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Il legato romano
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Écrit par Stefano Dessena   

Il libro di cui voglio parlarvi tratta un periodo di storia abbastanza oscuro e mal documentato situato fra la morte di Aureliano e l’ascesa di Probo. Il libro si chiama Il Legato Romano ed è scritto da un prof. di storia: Guido Cervo. La crisi del III secolo è un periodo poco trattato sia nei film che nei romanzi ed questo il motivo che mi ha spinto a scrivere una recensione su questo interessante romanzo. Come dicevo è un periodo molto caotico in cui l’Impero sembra crollare sotto l’azione di sommovimenti esterni ed interni. Siamo nel 275 d.C. e all’assassinio del grande imperatore Aureliano (che aveva riunificato l’Impero dopo la frammentazione creatasi alla cattura di Valeriano da parte dei Persiani) si somma una devastante invasione di orde barbariche che tutto distrugge nelle Germanie e nelle Gallie.

E’ in questo contesto che si muovono le avventure di Valerio Metronio Stabiano legato romano della XXII Legione Primigenia di stanza a Mogontiacum, l'attuale Magonza.

Il racconto si apre subito con una battaglia o per meglio dire lo stermino preventivo di un intero popolo: i Suardoni. Su di essi regna Arbogaste che come tutti gli altri capi dei popoli germanici medita propositi di saccheggio delle ricche province romane.Ildavisio la sua capitale (poco più che una baraccopoli) viene rasa al suolo dai romani con un attacco a sorpresa notturno. Fatto qualche prigioniero da rivendere al mercato degli schiavi il comandante romano affascinato dalla esotica bellezza della moglie del re barbaro la prende con sé assieme a suo figlio Ohlin. Nonostante lo abbia salvato dalle mire depravate di un sottoufficiale romano il ragazzo proverà verso il romano sempre un odio implacabile. Idalin, latinizzata in Idelnia, così si chiama la vedova di Arbogaste invece comincia fin da subito a provare rispetto per Valerio per la sua integrità morale. Idelnia tra l’altro non è germana, ma una schiava persiana con sangue romano che poi in seguito si scoprirà anche di nobili origini, dato che la madre rapita da predoni arabi era una principessa. Lei a sua volta era stata rapita dai barbari che sterminarono la famiglia del suo padre padrone romano.Tornata la legione nei suoi acquartieramenti di Mogontiacum lo scrittore si sofferma a delineare la vita di una città posta sul limes. I commerci sono fiorenti essendovi un attivo porto sul fiume Reno che permette efficienti collegamenti con l’altra metropoli germanica Treviri nella Belgica. Anche essendo lontana migliaia di chilometri da Roma Magonza ha il suo foro e i suoi templi, le sue magistrature e i suoi cittadini godono degli stessi diritti degli altri cittadini dell’Impero.Il protagonista ci viene presentato come un uomo profondamente depresso da tragiche vicende famigliari che in questa provincia di confine cerca di trovare un motivo per dare un senso alla sua vita. Via via che passano i giorni comincia fatalmente a provare un’attrazione non solo fisica verso Idelnia, ma l’idillio viene presto spezzato da notizie allarmanti provenienti dalle terre dei germani.I gemani si sono resi conto che l’Impero non è più in mani salde essendo caduto Aureliano e che il nuovo imperatore Tacito non ha affatto il controllo della situazione; dunque quale momento migliore per una scorreria in grande stile per arraffare tutto il possibile.La bellezza di questo libro sta nel fatto che vi sono sempre due punti vista: quello romano e quello barbaro, quello aristocratico e quello plebeo, quello pagano e quello cristiano. La scena dunque si sposta in un punto imprecisato della Germania interna nella impenetrabile foresta in cui i capi e i nobili dei vari popoli sono riuniti: Burgundi, Svevi, Alemanni, Vandali, Arii ed altri. Assistiamo con gli occhi di due giovani fratelli svevi Sigfrid e Bodomar alle dispute per decidere per la guerra o per la pace. E qui si capisce che i vari popoli germanici sono divisi fra loro, ma tutti hanno paura degli Arii la cui brutalità e ferocia non ha paragoni.Alla fine si arriva alla decisione sofferta per la guerra, ma non una guerra di conquista. Sostanzialmente ai barbari non interessa sottomettere popolazioni o fondare regni, ma solo razziare.I giovani poi sono esclusivamente interessati ad evadere dalla loro banale vita di contadini per vivere le avventure sognate ascoltando i bardi. Struggente è l’addio ai genitori con il padre non tanto convinto di quello che stanno per fare essendo lui stesso rimasto invalido in una precedente guerra.Ai due Svevi si unisce il Suardone Ohilin scappato da Mogontiacum; i tre si uniscono all’immensa orda che come un maremoto si abbatte sulle difese romane. Il forte flavio estremo baluardo resiste eroicamente, e non viene sopraffatto dalla marea umana dei barbari. Il comando del forte è nelle mani del tribuno Marco