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Le armi controcarro tedesche nella 2^ GM
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Écrit par Mario Ragionieri   

Eccoci cari lettori ad un nuovo breve studio sulle le armi controcarro in dotazione all'esercito tedesco nella II G.M.; un argomento che spero susciti interesse e promuova discussioni.
Mi soffermerò in particolare su quelle in dotazione alla fanteria tedesca senza però tralasciare quelle che in generale erano usate dall'esercito tedesco ( intese come cannoni o veicoli blindati usati come mezzi controcarro) perchè la Germania divenne, nello scontro con la Russia, esperta nel costruirle e nell'utilizzarle con un successo unico. Fu solo la quantità dei materiali a disposizione del nemico a vincere non la qualità!

E' vero all'inizio del conflitto l'armamento controcarro di quasi tutti i paesi era molto arretrato ed impreparato a colpire carri a grande distanza. Si pensava che calibri piccoli, facilmente trasportabili anche senza l'ausilio di mezzi fossero il massimo della modernità per colpire e distruggere i carri nemici ; tutti svilupparono cannoncini da un calibro di 37 mm a un calibro di 57 mm il che permetteva a distanza ravvicinata di forare la corazza e danneggiare il carro.
Questo fu vero per la campagna di Polonia nel 1939 e per la campagna di Francia nel 1940 dove le armi in dotazione i dimostrarono efficaci contro carri modestamente corazzati e con blindature verticali con angolo di impatto a 90 gradi e quindi facilmente perforabile.
Il cannone da 37 mm tedesco PAK 36 era largamente diffuso, facilmente trasportabile anche dalla fanteria con l'ausilio di cinghie e con un munizionamento leggerissimo. Nel frattempo le fabbriche tedesche avevano iniziato nel 1940 a distribuire, dando la precedenza alle unità corazzate, il nuovo cannone controcarro PAK 38 da 50 mm che aveva una capacità di penetrazione maggiore e una distanza operativa molto superiore.
Le armi di difesa anticarro individuali della fanteria non esistevano o quasi i fanti si affidavano all'uso di granate a cariche multiple, a mine magnetiche e a fuciloni da 20 mm senza disporre di una vera e propria arma moderna come vedremo invece che avverrà negli anni successivi (dal 1943 in particolare). Va detto che le campagne conclusesi vittoriosamente non avevano messo in evidenza questa necessità e pertanto la vittoria riportata e la sicurezza di poterla conseguire sempre e di nuovo non avevano dato lo stimolo necessario all'industria tedesca per la costruzione di armi nuove.
La guerra alla Russia scoppiata il 22 giugno 1941 trasformerà tutte le certezze tedesche in incertezze e in paure con una corsa immediata alla costruzione di nuove armi per recuperare il tempo perduto.
Fu in Russia che i tedeschi incontrano carri sconosciuti , terribilmente armati e protetti dove il proiettile perforante da 37 e quello da 50 avevano scarso effetto. I carri che sconvolsero tutto furono i pesanti KW I , KWII e il T 34.
Fu una sconcertante scoperta di cui i tedeschi erano completamente all'oscuro che mise in risalto l'inadeguatezza delle armi a disposizione dell'esercito tedesco in fatto di difesa controcarro contro mezzi del genere; la fortuna volle che i carri sovietici di questi tipi erano nel 1941 pochi e con equipaggi poco preparati mentre i tedeschi pur non disponendo delle armi giuste, furono in grado di mettere in campo tutta la loro esperienza maturata in due anni di guerra riuscendo così a tamponare le falle e le carenze esistenti. II pericolo era purtroppo reale; i buoni tiratori colpivano gli enormi carri sovietici nei punti deboli quali la corona di rotazione della torretta e nei cingoli al fine di fermarli e renderli inutilizzabili, ma non era la soluzione. Si impiegò come pagliativo (era già avvenuto in Africa settentrionale) il cannone contraereo da 88/56 che si prestava particolarmente per il tiro controcarro sulla lunga distanza e che permise per tutta la durata della guerra di distruggere efficacemente qualsiasi carro. Più volte modificato questo pezzo venne dotato di scudatura e di proiettili perforanti con bossoli del tipo antiaereo per colpi ad elevata distanza. La velocità iniziale del proiettile sparato (795 m/sec) permetteva di distruggere a distanze anche di 3000 metri i carri nemici.
Contemporaneamente i tedeschi crearono reparti di cacciatori di carri che avevano in dotazione un mezzo cingolato (vari tipi di mezzi cingolati in genere gli scafi di carri che erano diventati obsoleti come carri in linea) sul quale erano installati con apposite scudature vari tipi di cannoni come il 75 mm PAK 40, il pezzo da 88/56 e anche il cannone catturato ai russi e decisamente eccezionale come il 76.2 (i cacciacarri con questi cannoni avevano la denominazione r = russo) nacquero così i PANZERJAGER quali il Marder II il panzerjager II , il Marder III il Marder 38 e il NASHORN.
L'altra strada scelta fu quella dei JAGDOPANZER carri con il pezzo in casamatta su scafi, Panzer III panzer IV e su scafo PANTHER fino all'Elefant su scafo Tiger Porsche con l'88 L 71 senza dimenticare ai pochi esemplari del JAGDTIGER con il cannone da 128 mm (nato anche esso come cannone antiaereo). Furono tutti carri di enorme successo che causarono perdite gravissime ai russi e agli angloamericani. Purtroppo la produzione bellica degli alleati era superiore alle perdite che essi subivano e dunque nonostante l'impegno e le capacità profuse dai tedeschi questa non fu sufficiente a fermare la marea alleata che travolse lentamente tutto e tutti.
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Bren



