Attacco alla Linea Gotica |
Written by Mario Ragionieri | |
Torretta di Panther In totale la difesa della Linea Gotica era affidata a 18 divisioni e mezzo più vari reparti anche della RSI , dei quali parleremo a parte. Il comandante supremo delle forze alleate in Italia generale Alexander schierava le 11 divisioni e mezzo dell'8° Armata di Leese e le 10 divisioni e mezzo della 5° Armata di Clark; ma il numero quasi uguale di divisioni non ci deve trarre in inganno poiché i calcoli veri e propri si fanno non sul numero delle divisioni ma sul numero degli uomini, dei cannoni, dei carri armati, di cui tali divisioni disponevano oltre naturalmente agli aerei dove gli Alleati disponevano della più assoluta supremazia. Nell'estate del 1944 infatti le divisioni tedesche erano sulla base di 2 o 3 reggimenti di fanteria totalizzanti 6 battaglioni con uno, il settimo da ricognizione e di un reggimento di artiglieria, un reggimento servizi, un battaglione pionieri, un reparto di cacciacarri, per un totale 12.300 uomini. Da questo risultava che le forze di fanteria ammontavano a 6.600 uomini, compresi gli addetti ai servizi di reggimento, di battaglione e di compagnia ( di cui almeno 1/5 dovevano essere volontari non tedeschi) per cui il numero di combattenti veri e propri per ogni battaglione si aggirava intorno ai 500 uomini. Tutto questo sulla carta perché in realtà al 25 agosto, giorno in cui ebbe inizio l'offensiva alleata, la 10° Armata poteva disporre di 81 battaglioni di fanteria di cui solo 23 superavano i 400 combattenti mentre 23 ne erano al di sotto, 26 erano sotto i 300 e 9 addirittura sotto i 150. Un totale all'incirca di 27.000 granatieri. Truppe tedesche pronte all'azione Bisogna considerare che alle 18 divisioni e mezzo tedesche che difendevano la Linea Gotica vanno aggiunti i reparti corazzati speciali, le artiglierie di armata e di corpo d'armata , le forze aeree e antiaeree che porta ad aggiungere al totale altri 250.000 uomini. In questo conteggio non sono state prese in considerazione le 9 divisioni tedesche che si alternarono nella lotta sulla Linea Gotica nei 135 giorni di durata dell'offensiva alleata e neppure le forze della RSI e cioè l'Armata Liguria i bersaglieri e gli uomini della GNR e della X° MAS ( ne parleremo a parte). Considerando anche queste forze si può affermare che gli italo-tedeschi abbiano impiegato sulla Linea Gotica almeno 350.000 uomini combattenti. Alexander dal canto suo affermò di avere avuto a sua disposizione almeno un milione e mezzo di uomini di 36 diverse nazionalità; scrisse infatti nelle sue memorie: " Dopo aver perduto sette divisioni destinate alla forza di invasione della Francia meridionale, rimasi con 17 divisioni, 4 gruppi di combattimento italiani, 6 brigate corazzate e 4 di fanteria contro 23 divisioni tedesche e 4 italiane ( con equipaggiamento tedesco). Io avevo però, il dominio quasi completo dell'aria ... La cifra ufficiale di oltre un milione e mezzo di uomini, totale della forze alleate in questo periodo... doveva variare di poco fino alla fine della campagna. Durante gli ultimi mesi di guerra le forze tedesche in Italia ( data 9 aprile 1945) erano 493.344 uomini tutti combattenti, oltre a 160.180 italiani; il che significa che sulla carta gli Alleati avevano una superiorità numerica di circa 3 a 1". In realtà forse le forze a disposizione di Alexander ammontavano ad oltre 900.000 uomini bene armati ed appoggiati da una superiorità schiacciante in fatto di cannoni, carri armati, aerei e appoggiati dai grossi calibri della marina nella fascia costiera per una profondità di una ventina di chilometri. La sproporzione dei materiali e dei rifornimenti tra la 10à Armata tedesca e l'8à armata britannica era enorme; tanto è vero che le manovre alleate erano spesso rallentate dalla quantità di mezzi che costituivano un vero e proprio impaccio alla rapidità e alla efficacia delle manovre stesse. A favore degli Alleati giocava infine ma non ultimo il fattore sorpresa. Alle ore 23 del 25 agosto Alexander attaccò la 10à Armata con 4 corpi