Lentilio Damiano, ma che senza l’aiuto del centurione batavo Vallio Grovio non sarebbe riuscito a respingere i germani. L’attacco al forte però si rileva un diversivo dato che la massa dei barbari punta alle ricche terre della Bellica. Presi alla sprovvista i reparti romani non possono che ritirarsi nelle poderose mura fortificate delle città di confine, imprendibili dai barbari privi come sono di cognizioni per costruire macchine d’assedio. Il governatore della Germania Superiore decide comunque una sortita visto che i germani stanno dilagando ovunque e le popolazioni civili chiedono disperato aiuto ai militari. Valerio è il suo secondo in comando Sabino si sentono orgogliosi vedendo sfilare i legionari osservando i loro visi che denotano etnie diverse, ma uniti dallo stesso ideale di romanità. Ma lo scrittore si sofferma anche sulle truppe ausiliare della cavalleria pesante Batava molto temuta dai nemici di Roma e come la cavalleria stia acquisendo una importanza sempre maggiore nell’esercito romano.Tuttavia presa in un imboscata la colonna romana subisce gravi perdite che assommano a ben 400 caduti tra cui il tribuno patrizio Sebino. In una successiva battaglia molti barbari vengono uccisi e lentamente la colonna avanza verso Treveri liberando molti villaggi e cittadine dagli invasori. Valerio Metrionio riesce persino a salvare il vecchio padre e il fratello abitanti nel villaggio di Vico Bedense assediati dai barbari. I Turingi vengono sconfitti e vengono a patti con i romani consegnando degli ostaggi tra cui il figlio del loro re e ripassando il Reno. Morto il governatore della provincia Valerio rimane la maggiore autorità militare e civile della provincia e da Treviri questo viene confermato nominandolo procuratore imperiale. La situazione si è fatta difficile perché a parte la via fluviale la città non ha contatti con l’esterno. Intanto i barbari continuano ad avanzare tracimando nelle indifese Gallie che non vedevano eserciti da tre secoli. Qui l’autore mostra tutta la brutalità della guerra verso le popolazioni civili. Bodomar viene a trovarsi durante il saccheggio di una ricca domus di una famiglia gallo-romana e rimane disgustato dalle atrocità commesse dai suoi compagni persino su bambini indifesi e comincia a pensare se non sia il caso di tornare dalla sua famiglia con quel poco che ha potuto accumulare. La sua decisione diventa definitiva quando salva una ragazza da uno stupro da parte di due Burgundi; a sua volta la ragazza lo salverà dal desiderio di vendetta dei suoi famigliari spiegando al padre che è stato lui, lo Svevo, a sottrarla ai due ceffi. Tra i due ragazzi nasce un sentimento profondo e Bodomar le propone di fuggire con lui per andare all’ameno lago delle cicogne dove vivere in pace con la sua famiglia. Ma qui iniziano i veri problemi di Bodomar dato che i Burgundi non hanno dimenticato l’affronto.Intanto a Mogontiacum la vita per quanto possibile continua a scorrere. Qui l’autore ha l’opportunità di mostrare altri punti di vista del modo romano: la contrapposizione tra pagani e cristiani, la condizione della donna, la schiavitù.La prole dell’aristocrazia della città viene edotta alla conoscenza del sapere da Marsilio di Taranto un discepolo di Plotino ultimo grande filosofo pagano. Marsilio e' un altro personaggio importante, in cerca di un riscatto per il suo passato, apparentemente molto sicuro di sé e della superiorità del suo intelletto. Avendo portato i suoi alunni fuori le mura; attaccati dai barbari molto vilmente se la dà a gambe e i ragazzi dovranno ringraziare i cavalieri batavi se avranno salva la vita.Sconvolto dalla sua vigliaccheria si abbruttisce a tal punto da quasi morirne, ma qui interviene un nuovo personaggio femminile molto particolare: Dolcinia. Questa donna lo raccoglie per pietà dalla strada e gli dà un tetto ed un lavoro in quanto lei è una piccola commerciante che gestisce un fornito emporio. Qui possiamo vedere come le donne erano arrivate ad un grado di indipendenza molto elevato nella civiltà romana e non di rado possedevano dei patrimoni considerevoli che gestivano in autonomia. Dall’altro lato vediamo come Idelnia progressivamente da schiava si eleva a liberta ed infine a cittadina romana per volere di Valerio che ne fa la sua seconda moglie. In sostanza nel mondo romano anche uno schiavo può essere riscattato e diventare uomo libero.Come procuratore imperiale Valerio si crea i primi nemici con i notabili della città che si aspettavano di poter lucrare sui Turingi sconfitti vendendoli come schiavi. Alle loro rimostranze risponde che la parola di un romano e sacra e non può essere rinnegata.

Il libro si chiude lasciando aperte le diverse trame parallele che si snodano lungo tutto il romanzo.In particolare Mogontiacum continua a rimanere isolata in attesa di rinforzi che arriveranno nel secondo episodio della saga: La legione invincibile di cui spero di parlavi in un prossimo articolo.