Il problema della difesa anticarro individuale della fanteria non era stato risolto; essa nonostante l'appoggio massiccio di cacciacarri cingolati, non era armata per difendersi dal nemico specialmente sul fronte russo dove l'annuncio di una incursione di T 34 era sufficiente a spaventare tutti.
Il 1942 fu un anno brutto per le armi tedesche in Russia; privi di carri moderni per combattere quelli russi (i Tigre e i Panther sarebbero arrivati nella primavera del 1943) essi si affidarono quasi esclusivamente ai cacciacarri cingolati e grazie ai quali distrussero centinaia di carri nemici infliggendo perdite pesantissime, oppure ai cannoni già citati che con artiglieri ormai sperimentatissimi fecero miracoli per frenare gli attacchi nemici. Ma anche gli 88 non erano sempre presenti (se venivano usati come cannone anticarro non potevano essere usati nel tiro antiaereo); infatti lentamente sul fronte russo per questo uso " improprio" del pezzo da 88 si va sempre più scoprendo che la difesa antiaerea manca.
L'addestramento per il tiro terrestre è molto diverso da quello per il tiro antiaereo; cito un esempio per tutti: a Stalingrado esisteva una cintura difensiva antiaerea affidata a batterie di cannoni da 85 mm (ottimo pezzo spesso catturato e riutilizzato dai tedeschi ma inferiore all'88 tedesco che aveva come unico rivale e forse migliore il 90 mm italiano) presenti in centinaia di esemplari per la maggior parte serviti da artiglieri di sesso femminile; bravissime le inservienti per il tiro antiaereo ma non addestrate assolutamente al tiro terrestre.
Quando le divisioni corazzate tedesche nel 1942 si avvicinarono alla cintura di difesa di Stalingrado agli artiglieri dei pezzi da 85 mm fu ordinato di mettere alzo zero e sparare sui carri. i risultati furono disastrosi pochi carri colpiti e per puro caso e i pezzi distrutti dal tiro dei carri tedeschi.
Si doveva comunque trovare qualcosa che permettesse alla fanteria di proteggersi dai carri con un arma portatile e di facile impiego e costruzione. Gli americani in Tunisia portarono i promi "bazooka"(M9A1) specie di tubi che sparavano un nuovo tipo di proiettile anticarro del tipo a "carica cava" di 60 mm.

