclamare un nuovo ordine sociale, contestarono la posizione assunta dalle Chiese, si avvalsero dei sistemi di terrore poliziesco e di atrocità inimmaginabili per ottenere i loro scopi.Tutti e due dimostrarono l'incapacità di trasformare l'Europa completamente sottomessa ai loro piedi in un durevole impero napoleonico o Reich millenario. Ma le loro affinità qui finiscono . Anche se è ancora troppo presto per dare una opinione obiettiva su Hitler ( ma le opere di Fest e di Kershaw hanno in larga parte ben inquadrato il personaggio), sicuramente i due non erano stati creati usando lo stesso impasto. Inoltre aggiungo che Hitler non fu un soldato anche se in certe occasioni ebbe delle ottime intuizioni militari ( l'unica impresa per cui sarà realmente ricordato sarà solo il tragico genocidio che cercò di imbastire e di portare a termine). Napoleone invece sarà per sempre ricordato come un soldato geniale e il costruttore dell'Europa moderna . Dunque i due personaggi hanno ben poco in comune a parte la nomea di devastatori. Octave Aubry usò verso Napoleone queste parole per indicare in sintesi la sua opera, e a me sembrano estremamente corrette: " Questo è quanto distingue Napoleone e, se necessario, lo scusa. Quando una impresa dura così a lungo e porta tali frutti, si giustifica da sé".

Napoleone di Buonaparte fino al 1796 si firmava, usando la maniera italiana, Capitano d' Artiglieria e aveva 24 anni quando il suo nome venne alla ribalta presso una parte dell'opinione pubblica francese. Egli non si distinse all'inizio per fatti d'arme particolari ma piuttosto per la sua abilità quale propagandista politico; è infatti poco probabile che avrebbe ottenuto il comando delle artiglierie che erano presenti all'assedio di Tolone nel settembre del 1793 se non fosse riuscito ad avere l'appoggio del fratello di Robespierre per aver scritto un opuscoletto dal titolo "Le souper de Beaucaire". Questo opuscolo non era altro che un messaggio politico contro le popolazioni delle zone ostili della Francia meridionale ed intendeva ripudiare le ragioni sulle quali esse basavano la loro azione estremista ( in pratica la rivolta contro il governo centrale giacobino).

Il capitano Buonaparte si trovò incorporato nell'esercito costituito in tutta fretta dal generale Carteaux per debellare la rivolta filoborbonica scoppiata nella Francia meridionale e aveva scritto quell'opuscolo durante i momenti di sosta delle operazioni . Ne venne fuori un libretto scritto bene e che casualmente si adattava perfettamente alla situazione che si viveva nella Francia meridionale in quel momento. Saliceti , amico corso di vecchia data di Buonaparte, fu attratto da quello che Napoleone aveva scritto e siccome militava anche lui , in qualità di membro della commissione di " deputes - en - mission", nell'esercito di Carteaux mostrò il libretto al fratello di Robespierre , Augustin, e in una seconda fase gli presentò l'autore. Il legame che nacque divenne presto di vitale importanza per l'ascesa di Napoleone poiché il tono del messaggio che l'opuscolo lanciava era esattamente in sintonia con l'atteggiamento politico del governo centrale. Oltre ad essere impressionato dal libretto il fratello di Robespierre fu attratto dal magnetismo che emanava Napoleone e ne divenne un inseparabile amico. Da li in poi egli trasmetteva al Governo centrale tutte le proposte avanzate dal capitano Buonaparte anche quando erano palesemente in contrasto con i piani e la politica dei due superiori ( Saliceti e Carteaux) ; e questo accadeva spesso. Così il nome di Buonaparte cominciò ad essere conosciuto negli ambienti che contavano della Parigi rivoluzionaria non tanto per essere un capitano d'artiglieria e per di più di origine straniera ma per il carisma e le idee che professava.


Napoleone nel 1793

L'amicizia con Robespierre durò solo un anno , nell'agosto del 1794 il generale di brigata Buonaparte si trovò implicato nella caduta dei Robespierre suoi protettori. Fu durante quell'anno di amicizia che riuscì ad assicurarsi una alta reputazione come soldato di grande avvenire e mise così le prime pietre che gli avrebbero permesso poi di salire così in alto.

