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Napoleone - Il genio militare, la strategia, le battaglie - 7^p.
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Écrit par Mario Ragionieri   

L’ATTRAVERSAMENTO DELLE ALPI

Ogni campagna è sempre soggetta ad imprevisti e quella del 1800 non fece certo eccezione perché con grande stupore del quartier generale francese e di Bonaparte, gli austriaci presero l’iniziativa dando il via ad una offensiva in grande stile contro Massena in Italia settentrionale prima che le forze francesi ivi dislocate fossero preparate e complete per farvi fronte. I francesi furono letteralmente colti di sorpresa; il Consiglio Aulico aveva deciso di effettuare, come Napoleone, il suo maggiore sforzo militare nel settore italiano dando al fronte germanico un ruolo del tutto secondario. L’esercito di Melas era stato portato a 97.000 uomini ed entro i primi di maggio poteva disporre 14.000 cavalieri e 86.000 fanti con la prospettiva di ricevere altri 29.000 uomini che dovevano essere inviati dal re di Napoli insieme ad un contingente inglese di 10.000 uomini in arrivo da Minorca. Il Consiglio, all’oscuro della consistenza dell’esercito francese posto nelle vicinanze di Digione , dette istruzioni a Melas di scacciare Massena dall’Appennino , occupare Genova, attraversare il Varo e assediare Tolone con l’aiuto della marina britannica. Gli strateghi austriaci sottovalutarono la forza dell’Armata di Riserva oltre a non pensare che era necessario neutralizzare la Svizzera commettendo l’errore di voler raggiungere un obiettivo così lontano da Parigi. Il generale Kray avrebbe dovuto iniziare le operazioni sul Reno con i suoi 120.000 uomini solo dopo il successo di Melas. Il piano austriaco era influenzato dal desiderio di Vienna di prendere le ultime aree occupate in Italia dall’esercito francese e per gli inglesi di riprendersi la base di Tolone perduta nel 1793, inoltre quello era anche l’unico teatro dove la marina inglese avrebbe potuto far valere la sua superiorità navale in appoggio diretto alle operazioni sulla terra ferma. All’inizio l’offensiva di Melas riportò notevoli successi ; il 5 aprile gli austriaci avanzarono contro l’ala sinistra dei francesi costringendo alla ritirata alcuni reparti francesi nella zona del Moncenisio. Nonostante l’Armata d’Italia avesse ripreso del terreno perduto in questa zona il 6 aprile l’attacco principale di Melas si svolse verso Savona cogliendo ancora una volta i francesi di sorpresa mettendo in luce le gravi deficienze dello schieramento predisposto. Massena aveva suddiviso il suo comando in due settori principali; le tre divisioni della destra ( Soult) erano posizionate su una sottile linea che correva tra Cadibona e Torriglia. Massena con il suo quartier generale e le forze di riserva era in posizione a Genova . I 12.000 uomini dell’ala sinistra comandata da Suchet, avevano l’ordine di tenere una linea tra Finale Ligure e il Moncenisio . Il che voleva dire che 36.000 uomini dovevano tenere una linea lunga 250 Km. compresi i 115 Km: di costa ligure assediata da terra dagli austriaci e dal mare dalla flotta britannica . Se si tolgono le guarnigioni di Genova, Novi e Gavi, Massena aveva circa 15.000 uomini per l’impiego in campo; come si vede il compito che doveva affrontare era altamente gravoso e l’equipaggiamento lasciava molto a desiderare per non parlare del morale. In breve Melas con la sua offensiva aveva raggiunto il primo obiettivo cioè quello di tagliare Massena e Soult da Suchet e poi con la presa austriaca di Savona Massena rimase isolato a Genova con 18.000 uomini, mentre Suchet fu costretto ad arretrare verso il fiume Roia e poi verso il Varo. Alla fine di aprile il generale Ott assediava Genova con 24.000 uomini mentre la marina britannica lo stava facendo dal mare ; il generale Elsnitz si stava preparando ad attraversare il Varo con 18.000 uomini. Molte cose dipendevano da quanto Massena sarebbe stato in grado di resistere perché Genova rappresentava l’unico vero ostacolo all’invasione della Francia del sud da parte di Melas; se Massena si fosse arreso il piano di Bonaparte sarebbe stato rovinato.