d'armata dell'8à Armata, il polacco del generale Anders lungo la costa , a cavallo della Via Adriatica- Flaminia, il Canadese del generale Burns più all'interno, il V britannico del generale Keightley ancora più all'interno ed il X° britannico McCreery nell'alta valle del Tevere. Carri Sherman pronti all'azione "Dovremmo attaccare il nemico ai fianchi con sbarchi anfibi e aerei, ma non abbiamo ne navi da sbarco, ne aerei da trasporto. Abbiamo solo tanks 1200 , cannoni 1000, e aerei da combattimento e perciò dobbiamo attaccare frontalmente, per terra. Bisogna avanzare senza preoccuparsi di lasciarsi alle spalle sacche di resistenza nemiche, che verranno successivamente eliminate. L'importante è andare avanti. Il comando ha in riserva numerose divisioni fresche che sono a disposizione di chiunque ne avrà bisogno al momento opportuno. L'8à Army non è mai stata così forte, così addestrata , così esperta". I primi reparti di fanteria attraversarono in silenzio il fiume Metauro nella notte del 25 agosto, notte serena. Alle 23, 55 l'artiglieria inizia il fuoco con 1502 cannoni che sparano oltre 25.000 granate. All'alba del 26 agosto 100 bimotori colpiscono la prima linea tedesca con bombe speciali; altri 300 aerei bombardano le difese intorno a Pesaro. Durante la notte le difese della Linea Gotica sul fiume Foglia vengono attaccate da 6 squadroni di bimotori Wellington. Churchill osserva l'attacco sul Metauro I canadesi riescono a prendere Cartoceto, il convento del Beato Sante, Serrungarina e spingono i tedeschi della 71° divisione sulla Linea Rossa, imperniata sui capisaldi di Ginestreto e Monteciccardo. Gli inglesi della 46° divisione che avanzano più all'interno, sulla terza direttrice d'attacco, occupano Montefelcino, Isola del piano, Petriano e Montegaudio. Il fianco sinistro degli attaccanti è protetto nella parte a monte dagli indiani e dagli italiani del CIL che riescono ad occupare Acqualagna e Urbino. Per ingannare i tedeschi circa le vere direttrici dell'attacco, anche il resto del fronte si muove, sia sui monti della Verna, nelle valli dell'Alto Tevere e dell'Alto Arno, a Pontassieve e a Pistoia. Kesselring è preso di sorpresa dall'attacco anche perché a metà di agosto aveva ricevuto informazioni a proposito di imbarco di truppe alleate a Napoli e aveva pensato ad uno sbarco attorno a Genova; la notizia dello sbarco nella Francia meridionale gli fece credere a quel punto che gli Alleati non avessero più alcuna intenzione di attaccare la Linea Gotica e lasciò che von Vietinghoff e Heidrich prendessero una licenza. Kesselring rimase incerto sul da farsi per vari giorni fino a che in tasca ad un prigioniero fu trovato un volantino con il proclama di attacco di Leese; A questa inaspettata informazione reagì con la massima rapidità che gli era tipica, richiamò dalla licenza i due generali e dette ordine di spostare sul fronte adriatico sia truppe che teneva in riserva sia truppe già in posizione sul fronte appenninico. Postazione anticarro tedesca da 75 distrutta Il 30 agosto i tre corpi d'armata si lanciano insieme all'attacco delle posizioni nemiche sul Foglia; a destra ci sono i polacchi che si dirigono su Santo Stefano e Fiorenzuola in modo da circondare Pesaro e le Fabbrecce difese dai paracadutisti che gli attaccanti vorrebbero isolare dagli altri paracadutisti del 1° reggimento. Al centro i canadesi della 2° brigata, della 3° brigata e della 11° brigata si spingono verso Borgo S. Maria e Osteria Nuova difese le prime dal 4° reggimento paracadutisti e su Montecchio difesa dall'ormai esausto 211° reggimento della 71à divisione . Il 21° difende anche la strada per Montegridolfo e Mondaino su cui si sta dirigendo la 46à divisione britannica . La 4à divisione indiana attacca il bastione di Monte Calvo difeso da ciò che resta dei reggimenti 191° e 194° della 71à divisione, mentre la 7° brigata attacca Auditore difesa dal 994° reggimento della 278à divisione tedesca. La mattina del 30 un violento bombardamento aereo disintegra le difese tedesche , distruggendo bunker, opere fortificate