BREVE STORIA DELL'UOMO
Napoleone era nato ad Ajaccio in Corsica il 15 agosto 1769 da Carlo e Maria Letizia Buonaparte; di origine italiana i Buonaparte erano entrati a far parte della piccola nobiltà corsa ed erano considerati come persone piuttosto influenti anche se non molto ricche. La famiglia era composta da 8 figli; oltre a Napoleone c'erano Giuseppe, Luigi, Gerolamo, Luciano , Carolina, Elisa, Paolina. La famiglia in occasione delle feste e dei banchetti, ospitava sempre personaggi illustri tra i quali il generale De Marboeuf, governatore francese della Corsica e comandante militare che oltre ad essere amico di vecchia data dei Buonaparte ebbe una parte importante negli inizi della vita militare di Napoleone in quanto fu grazie al suo appoggio che egli riuscì ad ottenere un posto nella scuola di Brienne in Francia. Dopo un breve periodo alla scuola di Autun per imparare bene la lingua francese il 23 aprile del 1779 Napoleone fu accolto nella scuola reale di Brienne dove studiò per 5 anni e mezzo. Si trattava di un istituto diretto da preti Minimi con metodi militari , ma non era una accademia militare anche se molti degli allievi che la frequentavano aspiravano a diventare come Napoleone, ufficiali effettivi..


Carlo Bonaparte con i figli Giuseppe e Luigi


Girolamo e Luciano Bonaparte

In quella scuola studiò molte materie ma non si trovò a suo agio circondato come era da giovani eleganti e raffinati con i quali ebbe non poche discussioni specialmente per il francese poco corretto che era solito parlare. Questo isolamento forzato nel quale i compagni di corso lo tenevano mise in risalto due particolari disposizioni del suo animo e cioè un profondo amore per la lettura e un orgoglio patriottico per la Corsica sua terra di origine facendo nascere in lui la passione per il comando. Durante quel periodo di studi e di sacrifici si sviluppò il suo naturale talento pratico. In generale il suo comportamento scolastico risultò soddisfacente e superati gli esami finali prese la decisione di proseguire gli studi nel campo dell'artiglieria quale specializzazione da conseguire nell'esercito. L'artiglieria poteva mettere in evidenza il suo talento matematico e bilanciare con le capacità intellettuali le carenze derivanti dalla ricchezza e dal casato permettendogli di fare carriera. Tutto dipendeva dall'accoglimento della sua domanda di ingresso all'Ecole Militaire di Parigi ma anche questo scoglio fu superato brillantemente ed il 30 ottobre 1784 Napoleone giunse a Parigi aveva appena 15 anni. Qui continuò i suoi studi di matematica di geografia e di storia aggiungendovi la conoscenza del tedesco, della scherma e della costruzione delle opere di fortificazione. L'improvvisa morte del padre avvenuta nella primavera del 1785 causò una grave situazione finanziaria alla famiglia e Napoleone venne a trovarsi in condizioni di vera povertà. Nell'agosto del 1785 Buonaparte sostenne gli esami finali che superò classificandosi 42° e ricevette l'ordine di presentarsi al reggimento di artiglieria la Fere che si trovava all'epoca a Valence, una cittadina sul Rodano dove prese servizio il 5 novembre.


