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Il Fronte Italiano 1943-44 - Agosto 1944 una battaglia inutile: Firenze
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Escrito por Mario Ragionieri   

Oggi lo sappiamo la campagna d'Italia fu anche una serie di errori commessi dagli Alleati in nome di strane rivalità sul campo fra Inglesi Americani e anche in ultimo Francesi per arrivare a liberare una città per primi senza tenere conto delle necessità complessive del fronte; una gara tra generali che portò spesso ad errori gravi. Uno di questi errori commessi fu la battaglia combattuta per Firenze alla fine di luglio del 1944. La decisione di assalire la città frontalmente più che rispondere ad esigenze tattiche ebbe il sapore di scelte politiche ; insomma ciascuno degli alleati voleva annoverare la presa di una città importante. Lo fu per Roma , lo fu per Siena e lo fu anche per Firenze.
Il comando del Gruppo armate C di Kesselring si attendeva una iniziativa del genere da parte degli anglo-americani osservando come era proceduta l'avanzata in Toscana nel luglio del 1944; in base a queste osservazioni era stata predisposta una iniziativa dal nome " colpo di tuono" mai messa in pratica per mancanza diciamo di iniziativa da parte dei generali sottoposti ad Alexander. Infatti quando fu evidente che la lenta avanzata degli Alleati era diretta precisamente su Firenze, ai tedeschi non restò altro da fare che cercare di attestarsi linee difensive che sfruttavano il territorio in modo da prolungare la resistenza il più a lungo possibile affinché i lavori di predisposizione delle difese della linea Gotica fossero ultimate in tempo. Questo stato di cose costrinse i soldati del XV Gruppo di Armate a sostenere dure battaglie e a subire molte perdite; i danni più grossi derivati da questa scelta alleata lo subirono le unità della 6° divisione corazzata sudafricana, obbligate a combattere tra le colline del Chianti senese e fiorentino e la 2° divisione neozelandese che andò a sbattere a fine luglio contro la linea di difesa tedesca denominata " Paula". Questa linea si ancorava all'altezza di Montelupo Fiorentino con l'altra linea difensiva dell'Arno detta " Heinrich" e si snodava verso est sulle colline di Cerbaia, San Casciano e Montespertoli.


Bombardamento di Firenze dell'11 Marzo '44



Da un po' di tempo personaggi fiorentini come lo svedese Steihauslin, il console tedesco Wolf, il cardinale della Costa avevano chiesto al comando tedesco di poter trattare con gli Alleati affinché Firenze fosse dichiarata " Città Aperta" e in un primo momento da parte di Kesselring c'era stata ampia disponibilità ad accettare questo stato di Firenze; poi le esigenze militari ebbero il sopravvento anche se le trattative non cessarono mai. Si cercò fino all'ultimo di salvare i ponti di Firenze affinché non fossero fatti saltare; ma la determinazione alleata di avanzare diritti verso la città rese tutti gli sforzi inutili tanto che alla fine Kesselring emanò la direttiva di far saltare tutti i ponti sull'Arno meno il Ponte Vecchio . Alla fine di luglio la resistenza delle truppe tedesche divenne molto forte e il generale Freyberg, al quale le operazioni svolte lentamente non piacevano, evidentemente dimostrando di non avere ancora capito con chi aveva a che fare, voleva andare a Firenze sfruttando la sua mobilità ma i suoi Kiwis, cioè i suoi soldati come erano comunemente chiamati, venivano duramente colpiti dai granatieri della 29° divisione Panzer grenadier sulla linea ".Paula".


Postazione di artiglieria tedesca in P.zza Beccaria



Il giorno 24 di luglio, la città di Firenze diveniva zona operativa.; il comando fu assunto dal colonnello Fuchs della 4° divisione paracadutisti del generale Trettner e in città furono schierati molti paracadutisti del 10° e dell'11° reggimento assieme a uomini della Feldgendarmerie guidati dal maggiore Von Saubert. A fronte di questi preparativi c'era comunque la volontà da parte di Kesselring e dello stesso Hitler di non combattere in Firenze. Ma come sempre succedeva e con straordinario tempismo Alexander attraverso volantini e la radio lanciava questo comunicato:

Messaggio speciale ai cittadini di Firenze.
Le armate alleate si avvicinano a Firenze. La liberazione della Città è prossima. Voi cittadini di Firenze , dovete essere compatti per preservare la vostra Città dalla distruzione e sconfiggere i nostri comuni nemici: i tedeschi e i fascisti. Queste istruzioni provengono dal Quartier Generale del generale Alexander, comandante in capo delle truppe alleate in Italia. Fate l'impossibile per prevenire la distruzione della Città. Impedite al nemico di fare brillare le mine che egli può aver piazzato sotto i ponti, gli edifici pubblici, altri stabili e impianti della Città. Proteggete le centrali telefoniche e telegrafiche e gli altri mezzi di comunicazione, Salvaguardate per il vostro uso stesso i servizi pubblici come gli acquedotti, le centrali elettriche, i gazometri. Proteggete le ferrovie, le installazioni ferroviarie e tutti i servizi pubblici di trasporto come i tranvai . Nascondete al nemico le vostre riserve alimentari. Notate dove il nemico ha piazzato mine ed ordigni di guerra, indicate le loro posizioni alle pattuglie Alleate di avanguardia. Pronunciate " main" leggendo all'italiana ed indicando il posto. Rimuovete dalle strade tutti gli ostacoli, barricate ed altre ostruzioni. Lasciate libere dal passaggio dei veicoli militari la vie e le piazze. E' vitale per gli Alleati che la truppa possa attraversare Firenze senza perdita di tempo per completare la distruzione delle armate tedesche che si ritirano verso nord.


Combattimenti nei dintorni di Firenze



Fu quest'ultimo paragrafo del messaggio che segnò il destino della città.
Il 31 luglio, il I Corpo ricevette l'ordine per l'operazione Feuerauber con la clausola che solo un ufficiale superiore e cioè il comandante della XIX armata Lemelsem, su ordine di Kesselring, poteva dare ordine di iniziare questa fase della lotta. Nel frattempo su Firenze si stavano avvicinando le brigate partigiane che fino a quel momento avevano contrastato i tedeschi sulle montagne intorno alla Città. Gli uomini si nascosero in luoghi prestabiliti in attesa di poter entrare in azione . Il 3 agosto nel diario de 2/4° battaglione Hampshire della 4° divisione di fanteria britannica, si leggeva: " ore 12,15. Da S. Donatino Firenze è chiaramente visibile, Una dura battaglia è in corso alla nostra sinistra dove i sudafricani stanno avvicinandosi all'Arno". Le truppe alleate stavano convergendo sulla città. Il 2/4° Hampshire durante la marcia di avvicinamento incontrava gruppi di partigiani piuttosto numerosi , ben armati e organizzati. Alle ore 13 del 3 agosto nel diario di guerra del 1° Scots Guards si trova scritto: " Alle prime luci del giorno, la compagnia D e lo Special Service Battallion giungevano a 2 Km. sotto il Galluzzo a sole tre miglia da Firenze" .




Truppe alleate alle porte della città



L'ufficiale addetto alle informazioni della XIV armata tedesca scriveva quello stesso giorno che:
" Il nemico ha diretto, durante tutto il giorno, fuoco di disturbo sui lati sud della città aperta di Firenze e alle 16 ha sparato 25 colpi contro piazza Museo Istituto d'Arte e altrettanti sul ponte alla Vittoria. Alle ore 10,00 e 17,30 stesso numero di colpi sul quartiere Bellosguardo. Alle 19,20 la piazza Istituto d'Arte è stata attaccata da cacciabombardieri e le strade della parte sud della città sono state prese di mira da armi di bordo. Nei quartieri cittadini in questione si sono avuti forti danni alle costruzioni" .

Quel giorno , un giovedì, il comando tedesco ordinava lo stato di emergenza. Tra le 2 e le 4 del mattino, le prime esplosioni segnavano la sorte dei ponti fiorentini. Infatti il diario della 24° brigata Guardie inglesi riporta che: " In nottata furono udite numerose esplosioni; il nemico faceva saltare i ponti sull'Arno" . E un ufficiale inglese scriveva ancora:
"E' una veduta assai strana. La città sembra assolutamente deserta osservandola dall'alto delle colline. Non vi è alcun movimento nelle strade, niente fumo, nessun rumore , alcun traffico. Nessuno ha appeso la sua biancheria ad asciugare. Non vi erano bambini agli angoli delle strade. Le finestre erano sbarrate. La città giaceva ai piedi dei suoi conquistatori" .