e reticolati, come pure una buona parte dei campi minati e dei fossati anticarro davanti a Borgo S. Maria e Montecchio causando l'interruzione dei collegamenti tra i vari reparti tedeschi che rimangono quasi completamente isolati. L'attacco della fanteria appoggiata dai carri armati scatta nel pomeriggio e sorprende di nuovo i tedeschi che ritenevano di avere almeno un paio di giorni prima di subire il nuovo attacco. L'attacco viene anticipato perché la ricognizione aerea a bassa quota ha rilevato la completa assenza di difensori attorno a Montecchio per cui il punto focale dell'attacco sarà proprio quel paese. La brigata supporterà con i mezzi blindati la fanteria e così I Cape Breton Highlanders si muoveranno nella parte a monte di Montecchio, i Perths nella parte a mare mentre il West Nova Scotia attaccherà le difese di Osteria Nuova. I West Novas e i Bretons vengono respinti dai difensori mentre i Perths sfruttano il fatto che il 211° reggimento tedesco ha sgomberato Montecchio prima del previsto cambio con altra unità tedesca e cioè un reparto del 67° reggimento della 26à divisione corazzata, reparti di artiglieria divisionale e alcuni carri Tigre del 508° reparto corazzato pesante. I Perths appoggiati dagli Sherman iniziano la manovra verso le 17,30, riescono ad oltrepassare Montecchio e proseguono ad avanzare fino a che c'è luce del giorno conquistando anche quota 111 con un terribile assalto all'arma bianca. Poi con una conversione verso destra si portano nel vicino settore del 4° reggimento paracadutisti , che a causa della distruzione dei collegamenti è all'oscuro di quanto sta succedendo intorno, prima di mezzanotte raggiungono quota 147 presidiata da una compagnia del I battaglione che presa di sorpresa dai carri Sherman che giungono alle loro spalle, sono costretti ad arrendersi. Con questa azione i Perths sono riusciti a catturare 121 tedeschi di cui 4 ufficiali e hanno aperto una breccia nelle difese della Linea Gotica. Fanteria coloniale britannica In nottata i tedeschi cercano contrattaccando di bloccare l'avanzata canadese almeno temporaneamente imbastendo una seconda linea di difesa che aveva come pernio il paese di Pozzo Alto e con capisaldi a Borgo Santa Maria , all'interno di Pozzo Alto e sulle alture 203 e 204 nonché su monte Peloso e Tomba/ Tavullia. Durante la mattinata i Patricias appoggiati dai carri del 48° Royal Tank Rgt. riescono ad occupare Osteria Nuova, difesa dalla 1à compagnia continuando poi a procedere in avanti e riuscendo a prendere l'altura 115 difesa dalla 2° compagnia . Dopo questa azione piegano verso destra per raggiungere, sotto una grandine di bombe e granate di mortaio, l'altura 133 Montechiaro difesa dalla 7° compagnia, Qui i Patricias prendono 42 paracadutisti prigionieri ed altri 53 cadono in loro mani nel corso di un contrattacco tedesco che segue; il totale dei prigionieri tedeschi presi ammonta quel giorno a 231 uomini. Scrive il cronista della 46à divisione di fanteria britannica. " Vista da Colbordolo e da Monte Fabbri la Gotica ha un aspetto formidabile. Il primo crinale, su cui è Monte Vecchio, si erge ripido per 150 metri sul fiume e dietro a lui si può vedere il più alto crinale di Mondaino. Sulla destra Monte Gridolfo è nascosto da uno sprone roccioso, che si diparte dal Foglia e una stretta valle giace sulla sinistra fra quello sprone e Mondaino. Estesi campi di mine si vedono sui campi più bassi vicino al fiume e sui declivi le case sono state abbattute e gli alberi tagliati". Fanteria inglese Nel settore dei Perths dopo lo sfondamento della Linea, gli scontri erano diventati molto duri; i tedeschi avevano invano cercato di chiudere la falla con un plotone di mitragliatrici pesanti. L'attacco canadese prosegue ma i Perths sono ancora fermi sotto un fuoco intenso di cannoni e di mortai e soltanto i carri del 9° battaglione corazzato canadese sopraggiunti in aiuto possono avanzare verso l'altura 156 di Montesecco che viene presa alle 11 dopo aver distrutto una compagnia tedesca. Il colonnello Vokes vuole sfruttare il