Carolina, Elisa e Paolina Bonaparte

L'esercito francese, negli anni che precedettero la rivoluzione, non era da ritenersi molto efficiente anche se alcuni fermenti e nuove idee lo stavano trasformando; inoltre la carriera militare non offriva guadagni sufficienti ne reali prospettive di carriera tanto che i reggimenti erano sempre sotto organico. Nonostante questo Napoleone si impegnò a fondo nel cercare di apprendere il mestiere di artigliere. Nell'artiglieria francese in quel periodo era uso , per migliorare l'apprendimento dell'ufficiale di prima nomina, servire per tre mesi come semplice artigliere per imparare dalla gavetta e poi in un secondo periodo gli venivano dati gli incarichi di sottufficiale. L'esperienza fatta in queste condizioni fu molto importante per Napoleone che gli consentì di imparare come si parla ai soldati e di rendersi conto quali argomenti potevano essere per loro più interessanti. I primi elementi dell'attitudine a comandare i soldati li apprese durante la permanenza a Valence mentre portava a termine tutti gli stadi di addestramento ; questo periodo ebbe termine il 10 gennaio 1786 quando ricevette la conferma del suo passaggio in servizio permanente effettivo. A Valence trascorse nove mesi poi nell'agosto del 1786 fu inviato a Lione per contribuire alla repressione di alcune ribellioni locali , in seguito con il suo reggimento raggiunse Douai e qui Napoleone dall'ottobre 1786 al febbraio 1787 continuò i suoi studi .
Il primo febbraio 1787 ottenne la prima licenza e partì per la Corsica dove rimise piede dopo 8 anni di assenza; la licenza serviva anche a rimettere un poco di ordine negli affari di famiglia. In aprile chiese in una lettera indirizzata al maresciallo De Segur ministro della guerra, che potesse prolungare la sua licenza "di cinque mesi e mezzo a partire dal 16 maggio prossimo necessaria per rimettersi in salute secondo quanto specificato dall'accluso certificato del medico chirurgo".

Ai primi di giugno del 1788 Napoleone tornò ad Auxonne per raggiungere il reggimento nel quale era in forza; furono 15 mesi molto importanti per la sua carriera perché completarono la sua formazione militare. Allora Auxonne era considerato il più importante centro di addestramento per l'artiglieria di tutta la Francia ed era comandato dal barone De Teil che aveva fama di essere un esperto artigliere. In queste condizioni gli studi di Napoleone presero un nuovo significato e una maggiore profondità; Buonaparte veniva sempre più spesso scelto per incarichi speciali e in agosto gli fu affidato il comando di una compagni sperimentale con il compito di effettuare prove suggerite dai suoi superiori che stavano cercando il sistema di sparare proiettili da mortaio con cannoni ordinari. Questo compito permise a Napoleone di entrare in contatto con i migliori specialisti dell'artiglieria dell'epoca; Napoleone si dedicò con estremo impegno alle tecniche in fase di sperimentazione che nel marzo del 1789 scrisse per il suo comandante un saggio sull'argomento. Durante questo periodo Napoleone partecipò alle sue prime esercitazioni senza truppe poiché De Teil aveva l'abitudine di portare i suoi ufficiali in aperta campagna dividendoli in squadre con compiti difensivi e offensivi di villaggi e colline lasciandoli liberi di studiare soluzioni individuali che venivano poi discusse e messe a confronto fra loro. Tutto questo fu utilissimo a Buonaparte perché fu proprio allora che egli tracciò le prime linee generali dei concetti strategici e tattici che dovevano poi costituire la base delle grandi battaglie e delle campagne a cui avrebbe partecipato da protagonista negli anni a venire.
La vita di Napoleone era in quel periodo molto misera e poteva vivere solo grazie allo stipendio anch'esso misero, che gli offriva la vita militare. L'8 agosto 1789 fece domanda per altri sei mesi di licenza; la domanda venne accolta e il 16 settembre lasciò Auxonne per la Corsica. Tornato nella sua terra trovò l'isola nel bel mezzo di una rivoluzione e in 4 settimane era divenuto un capo rivoluzionario chiedendo per lettera aiuto all'Assemblea nazionale francese; la settimana successiva organizzò l'attacco all'arsenale di Bastia per procurarsi armi. L'Assemblea nazionale dichiarò formalmente che la Corsica era una parte della nuova Francia e chiese che l'anziano rivoluzionario Paoli si mettesse a capo del nuovo governo locale; Napoleone fu da questi deluso perché letteralmente lo ignorò e così nel 1791 dopo ben 16 mesi di licenza decise di tornare ai suoi doveri di vita militare al reggimento ad Auxonne dove era allora di guarnigione il Regiment de Grenoble .