I tedeschi minano Ponte Vecchio



Presso e dentro Palazzo Pitti stazionavano migliaia di sfollati che , già dal 30 luglio avevano lasciato le case in prossimità dell'Arno e che non avrebbero più rivisto.
Alle 4,20 del venerdì 4 agosto 1944 una pattuglia inglese raggiungeva Ponte Vecchio passando attraverso Porta Romana; gli uomini poi fecero una relazione al comando sul fatto che le case su entrambi i lati del ponte erano state demolite, come pure tutti gli altri ponti che attraversavano l'Arno. A questa pattuglia seguirono i plotoni carri dando così ragione alla 6° divisione corazzata sudafricana di essere stata la prima unità alleata ad aver raggiunto Firenze; ma la città adesso era divisa in due. Nella parte nord i paracadutisti tedeschi tenevano la linea lungo il fiume con mitragliatrici , mortai e obici piazzati nelle strade e nelle piazze; alcuni carri e autoblindo li appoggiavano in piazza Beccarla e in Viale Regina Margherita. A sud nei quartieri già liberati entravano in azione i cecchini fascisti posizionati nei piani alti delle case di Piazza Santo Spirito, Porta Romana, Piazza Tasso, S. Niccolò, Viale Tetrarca.. Ebbero immediatamente inizio le operazioni di rastrellamento fatte congiuntamente da partigiani e soldati alleati; Alcune compagnie alleate si avviavano verso il Ponte Vecchio e Ponte alla Carraia incontrando mine e trappole di ogni genere. Da nord i tedeschi colpivano con un intenso fuoco le strade che si dirigevano al fiume tanto che l'ufficiale informazioni della XIV armata tedesca scriveva che:
"Impediti dalle vaste demolizioni e dalle mine a sud e sul lato sud della città di Firenze, i reparti più avanzati del nemico sono riusciti solo verso le 9 ad avanzare fino ai ponti distrutti della zona urbana. In questa occasione, si è appurato che i civili li guidavano al di fuori delle strade principali , per vie secondarie attraverso il terreno suddetto" .


L'abbattimento del Ponte S.Trinita

 


I resti dei Ponti S.Trinita e S. Niccolò



Il compito di combattere era in quel momento demandato alle artiglierie di entrambi i contendenti i cui colpi passavano in continuazione sopra le case. La popolazione rinchiusa in casa aspettava con ansia l'evolversi della situazione ascoltando i rumori della battaglia che diventava intensa; infatti ai lati di Firenze gli Alleati tentavano più volte senza successo di attraversare l'Arno.
Nel tratto della 2° divisione neozelandese di fanteria e della 6° divisione corazzata sudafricana, il nemico ha tentato, nella notte, di attraversare in più punti con effettivi di un plotone ovvero di una compagnia. Fatta eccezione per un reparto d'assalto che al momento resiste ancora sulla riva nord presso Rovezzano, tutti i tentativi di attraversamento sono stati respinti , in parte nel contrassalto immediato.
Il 7 agosto i canadesi della 1° divisione entrarono a Firenze seguiti subito dagli indiani dell'8° fanteria.L'11 agosto sempre l'ufficiale addetto alle informazioni della XIV armata scriveva in una relazione: " Nel settore del XIII corpo inglese, respinta perlustrazione con effettivi di due plotoni ai due lati di Ponte alla Vittoria. Nostri movimenti di sganciamento si sono svolti senza problemi" . Quel giorno i paracadutisti tedeschi che fino a quel momento avevano tenuto le spallette dell'Arno, si ritirarono spontaneamente su una linea nuova che seguiva il torrente Mugnone, fino a Piazza delle Cure, scendendo lungo la ferrovia, lato stazione Campo di Marte. Questo ripiegamento, non solo serviva ad accorciare la linea per renderla più sicura, in modo che i problemi di gestione della gran parte della Città fossero sulle spalle degli Alleati. I partigiani delle brigate Rosselli, Garibaldi Arno, Sinigaglia e Lanciotto lasciati i loro rifugi, si gettavano sulle postazioni nemiche. Gli scontri si accendevano alla Manifattura tabacchi, alla Fortezza da Basso e lungo la linea ferroviaria. I soli soldati alleati che attraversarono l'Arno furono un maggiore inglese e un sergente canadese. I cecchini fascisti sparavano sui civili e sui partigiani e vennero stanati uno ad uno per finire poi fucilati sul sagrato di Santa Maria Novella.





Paracadutisti tedeschi lungo l'Arno



Dal diario della 2° divisione neozelandese:
"In Firenze i patrioti ora dichiarano di essere in possesso del centro della città. La linea nemica sembra seguire il Mugnone attraverso la parte ovest e nord della città. La zona è colpita dalla nostra artiglieria ma non da forza alle nostre truppe. Cibo e condizioni di vita nella città vengono riportate essere critiche" .