Panzerschreck



I tedeschi ne catturarono alcuni esemplari, ne intuirono l'importanza innovativa e lo modificarono chiamandolo panzerschreck (terrore dei carri armati) portando il calibro a 88 mm iniziandone la produzione in serie. Poteva perforare una corazza di 18 centimetri e aveva una gittata di circa 180 metri, aveva due persone che lo servivano uno che sparava e uno che lo ricaricava permettendo così di avere un arma in grado di sparare in rapida successione più colpi su un carro nemico anche se ingombrante rispetto a quello che sarà poi il Panzerfaust arma anticarro monouso e con un unica persona che la usava.
Il Panzerschreck nella prima versione 43 era lungo 163 cm e pesava 9,25 kg; questa versione fu costruita solo in pochi esemplari.
A causa del propellente del razzo che bruciava ancora per due metri dopo l'uscita dal tubo l'arma all'inizio fu impopolare tra i soldati. Il problema fu risolto mettendo uno scudo a protezione del soldato che sparava e ciò modificò immediatamente l'approccio che i cacciatori di carri ebbero con questa arma. Lo scudo misurava 36x47 cm e nello scudo c'era una piccola feritoia protetta da un minerale vetroso e il nuovo modello così costruito prese il nome di RpzB.54. La produzione riprese a pieno ritmo nell'ottobre 1943 e l'arma aveva un peso di 11 kg.; anche il razzo che sparava subì delle modifiche che portarono la sua gittata a 180 metri. La produzione del modello 54, quando fu interrotta nell' nel luglio del 1944 era stata di circa 289.151 armi consegnate.
Il modello successivo denominato 54/1 vide il tubo ridursi a soli 135 cm ed il peso a 9,5 Kg. il nuovo modello entrò in servizio ufficialmente il 20 dicembre 1944 e fu richiesta la produzione di 48.000 armi ma ne furono consegnati solo 25.744 prima della fine della guerra. La vita dell'arma fu portata in questo modello a circa 200 colpi sparati. L'ultima versione studiata di questa arma si chiamò Deckungszielgerat e fu ordinata in 100.000 esemplari a partire da febbraio 1945 ma non sappiamo quante armi di questo tipo furono realmente prodotte.

Panzerschreck



Esisteva anche una versione antiaerea in fase avanzata di studio. Ne furono prodotti circa 500 esemplari ma nessuna arma fu utilizzata in combattimento nell'uso antiaereo progettato.
Per preparare l'arma al fuoco, Il proiettile RPzB.Gr doveva essere inserito dalla parte posteriore dell'arma; un congegno elettrico permetteva l'accenzione del razzo. Il retro dell'arma era pericoloso perchè al momento del lancio e quindi dell'accensione del razzo nessuno doveva essere li per non prendere la fiammata; il razzo continuava a bruciare per due metri circa dopo la fuoriuscita dal tubo al fine di raggiungere la velocità desiderata e come abbiamo visto lo scudo serviva proprio a proteggere l'uomo che aveva azionato il congegno di lancio.
La tattica più comune per difendersi da attacchi di carri nemici o per attaccarli era quella di formare un gruppo anticarro o "Panzerzerstorergruppen" che consisteva in due squadre con 3 panzerschreck ciascuna; ogni squadra lavorava in copertura all'altra in modo da sopperire al limitato campo di tiro di queste armi. Il Panzerschreck era usato anche di notte in modo da colpire avvicinandosi la sagoma del carro nemico: Questa arma ebbe inizialmente meno successo del Panzerfaust perchè i cacciatori di carri a causa delle dimensioni dell'arma tendevano a sparare a 100 metri di distanza ed erano molto visibili con difficoltà di raggiungere il nascondiglio per l'ingombro dell'arma stessa a differenza del Panzerfaust che sparava a 30 metri dal carro nemico e poi veniva gettato via per cui il soldato poteva nascondersi di nuovo molto rapidamente senza avere fastidi di ingombro da parte dell'arma.
Esiste anche una controversia circa la portata dell'arma ; i dati tecnici parlano di un raggio di circa 700 metri ma in pratica il raggio di azione era di 400 metri per un carro da colpire fermo e dai 100 ai 230 metri per un carro in movimento. Di solito i cacciatori di carri sparavano dai 180 ai 150 metri.

Fante con Panzerfaust



Parliamo ora del Panzerfaust l'altra arma controcarro più volte citata precedentemente.
La famiglia delle armi denominate Panzerfaust era da considerarsi semplice da usare. Le istruzioni per il montaggio e l'uso dell'arma controcarro erano sulla cassa che conteneva i Panzerfaust così come giungevano dalla fabbrica.
Il principio di lancio della granata era diverso da quello del Panzerscherck poichè funzionava a percussione anziche ad accensione elettrica. Unica precauzione da tenere presente era che il lancio provocava una esplosione per circa tre metri nella parte posteriore dell'arma.