Non ancora a conoscenza della situazione italiana Bonaparte aveva inviato istruzioni a Massena che rivelavano chiaramente le sue intenzioni: “ L’Armata del Reno sarà la prima ad entrare in azione, tra l’11 e il 22 aprile. Sarà divisa in due parti.. una sotto il generale Moreau e l’altra sotto il generale Lecourbe che costituisce l’ala destra dell’Armata del Reno. Il suo compito iniziale sarà di occupare la Svizzera, per salvaguardare il lato destro delle forze che invadono la Svevia. Lecourbe e i suoi passeranno agli ordini di Berthier e attraverseranno il San Bernardo per entrare in Italia. Contemporaneamente parte dell’Armata di Riserva occuperà il Vallese ed entrerà anch’essa in Italia attraverso il Sempione o il San Gottardo, mentre il resto delle forze occuperà la Svizzera. Nel momento stesso in cui Berthier entrerà in Italia, cittadino –generale, i vostri movimenti dovranno essere coordinati con i nostri , poiché il vostro compito è di attirare il nemico su di voi, costringendolo a dividere le sue forze… dovrete far apparire più elevato di quanto non sia il numero dei vostri uomini, annunciando l’imminente arrivo di grandi rinforzi dall’interno e per mezzo di metodi analoghi attirare il nemico lontano dai vari punti di attacco”. Come vedremo, anche in circostanze avverse Massena fu in grado di assolvere a gran parte dei compiti assegnati.

Come sempre Napoleone aveva ordinato una scrupolosa ricognizione dei principali passi alpini già in dicembre dell’anno precedente e poteva adesso scegliere tra 3 vie; la prima era quella che passava per Ginevra e il Gran San Bernardo, era la più breve da Digione ma era molto stretta con una strada impraticabile per i cannoni. Il secondo percorso passava per il Sempione e portava nelle vicinanze di Milano , la terza possibile via era, forse la migliore, quella attraverso il San Gottardo che per larghezza permetteva il passaggio di un intero esercito garantendo il mantenimento delle linee di comunicazione. Agli inizi di aprile Napoleone prevedeva di utilizzare sia il Sempione che il San Gottardo; arrivato in pianura pensava di muovere l’Armata di Riserva in direzione di Stradella posta tra Alessandria e Piacenza. I vantaggi erano che la distanza tra il Po’ e l’Appennino si riduceva a 20 km e il villaggio che dominava l’unica strada percorribile era costruito con case di pietra; disse Napoleone che “ Se il nemico avesse voluto ristabilire le sue comunicazioni sarebbe dovuto passare per Stradella … questa posizione sembrava fatta apposta per le forze francesi; la cavalleria nemica non avrebbe potuto ottenere nulla attaccandola, e la sua superiorità in artiglieria sarebbe stata meno efficace là che in qualsiasi altro posto “. Bonaparte aveva calcolato che Melas avrebbe potuto mettere in campo 120.000 uomini , ma si aspettava che Massena avrebbe tenuto occupato almeno un terzo di queste forze, lasciando i 50.000 uomini di Berthier e i 25.000 di Lecourbe liberi di affrontare le truppe austriache più o meno della stessa consistenza. I francesi avevano buone possibilità di avanzare oltre Stradella per ingaggiare battaglia contro gli austriaci; infatti ricorda Bourrienne l’episodio in cui Napoleone disteso su carte topografiche appoggiate sul pavimento infilò uno spillo nel villaggio di San Giuliano che si trovava vicinissimo a Marengo esclamando: “ Combatterò qui, nella piana dello Scrivia ”. Tale affermazione, rivelatasi poi così esatta, passò al momento inosservata ma il segretario se ne ricordò tre mesi dopo .