E sempre l'ufficiale addetto alle informazioni scriveva:

" Nella zona di Firenze civili contrassegnati da fascette rosse al braccio ed armati di MG e lanciabombe organizzano resistenze e sparano su nostre retroguardie. Nel nostro tratto della città di Firenze, delle autoblindo mantengono la calma"


Truppe sudafricane e partigiani



Il giorno successivo i neozelandesi comunicavano al comando che i tedeschi nelle strade che portavano al Mugnone stavano contrattaccando i partigiani; la loro tattica era quella di mantenere libere le strade tra il centro e il torrente. Alle Cascine I semoventi tedeschi e molte mitragliatrici tenevano la situazione sotto stretto controllo tanto che dal diario dei neozelandesi si può leggere:

Dopo l'alba dell'11 agosto, bandiere bianche furono viste alle finestre delle case lungo la linea dell'Arno e i civili iniziarono ad emergere dalle case. Il Comitato di liberazione toscano assumeva immediatamente i poteri nella parte della città abbandonata dal nemico; i campi minati furono marcati. Le Brigate Garibaldi, forze armate del Comitato, inseguirono il nemico e presero contatto sulla nuova linea di combattimento. Alle 11 i tedeschi sparavano su un gruppo di 50 partigiani che marciavano nelle strade. Questi ultimi ebbero delle perdite, ma risposero al fuoco e lo scontro è ancora in corso. Durante il giorno gli scontri continuavano in altre parti del canale, all'ippodromo, dove la resistenza era opposta presumibilmente da uomini del 10° reggimento paracadutisti, attraverso il Piazzale del Re e nella sua parte ovest. I partigiani penetrarono la linea nemica attraverso il Ponte dell'Asse ma furono respinti da fuoco di panzer che sparavano nella zona degli uffici FIAT.




Partigiani fiorentini in azione



I partigiani non erano in grado di combattere contro i carri armati tedeschi che stavano contrattaccando alla Fortezza da Basso; la XIV armata segnalava che " Nella zona di Firenze bande hanno continuato a tenere occupate, come in precedenza, le sponde sud del canale ed hanno qui subito pesanti perdite" . E anche due giorni dopo la situazione si presentava ancora incerta:
Nostro rapporto di ricognizione ha rilevato che nel centro di Firenze le strade sono deserte ma, nella stragrande maggioranza imbandierate con tricolori. Nella parte orientale della città è stato distrutto con un panzerfaust un camion con 17 uomini. Altro reparto da perlustrazione ha rilevato, alle ore 6,30, che la zona urbana dell'ippodromo e di Ponte alla Vittoria è libera dal nemico.

E il 13 agosto i neozelandesi osservavano che:
"Centro di Firenze è ora formalmente in mano ai patrioti e le loro forze ingaggiano fascisti e tedeschi a stretto contatto con il Mugnone. Il Ponte Vecchio è agibile alle jeep e cibo e medicine vengono spedite per i civili. Un ponte di metallo è oggi in costruzione sull'Arno".