Proiettile di Panzerfaust Proiettile di Panzerfaust



Ufficialmente infatti per sicurezza la parte posteriore dell'arma doveva essere tenuta libera per almeno 10 metri. Sebbene l'arma fosse da considerarsi usa e getta, i tubi usati venivano abitualmente raccolti e tornavano alla fabbrica per essere riarmati.
Il capostipite di questa famiglia di armi anticarro è da considerarsi il FAUSTPATRONE che venne studiato e realizzato nell'estate del 1942 alla fabbrica HASAG da questa arma derivò il Faustpatrone Klein 30 m. di un peso di 3,2 kg e una lunghezza totale di 98,5 cm. Ne furono ordinati 20.000 pezzi e i primi 500 furono consegnati dalla ditta HASAG nell'agosto del 1943 l'arma non era efficace contro i T 34.

Panzerfaust



Lo sviluppo successivo fu il Panzerfaust 30 con il quale forono ottenuti ottimi risultati di penetrazione nelle corazze dei carri fino a 200 mm. Il primo ordine dato alle fabbriche fu di 50.000 pezzi e la consegna iniziò nell'agosto del 1943 con 6.8oo pezzi.; la produzione continuò fino all'agosto 1944 quando fu iniziata la produzione del Panzerfaust 60.
Il panzerfaust 6o permise di raggiungere i 6o metri di gittata. Questo modello divenne molto popolare tra le truppe e la sua produzione fu iniziata nel settembre 1944 con una richiesta di circa 400.000 pezzi per mese. Questa quantità non fu raggiunta fino al mese di ottobre 1944 quando la richiesta era ormai diventata di un milione e 500 mila pezzi per mese. Tale obbiettivo fu quasi raggiunto nel mese di dicembre 1944 con la cifra di un milione e 300.000 pezzi prodotti. Il panzerfaust 60 era prodotto da un gruppo di aziende.

Spaccato del Panzerfaust



Alcuni significativi miglioramenti del panzerfaust furono il 100 la cui consegna fu iniziata nel novembre 1944 e il panzerfaust 150 modello molto migliorato del precedente che iniziò ad essere consegnato nel marzo 1945 ma ne furono consegnati solo pochi esemplari prima della fine della guerra. In progetto erano anche il Panzerfaust 250 e il Grosse Panzerfaust ma restarono solo alla fase di prova e non furono prodotti in serie per la sopravvenuta fine della guerra.
Un mio commento finale potrebbe essere quello di avere ben presente, parlando di queste armi, la situazione in cui venne a trovarsi l'esercito tedesco sul fronte russo; la presenza di quantità enormi di carri russi ben corazzati e la carenza da parte tedesca di una produzione di carri in grado di contrastare non tanto qualitativamente quanto quantitativamente questa supremazia sovietica convinse i tedeschi a cercare armi che permettessero di sopperire a questa carenza di carri e di cannoni controcarro. Queste armi molto semplici che furono progettate e prodotte in tempi ridottissimi (sia il Panzerschreck e il Panzerfaust) permisero di riequilibrare in parte la supremazia che avevano i sovietici ed anche degli angloamericani , quando si aprì il fronte della Normandia. I risultati, data l'estrema semplicità di uso di queste armi, furono enormi e permisero di ottenere successi superiori alle aspettative con gravissime perdite da parte dei carri Alleati (russi in particolare).

Cassa con Panzerfaust



Inoltre Il Panzerfaust così facile da usare dette la possibilità di essere distribuito sia ad anziani combattenti sia a giovanissimi che anche con pochissimo addestramento sulle spalle potevano usarlo in agguati dove attendevano l'arrivo del carro nemico nascosti tra le macerie o nei fossi per colpirlo a breve distanza. Anche se spesso questo poteva causare la morte del cacciatore di carri ucciso dalla fanteria di accompagnamento dei carri nemici, i danni arrecati erano gravi e convinsero tutti, i russi in particolare, a fare avanzare con maggiore cautela i propri mezzi blindati per non incappare in agguati di questo genere. Insomma il Panzerfaust in particolare fu l'arma che riuscì a rallentare la corsa russa verso il cuore della Germania; a rallentarla non a fermarla.

Nel prossimo articolo se desiderato parlerò dell'impiego dell'arma corazzata tedesca.

MARIO RAGIONIERI

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Ricordo ai lettori le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001

-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003

-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004