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Dalla Legione al Corpo d'Armata - III^ parte
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Written by Mario Ragionieri   

La storia militare fu Roma a scriverla con le sue azioni e con le sue campagne e in quell'occasione fu definito anche il significato di due parole che ancora oggi sono in uso: STRATEGIA e TATTICA.
Certo una definizione esaustiva la troviamo solo con il famoso libro di Carl Von Clausewitz (VOM KRIEGE) ma possiamo dire che fin da allora era chiaro il significato dato alle due parole.

La STRATEGIA è il disegno politico-militare che un paese si pone come obiettivo; per esempio di conquista di un altro paese, di occupazione di territori. Tramite la strategia si delineano i principi base della campagna militare che si andrà a mettere in piedi per raggiungere l'obiettivo fissato.
Ed i romani avevano un concetto molto avanzato di strategia altrimenti non si conquista un impero di quel genere. Strategia politico-militare ho detto perché non sempre si ricorre alle armi per ottenere qualcosa. Si può usare l'esercito per esercitare pressioni psicologiche sull'avversario più debole e si può usare l'esercito per convincerlo a capitolare non necessariamente affrontandolo in campo aperto ed infine si usa l'esercito per debellare un nemico che non ha voluto cedere a tutti i sopra indicati metodi di pressione. Se questa è la scelta essa deve essere preparata con cura e affidata a militari professionisti ( Roma era famosa per i suoi generali) perché individuino il sistema migliore per colpire il nemico magari concludendo tutto con una battaglia decisiva che metta KO il nemico e non costringa a inseguirlo per monti e valli. Naturalmente non sempre il nemico da colpire ha un esercito vero e proprio: nel caso dei Franchi o dei Germani esso era costituito da tribù scarsamente organizzate ma molto combattive.

Esempio di schieramento difensivo romano


Dunque nella strategia di conquista si doveva tenere conto dell'avversario e della sua organizzazione militare e i metodi erano e saranno sempre i soliti; spionaggio, ricognizione, presa visione della consistenza numerica, dislocazione delle forze ecc.
Roma con i soldi poteva permettersi il lusso di comperare informazioni di ogni tipo anche attraverso popoli amici di Roma che in cambio di un poco di territorio in più e a una parte di bottino accettavano di buon grado di aiutare i romani. Spesso li aiutavano anche per non cadere poi vittime loro stessi di Roma.
Si decideva in quella sede quante e quali legioni erano necessarie per affrontare il nemico e si facevano convergere con l'uso delle strade, di ponti ecc. verso il punto di riunione. I romani furono grandissimi costruttori di strade e di ponti; una viabilità per uso militare che consentiva alle legioni in partenza da Roma o da ogni parte dell'impero di percorrere la strada migliore per raggiungere il luogo di impiego.
Naturalmente la viabilità nata per usi militari consentiva poi anche un uso civile onde garantire i commerci e i rifornimenti. Clausewitz dedicherà nella sua opera un libro intero per la strategia (Die Strategie).

Esempio di schieramento difensivo romano


E passiamo alla TATTICA; cosa è la tattica? Risponderò così; una volta stabilita la strategia, pianificata la campagna e proceduto alla dislocazione delle legioni i romani decidevano sul campo quale tattica militare usare per sconfiggere il nemico, cioè decidevano come dare battaglia come svolgerla riservandosi sempre dei cambiamenti all'ultimo momento per dare la svolta decisiva al combattimento la Tattica dunque è l'impiego sul campo delle truppe, e spesso deve essere decisa seduta stante o con una parola coniata da Napoleone "a tamburo battente" ricordando che la fanteria si muoveva al ritmo del tamburo. E' importantissimo è imparare a manovrare le truppe cioè a sapere muovere l'esercito o parte di esso in modo da fargli assumere sempre la posizione migliore. Vedremo come Napoleone amplierà il concetto di manovra fino a trasformarla in forma di pensiero (Hitler addirittura farà distinzione tra i generali che " manovrano" e quelli che "resistono").
Punto numero 1 chi attacca deve cercare di scegliere il terreno su cui combattere (mai farlo scegliere al nemico) evitando accuratamente terreni poco favorevoli al tipo di esercito a disposizione.
Punto numero due il terreno scelto deve essere tale da permettere il dispiegamento e l'impiego di tutte le potenzialità che l'attaccante è in grado di mettere in campo artiglieria compresa.
Punto numero tre deve sempre scegliere una via di fuga in caso di dover temporaneamente decidere di interrompere un combattimento.
Punto numero 4 mai mettersi alle spalle un fiume un lago o un bosco fitto potrebbe essere un grave ostacolo in caso di ritirata.
Punto cinque preferire di stare su un punto in rilievo rispetto al resto del terreno per meglio dominare il campo di battaglia.
Punto sei scegliere di combattere se possibile con il sole alto o con il sole alle spalle.