momento favorevole e ordina ai Dragoons di attaccare immediatamente la seconda linea tedesca nel punto di quota 204 senza attendere l'arrivo dei Perths. Le posizioni dei paracadutisti sono ben sistemate a difesa con campi minati e trincee; da sinistra il pendio scoperto di quota 204 è colpito da cannoni anticarro appostati sul monte Marrone e a Tomba. I 50 carri si mettono in movimento verso l'altura quando su di loro si scatena il fuoco dei cannoni anticarro da 88 e da 75; la precisione dei cannonieri è elevata e gli Sherman vengono colpiti in rapida successione e s'incendiano. Altri carri restano inutilizzati sul terreno perché colpiti; 12 sono distrutti e 20 immobilizzati soltanto 18 riescono a scappare. Lo stesso Vokes è colpito a morte da una granata di mortaio . Lo storico canadese aggiunge: "Ma i superstiti non si ritirano e a sera furono rilevati dai Perths e dai tanks del Lord Strthcona Horse, che nella stessa notte rigetteranno un contrattacco dei paracadutisti". Carri Tigre abbandonati I Dragoons resistono ancora quando riescono ad arrivare i Perths con l'appoggio dei carri cha a poco a poco li sostituiscono mentre i tedeschi stanno preparando un contrattacco che sarà decisivo, con le forze rimaste, compresi il battaglione di ricognizione, il battaglione pionieri, vari semoventi e i Panther del battaglione I/Pz4. Lo scontro avviene al buio da mezzanotte alle 6; I Perths resistono. Sempre il 31 i battaglioni Irish Rgt. of Canada a Cape Breton riescono a togliere ai granatieri del 67° reggimento le alture sopra a Montecchio e dirigono su Monte Marrone; nello stesso momento i polacchi della divisione Kresowa avanzano oltre il Foglia mentre la 3° divisione Carpatica si prepara ad attaccare e i Foresters prendono d'assalto Monte Vecchio e gli Hampschire della 128° Montegridolfo. Il 1° settembre Kesselring si rende conto che la situazione sta diventando gravissima ; in un rapporto al quartier generale della 10à Armata ammette di aver compreso la realtà dei fatti in ritardo e, dopo aver constatato lo sfondamento della Linea Gotica ordina di eseguire un arretramento sulla Linea Verde 2 all'altezza del fiume Conca tra Riccione, Misano, S. Clemente e Gemmanno. Quel giorno anche la seconda linea difensiva della Linea Gotica cede sotto i ripetuti attacchi di polacchi , canadesi, inglesi ed indiani. Pesaro viene isolata dalla 3à divisione polacca che si dirige su Fiorenzuola e Castel Di Mezzo; nella mattinata Borgo S. Maria viene occupata. I combattimenti si svolgono nelle retrostanti alture 133 e 131 e anche a Pozzo Alto già duramente conteso, viene preso senza grossi sforzi dai Seaforth Highlanders intorno alle 9 del mattino; cadono le quote 203 e 204 dove i Perths hanno ripreso l'iniziativa , cade Monte Peloso , conquistato dal 4° Dragoons appoggiato dagli Sherman , cade monte Marrone occupato dai Cape Bretoners , cade Tomba/Tavullia presa dagli Irish of Canada. Torrette di Panther abbandonate Gli automezzi degli alleati, ormai convinti di una rapida vittoria, portano le scritte " A Vienna" e " A mezzogiorno a Rimini" Non sanno ancora cosa li aspetta. A Rimini arriveranno dopo tre settimane di sanguinosi scontri forse i più duri di tutta la campagna d'Italia. Nella zona più interna intanto i Leicester della 139à brigata entrano a Mondaino e i Gurkha conquistano Monte Calvo; la Linea Gotica è stata sfondata quasi ovunque. A Pesaro ormai circondata si combatte per le strade e il 2 settembre i tedeschi decidono di abbandonare la città e riescono ad attraversare le linee nemiche polacche e canadesi fino a ricongiungersi con il resto della divisione. Per questo atto il loro comandante Renisch riceverà la Ritterkreuz. ------------------------- Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie: -- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001 -- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003 -- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004 -- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005 -- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007 |