Il 4 agosto 1791 l'Assemblea nazionale autorizzò la formazione di battaglioni di volontari in ciascun dipartimento; in sintonia con i principi rivoluzionari dell'egalitè gli ufficiali dovevano essere di gradimento dei soldati e quindi eletti da loro come ufficiali con la sola eccezione degli aiutanti maggiori che dovevano essere nominati dai generali che erano al comando dei distretti. L'Assemblea aveva inoltre decretato che tutti gli ufficiali prescelti per quel servizio sarebbero rimasti ai loro posti assegnati nei battaglioni senza perdere anzianità e il grado che avevano nell'esercito regolare. Era una importante occasione per avere qualche promozione e il tenente Buonaparte inviò una richiesta di essere inviato in Corsica ma la domanda venne respinta. Non si dette per vinto chiese di incontrare il suo vecchio comandante De Teil che era ora ispettore generale di artiglieria, e dopo il colloquio se ne tornò con una licenza di tre mesi a stipendio pieno.
Il 6 settembre era in Corsica e quasi subito riuscì ad avere il posto di aiutante maggiore nel battaglione volontari di Ajaccio. Ma nuovi mutamenti di politica dell'instabile Assemblea nazionale lo costrinsero a cercare di ottenere il comando in seconda del battaglione volontari di Ajaccio in modo da mantenere intatto grado e stipendio .Con abili parole e convincenti mosse riuscì a farsi eleggere il 1° aprile 1792 tenente colonnello dei volontari; promozione importante per un tenente di appena ventidue anni. Si mise immediatamente al lavoro e preparò una serie di ordini per la Guardia nazionale corsa che furono i suoi primi atti importanti per la chiarezza e la perfezione che possedevano. Ma commise anche degli errori che non furono graditi a Paoli; per giunta a Valence venne ordinata una immediata riunione obbligatoria degli ufficiali e quelli che non vi presero parte il 1° di aprile furono dichiarati fuori ruolo dal reggimento. Informato di questo Napoleone tornò immediatamente a Parigi per rivendicare i suoi diritti.
A Parigi Napoleone fu testimone della marcia sul palazzo delle Tuileries del 20 giugno, e Bourrienne , suo vecchio amico di Brienne, sostiene che Napoleone era furioso per la scarsa resistenza opposta dalla Guardia reale e racconta che aveva esclamato ad alta voce: "Che pazzia! Come hanno potuto permettere a quella canaglia di entrare? Perché non ne hanno spazzati via quattro o cinquecento a cannonate? Gli altri se la sarebbero svignata più che alla svelta". Era davvero il preludio a Vendemiaire! Fu in quella occasione che se lo mise in testa? Che lo memorizzò per un futuro impiego? Due mesi dopo fu spettatore dell'assalto definitivo alle Tuileries ed al conseguente massacro della guardia svizzera da parte del popolo in armi, questo episodio lo portò a due considerazioni: 1) il disprezzo per la plebaglia e la violenza popolare, 2) il disprezzo ancor più forte per le truppe regolari debolmente comandate. Nonostante la confusione regnante sovrana, Napoleone lasciò Parigi il 17 settembre con il grado regolarmente riconfermato di capitano d'artiglieria e di tenente colonnello dei volontari. Tornò di nuovo in Corsica passando per Tolone il 15 ottobre e trovò la situazione peggiorata ; Paoli si era stancato dei legami con la Francia e dunque esisteva uno stato di guerra non dichiarata con l'Assemblea francese. Napoleone non approvava il decorso degli avvenimenti il suo processo di francesizzazione era quasi completato e quindi Paoli non vedeva di buon occhio quel comandante in seconda che, proveniente dalla Francia, si presentava di nuovo per espletare le sue funzioni di vice comandante.