I romani sceglievano quasi sempre una tattica molto valida anche se dobbiamo pensare che le battaglie d'allora e per molti secoli dopo avvenivano in terreni di ampiezza molto limitata.
Per farvi l'esempio della manovra che vado a descrivere ora ricordate l'inizio del film "il Gladiatore" ed esaminatene le fasi; il dispiegamento della legione, lo svolgimento della battaglia e il finale... avrete assistito alla manovra classica o "manovra sul retro" in francese "le manovre sur le dernier" che Napoleone saprà sfruttare con risultati eccellenti nelle sue battaglie ampliando il concetto già noto ai romani.
La manovra che descriverò ora è semplice e applicabile in varie condizioni sempre a patto di avere di fronte un nemico compatto e a ranghi serrati. La fanteria romana si presenta al nemico per fronteggiarlo compiendo il classico attacco frontale dopo averlo inondato di frecce e di colpi con armi pesanti (balliste catapulte ecc) naturalmente la cavalleria romana e anche degli auxilia eseguirà una manovra di accerchiamento sul retro del nemico in modo da colpirlo alle spalle in questo aiutata dalla fanteria leggera appunto studiata per correre dietro alla cavalleria.
La legione schierata effettua una battaglia frontale e di "arresto" impedendo al nemico di fuggire. La cavalleria sopraggiunta alle spalle fà strage di nemici che venendo a trovarsi impegnati su due fronti saranno costretti a dividere le forze .A questo punto la legione avanza in massa sfondando il centro dello schieramento nemico e costringendolo a tanti piccoli scontri. Da qui alla fine o al "colpo di grazia" come lo chiamava Napoleone il passo era breve.
Una nota a margine i morti non venivano seppelliti e non lo saranno per molti secoli fino anche al tempo di Napoleone. Se sepoltura avveniva spesso era dovuta ai contadini del posto che dopo aver spogliato i morti li bruciavano o li seppellivano per togliere l'odore nauseabondo che appestava l'aria del campo di battaglia per giorni un odore impossibile da sopportare l'odore della morte e della decomposizione.
La manovra descritta poteva avere moltissime varianti che vedremo poi parlando di Napoleone ma la base era quella gettata dai romani e Napoleone aveva studiato a fondo la strategia e la tattica romana.
Il declino di Roma avvenne quando come ho già detto si scelse una diversa strategia cioè si decise di difendere quanto conquistato con una linea di fortificazioni... ma non si tenne conto di una cosa che è fondamentale: "una linea difensiva non può essere forte in ogni suo punto" o meglio ancora "una linea difensiva ha sempre un punto debole l'importante è cercarlo e trovarlo".
Cambiando strategia ovviamente cambiava la tattica di impegno delle truppe.
Di questo i romani non tennero conto pur sapendolo confidando sulla propria mobilità e sulla scarsa mobilità del nemico; ma i barbari nella sconfitta avevano imparato molte cose e l'impero romano lentamente si avviò al tramonto. Un lenta agonia che durò molto e portò alla scomparsa di una civiltà enormemente importante per la storia dell'umanità.

Dopo questo argomento salterò a piè pari il medioevo per arrivare al 1700 e alla rivoluzione Francese in quanto in questo vasto periodo non furono fatti grossi progressi nella storia militare o meglio nell'"arte militare" come fu definita da alcuni perché anche per questo compito ingrato e distruttivo si possono trovare personaggi che hanno applicato la loro arte nel compiere nel modo migliore il mestiere a cui erano stati educati.
Quella di Napoleone fu celebrata in molti modi come arte, nel condurre la guerra con il pensiero rivolto non solo ad ottenere la vittoria sul campo ma anche ad ottenerla ad un prezzo accettabile. Questo diventerà lo stimolo del futuro post napoleonico pagare il prezzo minimo per la vittoria; chi lo farà sarà sicuramente considerato uno che conosce "l'arte"di fare la guerra e continuerà la scrittura della storia militare iniziata dai Romani.
Fu Clausewitz a scrivere la storia militare di napoleone perché l'Imperatore non aveva lasciato niente di se; ma un prussiano, militare di professione, e che odiava Napoleone cercò di conoscere la sua strategia il suo metodi di combattere.
Da qui il libro (sono sette libri in realtà pubblicati dalla Einaudi in Italia ) il cui nome è VOM KRIEGE pietra fondamentale per chiunque voglia conoscere la storia militare moderna perché i seguaci di Calusewitz e quindi di Napoleone, saranno molti e famosi fino alla seconda guerra Mondiale; ma di questo parleremo un'altra volta.

Grazie per l'attenzione e le domande saranno sempre graditissime.

MARIO RAGIONIERI

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PS voglio ricordare ai lettori le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero 2001

-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero 2003

-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero 2004



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Le immagini sono tratte da: "La grande strategia dell'Impero romano" di Luttwak (Rizzoli)