 

Se Napoleone aveva tutto chiaro altrettanto non lo era per gli altri comandanti come Moreau che trovò una scusa dietro l’altra per non muoversi anche dopo la scadenza del 20 aprile; Berthier era in preda a forti dubbi ed apprensioni dimostrando sempre più di essere un buon capo di stato maggiore ma un pessimo comandante di truppe. Il 16 aprile il primo console fu costretto ad aggiungere una nota di incoraggiamento al testo del suo dispaccio che era “ State allegro”. Resosi conto che Moreau era come sempre deludente nel suo comportamento e che avrebbe potuto non cedere le forze di Lecourbe, e cosciente che la situazione italiana stava rapidamente peggiorando, Bonaparte portò le forze di Berthier a 60.000 uomini, il 26 aprile. Quel giorno gli scrisse: “ Voglio che voi passiate per il San Bernardo”. Per migliorare la sicurezza dell’attraversamento del passo Bonaparte organizzò tre colonne secondarie che sarebbero transitate in punti diversi: Il generale Thurreau con 2500 uomini doveva valicare il Moncenisio verso Modane; Chabran con 6500 uomini doveva utilizzare il Piccolo san Bernardo e riunirsi alla colonna principale ad Aosta; Bèthencourt doveva apparire, facendo massimo per farsi notare, al passo del Sempione con una demi-brigade. Si sperava che l’Armata del Reno avrebbe inviato il proprio aiuto attraverso il San Gottardo facendo uso così di un quinto passo. A Berthier fu ordinato di affrettare i preparativi perché la guarnigione di Genova aveva razioni ormai per 30 giorni. Napoleone sperava che utilizzando tutte quelle vie di traversata delle Alpi di trovarne una indifesa e di mantenere nascosta la vera direttrice di attacco ma riunire poi tutte le forze in territorio nemico era una mossa senz’altro pericolosa e azzardata; se Melas avesse agito rapidamente e intuito almeno una parte del piano avrebbe potuto con poche forze bloccare le uscite dei valichi per poi distruggere una dopo l’altra le forze francesi. La stagione non era ancora delle migliori per attraversare le Alpi tanto che il generale Marescot descrisse in una informativa i principali pericoli che potevano incontrare le forze francesi: “ E’ d’importanza vitale prendere precauzioni contro le valanghe, che possono seppellire parecchi battaglioni in un baleno,…..di marciare quando splende la luna o nel corso del mattino, prima che il sole abbia sciolto la superficie della neve”; raccomandava inoltre di sparare per provocare anticipatamente la caduta delle valanghe. Gli avvenimenti per il momento erano favorevoli ai francesi; Genova continuava a resistere nonostante la scarsità del cibo e questo distoglieva l’attenzione di Melas dalle Alpi convinto come era che i francesi si sarebbero mossi verso la Provenza per difenderla contro la minaccia di invasione. Inoltre Moreau finalmente aveva iniziato le operazioni il 25 aprile ottenendo buoni successi. Lecourbe riuscì ad attraversare Sciaffusa il 1° maggio e due giorni dopo l’Armata del Reno metteva in fuga gli austriaci a Stockach prendendo 3000 prigionieri e 9 cannoni poi anche Eugen, Moesskirch e Biberach furono luoghi dove i francesi ottennero ancora successi e dopo due settimane il generale Kray era in ritirata verso Ulm. Ma Moreau era sempre più indeciso se lasciare o meno il generale Lecourbe libero per il compito che Bonaparte gli aveva affidato. Nello stesso periodo Bonaparte scriveva il 2 maggio all’indeciso Berthier per incoraggiarlo a muoversi, in questi termini: “ Trentamila uomini e trenta cannoni vi renderanno padrone temporaneo dell’Italia”. Una brutta notizia giungeva a Parigi ed era di Massena che con una lettere diceva che era in grado di resistere solo per altri 15 giorni. Non c’era più tempo da perdere e Napoleone scrisse a Berthier: “ Parto a mezzanotte”. Lo stesso giorno Carnot portava a Moreau l’ordine di lasciare libero Lecourbe di eseguire le istruzioni di Napoleone come pure scriveva a Massena due lettere “ L’Armata di Riserva è in marcia…. Conto su di voi per resistere fino al 20 maggio” La seconda lettera fu inviata attraverso Suchet perché si dicesse verbalmente a Massena che doveva resistere fino al 4 giugno.

