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La Campagna di Grecia 1940-1941 - 6^ parte
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Écrit par Mario Ragionieri   

 

 

Il 21 aprile Mussolini fu informato dell'armistizio sottoscritto da List a Gianina e come al solito fu preso da un attacco di furore. Ordinò a mezzo telegramma a Cavallero di rientrare subito a Tirana e Cavallero , a cui List in precedenza aveva inviato un telegramma, gli rispose: " Sono disposto ad accogliere la domanda di resa fatta dal comandante dell'armata greca in Epiro purché sia inteso che la domanda è fatta anche all'esercito italiano. E' questione di prestigio che l'esercito italiano ha il diritto e il dovere di fare , dato che da sei mesi si batte con l'esercito greco" . I greci si erano ormai adattati anche su pressione tedesca a intavolare trattative anche con gli italiani e a mezzogiorno del 21 aprile al comandante del reggimento cavalleria Milano che stava avvicinandosi a Ponte Perati, si presentava un parlamentare greco con trombettiere e bandiera bianca. L'ufficiale greco informava che un armistizio era in atto e questo in poche parole voleva dire che le truppe italiane si sarebbero dovute fermare.

Ma " per ordine del comandante dell'armata esso fu rimandato indietro con la comunicazione che nessuna trattativa di armistizio poteva avere corso fino a che in territorio albanese vi erano reparti nemici" ; i combattimenti ripresero immediatamente. Alle ore 17 si presentava un nuovo parlamentare per chiedere che fosse trattato un armistizio; ma anche questo fu respinto. Cavallero a sera confermava che " le operazioni dovevano proseguire senza soste per penetrare in ogni direzione quanto più profondamente possibile in territorio greco ; qualora si fossero presentati altri parlamentari , questi dovevano essere avviati al Comando Superiore senza peraltro sospendere le operazioni" . Era strana la situazione che l'armistizio aveva generato perché già si verificavano degli incidenti anche con i tedeschi; Le avanguardie della Casale avevano trovato un ufficiale tedesco che aveva comunicato che esisteva un armistizio. Gli italiani dopo una discussione con i tedeschi decidevano di proseguire, Più avanti sempre le avanguardie della Casale, nella notte tra il 21 e il 22 , trovavano uno sbarramento tedesco ; i nostri chiesero di passare poiché erano ormai nei pressi di Ponte Perati, ma il colonnello tedesco si opponeva. Nonostante l'intervento del generale Navarrini non ci fu niente da fare e si arrivò ad un accordo e cioè che la divisione si sarebbe arrestata sulle posizioni raggiunte. Anche i lancieri del Milano vicino a Ponte Perati erano fermati da un reggimento tedesco; tra italiani , tedeschi e greci regnava la confusione più assoluta. Mussolini chiamò Hitler chiedendo che non fosse presa alcuna decisione di interrompere le ostilità senza il consenso degli italiani.

 