Ritratto giovanile

I FATTI DI TOLONE
Napoleone fece la sua prima esperienza di guerra nel 1793 e fu un completo fiasco magari non per colpa sua. In quel periodo la Sardegna era nemica acerrima della Francia e il governo francese ordinò a Paoli di predisporre uno sbarco nella città di Cagliari; ai primi del 1793 la spedizione salpò per Cagliari dove subì una sconfitta sanguinosa e del tutto prevedibile. Per mascherare l'attacco principale venne organizzata una colonna composta da 150 soldati regolari e 450 volontari del battaglione del colonnello Quenza con 4 cannoni per attaccare La Maddalena ; la spedizione era al comando del colonnello Colonna Cesari nipote di Paoli e Napoleone partecipò come elemento della forza di attacco. Il 22 febbraio la spedizione giunse sull'obiettivo e si ancorò nella zona ovest del canale tra La Maddalena e la piccola isola di santo Stefano.Il 23 febbraio la truppa sbarcò sulla spiaggia e riuscì a prendere il forte mentre Napoleone , tornato per l'occasione a fare l'artigliere, piazzava una batteria di due cannoni e un mortaio per colpire la Maddalena. Per tutto il 24 l'artiglieria colpì l'abitato poi deciso l'attacco per il giorno dopo ci fu un epilogo a dir poco grottesco dell'attacco in quanto tutto fu annullato per un presunto ammutinamento dell'equipaggio della corvetta che indusse il comandante a rinunciare all'operazione e reimbarcare le truppe. Un piccolo particolare Bonaparte fu informato molto i ritardo della decisione e nonostante gli sforzi per recuperare i pezzi tutto fu inutile tanto che, resi inservibili, restarono nell'isola. In preda alla più assoluta collera Napoleone inveì contro il comandante subodorando in questa cosa la mano di Paoli che aveva ordinato l'interruzione dell'operazione. Egli comunicò i fatti e i sospetti alla Convenzione a Parigi. Furono inviati degli ispettori con i quali Napoleone collaborò attivamente; le cose mutarono rapidamente quando a Tolone il fratello Luciano pronunciò un discorso contro Paoli considerandolo un controrivoluzionario. I risultati di questa dichiarazione furono due; il primo di costringere Paoli a smascherarsi quale assertore della indipendenza della Corsica dalla Francia e il secondo fu di costringere la famiglia Buonaparte ad abbandonare l'isola. Il 10 giugno Napoleone con l'intera famiglia si imbarcò a Calvi per raggiungere Tolone e di li trovarono una sistemazione a Levalette nei pressi di Marsiglia. Questo frangente rappresentò la svolta decisiva nella vita di Napoleone che rotti tutti i legami con la natia isola rivolse i suoi sforzi alla Francia. Dunque sistemata la famiglia decise di tornare al suo reparto che si chiamava adesso 4° reggimento di artiglieria in base alle norme della Convenzione che aveva abolito tutte le precedenti denominazioni, Napoleone quindi stese un rapporto sui porti della Corsica suggerendo di installarvi una base navale per contrastare gli inglesi in Mediterraneo; in un rapporto allegato indicava come difendere la base di Ajaccio ( il porto da lui indicato) in modo molto dettagliato e dove posizionare le artiglierie per renderla difendibile. Strano a dirsi ma se si osservano le piante della base di Ajaccio e quelle di Tolone si può riscontrare l'estrema similitudine tra i due porti e questo assunse un carattere importantissimo quando di li a poco scoppiò la rivolta a Tolone. Dall'approfondito studio delle necessità difensive della città di Ajaccio Napoleone scoprì senza rendersene conto la chiave delle difese di Tolone. La collina di Aspreto e la punta L'Eguilette dominavano i rispettivi ancoraggi siano esse state nelle mani degli attaccanti o dei difensori; era da quelle alture che si poteva controllare benissimo le acque dei due porti.
Nello stesso anno il capitano Buonaparte fu inviato per servizio ad Avignone per assumere il comando di un convoglio che trasportava un carico di polvere da sparo destinata all'Armata d'Italia; ma nel mezzogiorno della Francia scoppiò la rivolta più seria contro la fragile Repubblica francese così l'Armata d'Italia restò senza quella polvere da sparo.
Le cause della rivolta furono la leva straordinaria di circa 300.000 coscritti per la difesa della patria dall'invasione degli stranieri e le leggi sulla proscrizione del 31 maggio e del 2 giugno 1793 in chiaro contrasto con i principi di libertè ed egalitè.