Lannes Fouche
Lannes e Fouche

A Bonaparte sarebbe occorso un mese intero per battere Melas; così almeno pensava. Napoleone era partito da Parigi a mezzanotte tra il 5 e il 6 maggio raggiungendo con il suo seguito Ginevra l’8; rimasero in quella città 3 giorni mentre l’artiglieria completava i suoi movimenti e le ultime formazioni raggiungevano gli accampamenti lungo il lago di Ginevra. In quei giorni furono inviati molti ordini di operazione; Lannes fu posto al comando dell’avanguardia che disponeva di 2 divisioni, quella di Watrin e Maioni e una brigata di cavalleria. Questa forza aveva circa 8000 uomini e doveva giungere ai piedi del Gran San Bernardo nella giornata del 14 e doveva occupare Aosta assolutamente entro il 16. Il nucleo principale delle forze era su due corpi d’armata provvisori; Duhesme aveva il comando delle truppe di Loison e Boudet e Victor aveva il comando delle divisioni di Chabran e Chambarlhac, la divisione di Monnier , la Guardia Consolare e la brigata Lechi sarebbero state alla retroguardia della colonna. Murat fu messo al comando della cavalleria e Marmont dei 48 cannoni che dovevano accompagnare la spedizione. L’obiettivo di Bonaparte era di raggiungere Ivrea con il grosso delle forze entro il 18 “ Se la fortezza di Bard non ci ritarda” aveva detto il generale Dupont capo di stato maggiore di Berthier al ministro della guerra il 10 maggio. Quattro giorni più tardi Carnot era giunto al Q.G. per riferire sulla missione presso Moreau; le notizie che dette non sorpresero Bonaparte, anche se erano negative, in quanto comunicò che sarebbero arrivati solo 11.000 uomini al posto del corpo d’armata di Lecourbe.

 

Moreau continuava a rivelarsi quello che Napoleone sospettava rivelando il suo vero carattere. Il 13 arrivò una buona notizia Desaix appena arrivato dall’Egitto era pronto ad unirsi a Napoleone che gli scrisse “ Vieni, il più presto che puoi, per raggiungermi ovunque io sia. Quando leggerai questa lettera, spero di essere a Ivrea”. Napoleone inviò anche un messaggio a Massena: “ L’esercito al completo è in marcia. L’aiutante di campo che mi avete mandato vi racconterà come vanno le cose qui. Siete in una situazione difficile, ma sono rassicurato dal fatto che vi trovate a Genova; questo è uno dei casi in cui un solo uomo ne vale 20.000”. L’operazione per trasferire oltre le Alpi 50.000 uomini ebbe inizio il 15 maggio con in testa il reparto guidato da Lannes e a distanza di un giorno di marcia il resto degli uomini; la parte più difficile del percorso era oltre il villaggio di St. Pierre, dove la strada era poco praticabile per i veicoli a ruote più pesanti. “ Il Gran San Bernardo era coperto di neve e le pendenze erano molto ripide”. Con una serie di accorgimenti studiati da Marmont per il trasporto dei cannoni l’esercito avanzò abbastanza velocemente; dopo aver raggiunto la sommità del colle, alto 2188 metri, le truppe fecero sosta presso l’ospizio del San Bernardo dove i monaci offrirono vino e pane ai soldati che passavano. Poi ebbe inizio la discesa, considerata molto più pericolosa, costeggiando le acque del fiume Dora Baltea.
 
 

Mario Ragionieri

Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005
-- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007