Hitler aveva chiamato Jodl per dirgli di tergiversare prima di firmare qualsiasi accordo questi aveva chiamato list confidandogli che al suo posto avrebbe fatto la stessa cosa ( cioè firmare un armistizio) ma che era necessario tenere conto della suscettibilità degli italiani. Halder scriveva nel suo diario in data 21 aprile: " Il Fuhrer ha ordinato che l'armistizio non sia applicato senza la sua approvazione. Questo dare agli italiani una scappatoia. Ma questa soluzione ridicolizza il maresciallo comandante della XII Armata e inoltre pone pilastri di una distorsione sistematica della storia, costruendo il mito che gli italiani abbiano costretto i greci ad arrendersi. In realtà al momento dell'armistizio non c'era contatto tra greci e italiani" Questa affermazione era falsa palesemente in quanto lo stesso Cavallero annotava che proprio nell'ultima notte di combattimenti la divisione Bari aveva subito la perdita di 30 ufficiali e 400 uomini di truppa. List era fuori di se per la figuretta che aveva fatto o meglio che gli era stato ordinato di fare di fronte ai greci. Ma il fatto stesso che fossero stati effettuati colloqui di armistizio tra tedeschi e greci senza che fossero stati interpellati gli italiani aveva mandato fuori dai gangheri il Duce; egli infatti considerava " una perfidia dei greci" il fatto che fossero stati fatti abboccamenti solo con i tedeschi. Il Duce protestava perché " le truppe italiane per sei mesi hanno combattuto contro i greci . Sono stati impegnati cinquecentomila uomini, 63 mila sono stati messi fuori combattimento" . Quella stessa mattinata Mackensen era a Vienna dove Ciano si incontrava con Ribbentrop; il Duce, disse Ciano " era molto nervoso " perché si stava trattando un armistizio senza la partecipazione italiana. Mackensen parlò anche con Hitler il quale non voleva certo scontrarsi con Mussolini sulla questione greca e dichiarò che " quanto prima si arrivava ad un armistizio o a una capitolazione tanto meglio era, perché erano in giuoco le vite di soldati tedeschi" . Von Rintelen non sapeva più che fare e tentò una scappatoia dicendo a Guzzoni che i tedeschi avevano già fatto 20.000 prigionieri greci e che non potevano combattere contro un nemico che abbandonava le armi e che in pratica non c'era più.



Guzzoni telefonò a Tirana per avere informazioni e gli fu risposto che contro le nostre truppe i greci continuavano a combattere e che non si era presentato nessuno per negoziare un armistizio. Guzzoni a quel punto rispose che " Non resta altro da fare che procedere combattendo" . Il 22 von Rintelen era da Mussolini per leggergli il testo della capitolazione presente Guzzoni; doveva essere il primo testo quello sottoscritto da Dietrich. Mussolini voleva una resa agli italiani e che avrebbe continuato anche da solo a combattere i greci. Rintelen insisteva che era necessario porre fine agli scontri senza farne una questione di orgoglio al che Mussolini ribadì che avrebbe accettato solo se la resa fosse stata chiesta agli italiani da ufficiali greci muniti di poteri per trattare. Alle ore 3 del pomeriggio del 22 aprile era giunto a Gianina il generale Biler comandante della 73° divisione tedesca annunciando a Tsolakoglou che doveva inviare immediatamente dei plenipotenziari agli italiani . Tsolakoglou reagì con indignazione ordinando ai resti delle sue armate di ritirarsi precipitosamente verso sud per uscire dalla zona italiana ed evitare la prigionia per mano delle truppe di Cavallero. I reparti che ancora fino a quel momento avevano conservato un minimo di coesione si dispersero e la folla dette l'assalto ai depositi militari delle Armate dell'Epiro e della Macedonia . alle 18,20 del 22 Tsolakoglou dopo essersi consultato con i suoi generali acconsentì ad inviare plenipotenziari dagli italiani; la delegazione composta da un colonnello , un maggiore e un aspirante si presentò alle 21 nel settore della Casale e chiesero di conferire con Geloso. Il mattino successivo i tre tornarono da Tsolakoglou avvertendolo che il cessate il fuoco era fissato per le 11 di sera dello stesso giorno 23. . Alle 14, 45 a Salonicco Jodl, il generale italiano Ferrero designato da Cavallero per la firma dell'armistizio e Tsolakoglou firmarono il documento armistiziale definitivo che includeva nel testo la immediata restituzione dei prigionieri italiani che erano in mano ai greci.. Tsolakoglou che costituì un governo fantoccio , dopo qualche tempo fu sostituito e morì prima della liberazione del paese . In Grecia non ha mai trovato difensori pronti a riabilitarlo di fronte alla storia anche se obbiettivamente bisogna riconoscere che in quella fase degli avvenimenti egli assunse delle responsabilità e prese decisioni che anche altri condividevano , ma che furono scaricate sulle sue spalle per paura e per indecisione.
Il bollettino di guerra italiano n° 323 del 24 aprile 1941 recitava : " Sino alle 18 di ieri . ora in cui sono cessate le ostilità sul fronte delle armate IX e XI, l'avanzata in territorio greco ha proseguito senza soste. Nei combattimenti degli ultimi giorni abbiamo avuto circa 6000 uomini fuori combattimento dei quali, tra morti e feriti, circa 400 ufficiali" . In un telegramma inviato a Cavallero Mussolini scriveva : " In quest'ora di vittoria devo riconoscervi l'indiscutibile merito di aver preparato, durante quattro mesi, le condizioni necessarie e sufficienti per raggiungerla. Tali condizioni consistevano nello spezzare, come avete fatto, ogni ulteriore conato controffensivo del nemico, e nel dare a tutti l'impulso morale e materiale per la riscossa. Vi giunga il mio alto riconoscimento per l'opera vostra e per quella dei vostri collaboratori ai comandi e alle truppe . Ricordatemi a tutti. Mussolini" . La Jugoslavia intanto si era già arresa il 17 aprile.