Ponte di barche sull'arno e distruzione intorno al Ponte Vecchio


Soldati della 1° divisione di fanteria inglese erano riusciti ad attraversare l'Arno alle 16,30 del 12 agosto. Al mattino del 13 il XIII Corpo rilevava colpi di artiglieria tedesca sulla Cassia in direzione Galluzzo. Al pomeriggio alcuni reparti della 8° divisione indiana dovevano occupare l'ippodromo e Piazza della Stazione ; così descrissero la battaglia di Firenze.
" La 4° divisione paracadutisti tedesca, formata da duri veterani di creta, Lero, Anzio, teneva la linea del Mugnone, il quale circondava i confini nord della città. Cannoni semoventi e carri armati coprivano tutti gli accessi del canale, mentre lungo gli argini, franchi tiratori fascisti si nascondevano nelle soffitte e sui tetti e tutti i bellissimi ponti sull'Arno erano stati distrutti eccetto il famoso ponte Vecchio, che alle estremità era bloccato da vaste demolizioni. Nella Zona sotto controllo tedesco i fiorentini vivevano nella paura, ai civili che si trovavano per le strade dopo il calar della notte veniva sparato a vista. I mortai e il fuoco dell'artiglieria aumentavano il supplizio dei cecchini.. Una pattuglia da ricognizione Gurka passò a guado l'Arno e penetrò nel centro della città. Per una di quelle felici circostanze, comuni nelle forze britanniche, l'8° divisione poteva disporre di un capo pattuglia che aveva trascorso molti mesi a Firenze e che conosceva ogni angolo di strade. I Gurka avanzavano cautamente, esaminando attentamente le finestre e tetti a causa dei cecchini, camminando con passo leggero dove sospettavano essere delle mine. Si lanciarono da un angolo all'altro, più avanti si udiva il fracasso delle mitragliatrici. I partigiani italiani arrivavano all'improvviso avvertendo di eventuali ordigni esplosi apparentemente innocui, e lamentandosi dei danni alla loro famosa città. I fiorentini cominciavano ad apparire alle finestre, applaudendo i Gurka... Il 13 agosto a mezzogiorno il Royal West Kent occupava il centro della città. La magnifica cattedrale venne trovata intatta. I genieri aprirono velocemente un guado che permise ai rifornimenti di entrare a sud. Arrivò il cibo per la popolazione civile e con i bisogni urgenti soddisfatti, tutti e tre i battaglioni della 21° brigata cominciarono le ricerche casa per casa per spazzare via le ultime vestigia della occupazione nemica. Durante i giorni che seguirono una quantità di soldati tedeschi e anche di carri armati vennero improvvisamente fuori dai nascondigli più insospettabili. Accaddero degli improvvisi e violenti combattimenti . In uno fuori da Palazzo Riccardi, 8 carabinieri italiani furono uccisi. In Piazza Vasari, una pattuglia di tedeschi rinforzata da due carri emerse dal suo riparo e fece una sortita tra gli accantonamenti del Mahratta e colpì un certo numero di case" .


I carri alleati arrivano nel centro di Firenze



Ai combattimenti parteciparono anche alcuni reparti del Regio Esercito, tra di essi lo Squadrone F di paracadutisti. Il 14 agosto l'ufficiale addetto alle informazioni della XIV armata riportava un fatto tragico:
"Un reparto di paracadutisti dell'11 reggimento ha individuato un comando delle bande con circa 3-400 uomini in Piazza Unità d'Italia. Il reparto senza esitare, è penetrato in parte della costruzione, ha ucciso 11 banditi con bombe a mano ed ha preso prigioniero un capo che è stato ucciso in un tentativo di fuga. Bottino: 1 MP, 1 carabina, la bandiera sul portone del quartiere e manifesti. Il capo banda portava la camicia militare con distintivo, stella sovietica e contrassegni italiani" .

Il giorno successivo sempre lo stesso ufficiale scriveva: " Nostro reparto di ricognizione ha annientato nel centro di Firenze in tutto sei punti di guardia nemici" . La situazione si era andata stabilizzando con i tedeschi schierati sul Mugnone e i partigiani con gli Alleati che cercavano di scacciarli. Nei giorni che seguirono i tedeschi ottennero nuove vittorie e continuarono a scontrarsi casa per casa ma la loro sorte era ormai decisa. ; il 17 agosto segnalavano che i Ponti Vecchio e Santa Trinita erano transitabili pure tra le macerie e le mine sparse dovunque. Il 19 alla periferia di Firenze i tedeschi trovarono ancora "banditi ma ancora nessuna presenza di truppe regolari" . Il giorno successivo a Campo di Marte l'artiglieria tedesca colpiva mezzi blindati e uomini dell'8° divisione indiana; dal 18 i tedeschi erano arretrati su una terza linea che andava da Rifredi, piazza Dalmazia, Montughi, Maiano, Settignano. Anche se le loro puntate offensive continuavano. Il 20 un reparto tedesco in perlustrazione presso la Fiat trovava circa 200 " banditi mentre costruivano postazioni da campo. Alla periferia nord della città i banditi, nella battaglia casa per casa, hanno riportato 8 morti tra cui un ufficiale in uniforme inglese" .


Parà tedeschi lasciano firenze il 30 Agosto


Partigiani fiorentini in posa davanti al comando tedesco



Nonostante questi scontri ancora violenti la battaglia per la città di Firenze si avviava alla sua conclusione e lentamente i tedeschi venivano spinti sempre più verso nord e il 2 settembre 1944 la città era finalmente fuori pericolo; restavano le macerie i morti e i danni immensi al patrimonio artistico.
Questa battaglia per Firenze aveva richiesto notevoli sforzi e molto sangue che potevano essere sicuramente evitati optando per una tattica diversa ma evidentemente il prestigio della sua conquista per qualcuno era più importante di tante vite inutilmente perdute per sempre.


Autoblindo americana



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Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005
-- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007