Marsiglia insorse e Avignone seguì l'esempio di li a poco come pure si sapeva che anche Tolone era pronta alla rivolta. La cosa destò una viva preoccupazione tanto che fu ordinata l'immediata concentrazione di 3000 soldati a Valence affidando il comando ad un colonnello di nome Carteaux ; Il capitano Buonaparte offrì immediatamente i suoi servigi al colonnello che li accettò subito. Così Napoleone partecipò all'azione contro Avignone che terminò in un successo seppure di poco conto per la Repubblica. Dopo questa azione Carteaux riordinò le forze a sua disposizione per marciare su Marsiglia che il 25 agosto si arrese .Nella notte tra il 27 e 28 agosto Tolone si ribellò e permise alla flotta anglo- spagnola di entrare nel porto mettendo la Francia in una difficile situazione. Tolone era l'arsenale navale più importante del Paese e credo che lo sia anche oggi, ma era soprattutto la chiave del controllo francese del Mediterraneo; perderla in quelle condizioni rappresentava un colpo durissimo per la reputazione della Repubblica sia all'interno che all'estero. Se Tolone non veniva ripresa al più presto la rivolta avrebbe potuto estendersi non solo in Vandea, dove già ardevano violenti focolai, ma anche in altre zone a tal punto da pregiudicare la sopravvivenza della rivoluzione stessa; Tolone era dunque il banco di prova della tenuta della rivoluzione francese.
Il governo prese tutte le misure necessarie; la forza di Carteaux venne portata a 12.000 uomini mentre altri 5.000 furono posti al comando del generale Lapoype togliendoli dall'Armata d'Italia. Le forze che difendevano Tolone erano all'inizio in maggioranza inglesi e spagnole e contavano circa 4.000 uomini a cui si aggiunsero presto altri 4.000 uomini fino ad un massimo di 15.000 a mano a mano che nuovi convogli portavano rinforzi nel porto.Nella prima settimana Lapoype aveva raggiunto le vie di accesso a Tolone e occupato Hyeres e Sollies. Carteaux accompagnato da Saliceti, Gasparin e Barras, si stava avvicinando alla città per costituire l'altro braccio della tenaglia ed era riuscito a respingere gli avamposti predisposti dalla guarnigione di Tolone. Durante uno di questi scontri rimase ferito gravemente il capitano Dommartin comandante dell'artiglieria a seguito delle forze di Carteaux il quale capì subito che non era possibile condurre un assedio così importante senza un esperto comandante di artiglieria. I pezzi in dotazione non erano molti ( 2 da 24 libbre, 2 da 6 libbre, due mortai e alcuni piccoli pezzi da campagna) e lo sviluppo degli eventi non era certo così scontato per le forze repubblicane.Un fatto nuovo accadde il 16 settembre mentre il capitano Buonaparte stava scortando un convoglio carico di polvere da sparo sulla strada che da Marsiglia porta a Nizza; Egli infatti con la scusa di andare a salutare Saliceti suo amico, deviò dalla strada che percorreva e riuscì ad incontrarlo a Beausset. Dopo poche ore aveva ottenuto l'incarico di comandante dell'artiglieria di Carteaux ; Saliceti era adesso convinto di aver trovato, come la manna piovuta dal cielo, l'uomo giusto per il momento. Buonaparte non era certo un personaggio facile da gestire e fin dall'inizio mise sulla tavola il piano che avrebbe dovuto essere seguito in quanto si era reso conto , unico tra gli ufficiali francesi, che, se il promontorio dominato dalla collina di La Caire, che terminava a punta L'Egualitte fosse passato in mani francesi avrebbe potuto obbligare la flotta alleata ad evacuare rapidamente la Rada piccola e la zona dei moli di Tolone. Per giungere alla vittoria bisognava isolare Tolone da terra e dal mare; ma Carteaux e Lapoype avevano altri piani e per loro il giovane Napoleone diventò una vera palla al piede per la sua insistenza nel perorare il suo piano. Ma ripensando a cosa proponeva il giovane ufficiale cominciarono a vedere che l'idea era giusta e poi egli era appoggiato da uomini potenti come Saliceti ed inoltre , anche se era duro ammetterlo, sicuramente aveva una maggiore conoscenza delle tecniche di assedio. Carteaux promosso in soli tre mesi da Colonnello a comandante in capo, provò a portare avanti la sua idea piazzando i cannoni nella gola di Ollioules per cannoneggiare la flotta alleata, ma quando i cannoni aprirono il fuoco si rese conto di essere molto al di fuori della loro portata dei bersagli da colpire. Inoltre aveva commesso un altro grave errore e cioè non si era minimamente preoccupato di farsi inviare materiale adatto per un assedio. E qui entra in scena Buonaparte che, sostenuto nelle sue idee da Saliceti e da Barras, convince il comandante a piazzare due batterie su una collina che dominava la spiaggia