Mussolini si rivolse anche ai combattenti con un O.d.G. nel quale si ricordava che " dopo sei mesi di asperrima lotta il nemico ha deposto le armi e la vittoria consacra i nostri sanguinosi sacrifici....... In questo momento il popolo italiano ricorda e saluta commosso i suoi eroici figli caduti nelle battaglie di Albania e esprime a voi che li avete vendicati la sua gratitudine imperitura" . Il Duce aveva dimenticato le cocenti sconfitte dei mesi precedenti tanto che Hitler un giorno aveva commentato parlando a tavola con i suoi intimi ( l'osservazione è del 28 agosto 1942): " Che gente felice ( gli italiani)! Quando le prende dopo tre giorni ha dimenticato tutto. Quando riporta la vittoria la registra per l'eternità" . E si riferiva sempre alla Grecia quando due mesi prima della precedente osservazione aveva detto: " Quando l'Italia si è trovata in difficoltà sul fronte albanese mi sono chiesto come bisognava comportarsi allorché senza averne ricevuto l'ordine , delle unità retrocedono al punto di non potersi più fermare. Sono giunto alla conclusione che l'unica via d'uscita è di procedere a esecuzioni sommarie. Ma non è il piccolo fante quello che bisogna fucilare ... Quello che bisogna fucilare è il comandante delle unità che batte in ritirata" .
La campagna di Grecia era iniziata tragicamente per la leggerezza dei comandi e per l'improvvisazione che contraddistingueva il nostro esercito e finiva dopo mesi di sofferenze e umiliazioni nel modo più meschino su dei puntigli inutili . Le armate italiane in Albania comprendevano in quel momento 31.841 ufficiali 494.709 sottufficiali e uomini di truppa 65.320 quadrupedi e 13.169 automezzi .
Torniamo un attimo agli inglesi che in quel momento ricevuto il consenso greco al reimbarco ; alle Termopili avevano tenuto solo tre giorni poi erano stati costretti a dirigersi verso i porti greci anche quelli piccoli per il rapido reimbarco . L'aviazione tedesca non dava tregua per cui erano costretti al reimbarco di notte e nonostante questa precauzione varie navi andarono perdute con un sacco di morti . Il 26 aprile i tedeschi avevano conquistato con una azione di paracadutisti il canale di Corinto ; il 29 il reimbarco era da considerarsi concluso , ma la campagna per gli inglesi era costata molto cara perché furono uccisi o presi prigionieri più di 15.000 uomini . All'alba del 23 aprile re Giorgio e la famiglia reale erano partiti per Creta e i tedeschi si impossessavano di Atene ; avevano perduto 263 ufficiali tra morti e feriti e circa 1160 sottufficiali e uomini di truppa oltre a 3500 feriti. Già dopo il 28 aprile cadevano in mano italo - tedesca le isole di Corfù, Cefalonia e la campagna di Grecia poteva ritenersi conclusa.
Una piccola annotazione : nessun reparto greco nell'aprile del 1941 voleva arrendersi agli italiani ma pochi mesi dopo tutti i greci preferivano gli italiani ai tedeschi per la consueta bontà che dimostrarono anche da occupanti verso la popolazione ridotta alla fame.



Ed ora come ho accennato vorrei fare un passo indietro per riportare qui le annotazioni trovate sul diario di Goebbels relativamente la suo pensiero verso gli italiani che avevano intrapreso la campagna di Grecia.
In un primo momento dopo l'inizio della campagna di Grecia i tedeschi, anche in attesa di vedere come si sarebbero messe le cose, tennero un atteggiamento moderato, anche se in fondo erano scettici e preoccupati. Bastarono però pochi giorni per trasformare questo atteggiamento in uno stato d'animo di irritazione , insofferenza, allarme e in una crescente volontà di chiarire una volta per tutte i rapporti con Roma e di " metterla al passo". Questo dal memento che le operazioni in Grecia assumevano un andamento sempre più negativo per le armi italiane. Roma cercava di dare poca importanza alla cosa come del resto fece Ciano con Ribbentrop in occasione del loro incontro del 3-4 novembre 1940 per mettere a punto il protocollo segreto di adesione della Spagna al Tripartito. Il diario di Goebbels , ministro della Propaganda del Reich, è sotto questo profilo molto significativo ed eloquente ( da I diari di Goebbels 1939-1940).
Il primo riferimento critico che troviamo è del 1° novembre . Di fronte ai " progressi modestissimi" degli italiani in Grecia, egli annotava: " A conti fatti , mancano dello spirito adatto". Seguono alcuni giorni di silenzio sull'argomento , poi in data 12 novembre ( lo stesso giorno dell'emanazione da parte di Hitler dell'Ordine n° 18 con il quale venivano impartite alla Wehrmacht disposizioni perché cominciasse i preparativi per occupare la macedonia e la Tracia) , troviamo il primo vero e proprio " sfogo":
" Nessun progresso in Grecia. Roma, fidandosi troppo della pressione diplomatica, ha preparato l'intera operazione con molta fiacca . L'Italia è ormai completamente sulla difensiva. La situazione, ora, deve essere considerata molto grave dal punto di vista militare. Ed è anche un problema di cruciale importanza per noi. Vergogna, vergogna!"




Dopo questa prima importante annotazione fino alla fine di marzo troviamo tutta una serie di " sfoghi", di accuse personali , soprattutto contro Ciano considerato " il responsabile dell'intera faccenda", e di continui sarcasmi che indicano uno stato d'animo non solo caratterizzato da preoccupazioni per la situazione venutasi a creare con l'iniziativa italiana, ma dal venire in superficie un profondo disprezzo verso gli italiani e di una repressa insofferenza per le pretese di Mussolini di avere nella guerra un ruolo di comprimario, una propria strategia e una posizione uguale a quella di Hitler. Riporto di seguito dunque alcune delle citazioni ( ce ne sono molte di più) tra quelle che ritengo più significative:

16 novembre- Gli italiani respingono un attacco greco su territorio albanese. Che umiliazione e che ignominia! La faccenda di Taranto continua a giganteggiare nei bollettini di vittoria inglesi.

23 novembre- Adesso gli italiani hanno evacuato Coriza.... Continuano a rovinare le nostre posizioni. Begli alleati che siamo andati a prenderci!

26 novembre - Gli italiani non riescono nemmeno a tenere le loro nuove posizioni in Albania..... I nostri alleati girano i tacchi e scappano. Uno spettacolo vergognoso.

4 dicembre- Mezzogiorno con il Fuhrer... le critiche più aspre per la condotta militare degli italiani in Albania, che trasforma Roma in uno zimbello... Ma forse non è male dal nostro punto di vista. Ci mette in grado di smentire la leggenda secondo la quale l'Italia avrebbe sostenuto una parte quasi uguale alla nostra nello sconfiggere la Francia, il che era, naturalmente, molto lontano dalla verità. Il Fuhrer afferma che l'Italia si sarebbe presa una batosta in Nord Africa se avesse dovuto attaccare la Francia laggiù. Ma adesso non possono esistere più dubbi su chi deve guidare l'Europa, Hitler o Mussolini.