occidentale della Rada Piccola Dopo un breve bombardamento Napoleone costrinse l'ammiraglio inglese Hood a spostare le sue navi più vicino a Tolone cioè proprio nella trappola che Buonaparte aveva pensato di realizzare. Dopo due giorni Napoleone convinse Carteaux a prendere d'assalto la collina di La Caire ; anche qui Carteaux fallì perché impiegò nell'azione troppi pochi soldati e non si rese conto dell'errore commesso e delle conseguenze. Questo fallimento mise in guardia i difensori della città che compresero l'importanza della collina e inviarono truppe consistenti a presidiarla . I genieri britannici realizzarono a tempo di record un grande terrapieno denominato forte Mulgrave e lo armarono con 20 cannoni pesanti e 4 mortai. Vedendo questa opera anche Buonaparte si rese conto che realizzare il suo piano non sarebbe stata più una cosa rapida e semplice.
Dunque visto che occorreva del tempo Napoleone lo impiegò a raccogliere gli equipaggiamenti e i cannoni necessari per un lungo assedio ordinando anche requisizioni; i cannoni arrivarono da Marsiglia, da Avignone, dall'Armata d'Italia e i rifornimenti e i cavalli furono estorti con le buone o con le cattive ai contadini del posto. Dopo sforzi enormi egli riuscì a raccogliere un centinaio di cannoni e tra questi un buon numero di pezzi da 24 libbre e mortai a lunga gittata; infine per farli funzionare richiese ai deputès che erano con le truppe d'assedio, di richiamare in servizio tutti gli ufficiali di artiglieria che risiedevano nei paraggi. Il 25 ottobre stufo di vedere come i suoi superiori conducevano le operazioni di assedio, scrisse al Comitato di salute pubblica chiedendo aiuto immediato ed esponendo il suo piano d'azione che prevedeva la presa de L'Eguilette e il posizionamento di una batteria sulla punta del promontorio. Gli giunse il 18 ottobre la comunicazione che era stato promosso maggiore (chef de bataillon). Dopo molti indugi finalmente il Comitato inviò l'anziano Jean du Teil fratello del vecchio istruttore di Buonaparte nel periodo trascorso ad Auxonne. Carteaux disponeva di molti piani che volta in volta gli ufficiali proponevano ma non sapeva prendere una decisione fino a che il 23 ottobre fu rimosso dall'incarico e inviato a comandare l'Armata d'Italia. Fu rimpiazzato dal generale Doppet di professione medico e come soldato ancor più incompetente del predecessore. Durò solo tre settimane dopo di che grazie ai suggerimenti di Buonaparte e ai continui esposti di Saliceti e Barras al Comitato arrivò al comando il generale Dugommier un abile e competente veterano. Tutti continuavano a mettere bocca preparando piani irrealizzabili e Buonaparte , nella generale confusione, continuava a predisporre i suoi preparativi. Entro il 30 novembre riuscì a piazzare undici batterie, otto delle quali erano composte da un totale di 38 pezzi pesanti posizionati in modo da poter neutralizzare forte Mulgrave con tiro incrociato; le altre due con 9 cannoni potevano colpire il forte Malbousquet sulla spiaggia settentrionale della Rada Piccola . L'ultima batteria poteva colpire con i suoi sei mortai il centro di Tolone. Napoleone era sicuro di poter espugnare le due fortificazioni e poi di scacciare la flotta inglese dalla rada. Il 25 novembre il generale Dugommier riunì un consiglio di guerra con Buonaparte nella veste di segretario nel corso del quale fu deciso di dare attuazione al piano che Buonaparte aveva sempre perorato e cioè: massiccio bombardamento sulle difese del promontorio seguito da un attacco diurno contro forte Mulgrave e appoggiato da un attacco simulato contro il monte Faron; dopo questo sarebbe seguito il piazzamento di una batteria a punta L'Eguilette con la quale colpire la flotta inglese con palle scaldate al color rosso. Ma le cose non vanno mai per il verso giusto e così quattro giorni dopo la riunione la guarnigione del forte Malbousquet fece una sortita in forze per distruggere la batteria che fronteggiava la fortificazione riuscendo ad inchiodare i 7 cannoni da 24 libbre ivi posizionati. ( inchiodare voleva dire infilare un chiodo nel focone in modo da rendere inservibile il pezzo). Dugommier e Buonaparte guidarono il contrattacco a cui seguì un violento scontro del quale disponiamo di un colorito racconto.
Dugommier scrisse a Parigi un rapporto nel quale si leggeva: " Tra quelli che si sono maggiormente distinti e che mi hanno dato il migliore aiuto nel radunare gli uomini e portarli all'attacco, cito Bonna Parte, comandante dell'artiglieria, Arena e Cervoni, aiutanti generali". La sortita dal forte era stata respinta con 400 morti e 200 prigionieri tra cui il generale O'Hara inglese .


Napoleone a Tolone

Il 14 dicembre giunse una nuova brigata comandata da Massena e il 17 dicembre Dugommier ordinò l'assalto al forte Mulgrave Il mattino di buon ora 6000 uomini sotto la copertura di un violento cannoneggiamento al comando del generale Murino attaccarono il forte che fu preso con la perdita da parte degli attaccanti di circa un migliaio di uomini; nel frattempo nella zona nord-est di Tolone il generale di brigata Massena riusciva a prendere il forte Antigues. Anche Buonaparte si era impadronito con piccole ma importanti azioni delle fortificazioni di punta L'Eguilette dopo aver perso il cavallo su cui cavalcava e ricevuto un colpo di baionetta ad una coscia. Nel tardo pomeriggio era stata piazzata una batteria di 18 cannoni per colpire il porto interno di Tolone. Era il momento della verità; l'ammiraglio Hood appena i francesi aprirono il fuoco sulle sue navi ordinò di abbandonare con l'intera flotta la Rada Piccola e nello stesso pomeriggio le truppe inglesi fecero saltare in aria l'arsenale segno evidente che l'assedio stava per terminare. Poche ore dopo gli ultimi inglesi con tutti i civili che poterono prendere a bordo salparono abbandonando Tolone al suo destino. Alle 9 del 19 dicembre le forze rivoluzionarie prendevano possesso di Tolone.La vendetta non si fece attendere e secondo gli inglesi fu proprio Buonaparte a condurla spietatamente ma non è certo che il racconto fatto sia del tutto veritiero. Un fatto è certo però il maggiore Buonaparte riconosciuto come la mente del piano di conquista di Tolone, anche se ufficialmente era solo un esperto di artiglierie, fu promosso provvisoriamente il 22 dicembre al grado di generale di brigata quale riconoscimento per i suoi utili servigi; il 16 febbraio 1794 il grado gli fu confermato dal Comitato di salute pubblica. Aveva solo 23 anni pochi per un grado così elevato. Essere generale sotto la Repubblica era un rischio enorme visto che molti generali se sbagliavano venivano condannati dal Comitato , sicuramente poco esperto di cose militari, e immediatamente fucilati o ghigliottinati e la lista era già molto lunga.

Cari amici lettori ho trattato ampiamente questo episodio della storia di Napoleone Buonaparte perché rappresenta l'inizio della sua fortunata carriera che lo porterà come vedremo in seguito sugli altari e nella polvere con fasi alterne. ( ....Due volte nella polvere due volte sull' altar......... Fu vera gloria ? Ai posteri l'ardua sentenza...... dal 5 maggio A. Manzoni)


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Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005
-- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007