5 dicembre- Gli italiani si stanno ritirando ulteriormente , sul fronte greco. Una cosa vergognosa. Il prestigio di Mussolini ne ha sofferto terribilmente. Gli italiani sono al livello più basso, per quanto concerne l'opinione mondiale. E le nostre quotazioni sono salite ancora più in alto.

11 dicembre- Si calcola che le perdite italiane ammontino a circa diecimila morti. Nessuno adesso, vuole esserne responsabile. Ciano cerca di scaricare la colpa su Badoglio, e Badoglio insiste nel dire di non essere stato consultato. Una spaventosa orgia di dilettantismo.

22 dicembre - Impareggiabile dilettantismo. Il Fuhrer ha qualche parola dura da dire sull'argomento. Gli italiani hanno portato allo sfacelo l'intero prestigio militare dell'Asse. Ecco perché gli Stati Balcanica si mostrano così ostinati. Gli italiani, dopo tutto, sono una razza neolatina. Ora noi dovremo attaccare. Non per aiutare gli italiani, ma per cacciare via gli inglesi, che adesso si sono insediati a Creta. Devono essere buttati fuori dall'isola. Il Fuhrer preferirebbe vedere la pace ristabilita tra Roma ed Atene, ma come dirlo agli italiani? Mussolini, ora è completamente impantanato in questo imbroglio.



13 febbraio- Aspri combattimenti in Albania. In Abissinia la situazione sta diventando molto grave per Roma e in Libia è piuttosto catastrofica. Nessuna buona notizia. I rapporti dall'Italia parlano del più nero disfattismo. In questi giorni il Fuhrer è l'unica speranza per i fascisti. Ciano è assolutamente finito, e la popolarità del Duce si avvicina a livello zero. A questo si aggiungono la disorganizzazione, la corruzione, in breve uno stato di cose al limite del caos. Dovremo entrare presto in azione, o l'Italia finirà nel niente.

3 marzo- L'Italia si vanta sul " Popolo d' Italia" e ha annunziato che le nostre truppe hanno occupato la Bulgaria. Un'altra indiscrezione provocatoria. Noi pubblichiamo immediatamente una dichiarazione speciale: inviolabilità della neutralità bulgara, pieno consenso di Sofia, protezione della sua sovranità nazionale. Gli italiani sono di una spudoratezza ineguagliabile. Tentano di rubarci i nostri strepitosi successi.

14 marzo - Gli italiani non sono desiderosi di passare all'offensiva, dopo tutto. Una banda di codardi fannulloni!

15 marzo - In Albania gli italiani stanno ancora aspettando che noi caviamo le castagne dal fuoco per loro.

1° aprile - L'Italia sta diventando il nostro tallone d'Achille. Ma non possiamo farci niente, Dovremo tentare di cancellare le sue sconfitte con le nostre vittorie.



Spero che queste frasi di Goebbles rendano ancor più chiaro quello che era il pensiero dei tedeschi nei nostri confronti, e la loro rabbia derivava dal fatto che non solo non dovevamo attaccare la Grecia, ma che almeno attaccandola dovevamo riportare subito dei successi strepitosi per il bene dell'Asse. Non fu così invece e molti paesi che erano propensi a schierarsi con l'Asse, come la Spagna e la Jugoslavia, ebbero dei ripensamenti e non ne fecero poi più di nulla con le conseguenze che conosciamo. Il prestigio dell'Asse stava, per colpa degli italiani, affondando agli occhi del mondo; occorreva una clamorosa vittoria tedesca per riportare la situazione in equilibrio. Il successo doveva venire attraverso una impresa clamorosa, dalla guerra alla Russia; ma come sappiamo l'impegno fu più grosso di quanto previsto e anche di quanto era nelle possibilità economiche e militari della potente Germania.

Ricordo ai lettori le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005