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L'arco storico medievale
(6 voti)
Written by Spataro   

L'arcieria nel medioevo e soprattutto nel periodo normanno, svolse un ruolo importantissimo, se non decisivo nella maggioranza dei casi, per gli esiti di una battaglia o di uno scontro armato.
L'arco infatti era l'arma di gittata che impegnava il nemico a distanza, prima ancora dello scontro fisico della fanteria e della cavalleria. Una fila o più file di arcieri di fanteria si disponeva in prima linea tempestando le schiere nemiche con una pioggia di frecce da una distanza di circa 200 metri; in seguito gli arcieri manovravano in modo da lasciare degli spazi aperti, per fare uscire dallo schieramento la cavalleria e le truppe di fanteria.
Secondo i casi, vari reparti mobili di arcieri appoggiavano lateralmente le cariche della cavalleria, oppure occupavano delle postazioni sopraelevate per effettuare tiri di disturbo o di cecchinaggio sul nemico. Negli assedi inoltre gli arcieri, col vantaggio della loro posizione di tiro, alta e ben riparata, trafiggevano inesorabilmente gli assalitori che osavano entrare nel loro raggio d'azione.
L'arco era un'arma leggera ed economica, rispetto alle costose armi d'acciaio dei cavalieri, e tuttora rappresenta una vera e propria macchina elementare che sfrutta l'elasticità di una molla (cioè dell'arco propriamente detto), messa in tensione da una corda, per lanciare a notevole distanza un proiettile acuminato montato su un'asta, denominato freccia.
In pratica l'arco restituisce tutto in un colpo, l'energia accumulata con la forza muscolare dell'arciere, progressivamente impiegata nel tenderlo.
Secondo una legge di fisica, quanto maggiore sarà stato lo sforzo di caricamento, tanto più potente sarà la spinta che la freccia riceverà dalla corda.
Quest'arma semplice, efficace, facilmente realizzabile e non molto costosa, ebbe quindi un notevole sviluppo popolare e fu ideale per armare un gran numero di guerrieri.
In tutte le epoche, ogni cultura ed ogni popolo, in base a svariati fattori, inventò vari tipi di arco; ma nel medioevo possiamo ridurre la nostra attenzione a due soli tipi di quest'arma: L'arco semplice e l'arco composto.

ARCO SEMPLICE
L'arco semplice rappresenta lo stadio elementare dell'arco come arma. Ricavato da un unico pezzo di legno incurvato, deve possedere una buona capacità di elasticità e risposta energetica.
Normalmente venivano adoperati listelli di frassino, tasso oppure di olmo o carpino, lavorati e rastremati in modo che partendo dal centro (impugnatura), le due parti flettenti si assottigliassero progressivamente di spessore verso le due estremità, dando a quest'arma la sua particolare forma curva ad arco semplice. Facilmente realizzabili erano molto diffusi tra il popolo e nelle campagne.
Svariati tipi di archi semplici nel medioevo, erano adottati da truppe e milizie: l'arco italico, l'arco gallese di circa 170 cm., e l'arco lungo inglese (long bow) che poteva misurare fino a 190 cm.
Quest'ultimo tipo, molto noto poiché reso famoso nei film di Robin Hood, ed associato nell'immaginario collettivo all'idea atavica dell'arco; in realtà era un'arma tutt'altro che eccezionale, e nemmeno di una potenza straordinaria, infatti la sua lunghezza serviva appunto per sopperire alla modesta potenza ed inoltre le sue caratteristiche erano di gran lunga inferiori ad altri archi europei, impiegati nello stesso periodo, che presentavano una struttura più sofisticata.
L'arco semplice per la sua facile costruzione e il suo basso costo, era accessibile a tutti ed ebbe un grande sviluppo in ogni luogo; fu usato per la caccia e per il tiro da divertimento nei villaggi.
Solo gli archi migliori, più potenti ed affidabili, venivano usati per la guerra, ceduti o confiscati dalle milizie territoriali.
Il diffuso uso dell'arco nelle battaglie oltre alla sua leggerezza e manovrabilità, è motivato dal fatto che un arciere era in grado di scagliare dieci o dodici frecce nello stesso tempo che occorreva ad un balestriere ad armare e tirare con la propria balestra.
Infatti la balestra sebbene sia un'arma più potente di qualsiasi arco, non ebbe un grande sviluppo poiché molto complessa da costruire e quindi costosissima, inoltre necessitava di un tempo di ricarica molto lungo e perciò usata quasi esclusivamente come arma da difesa da postazione fissa.


ARCO COMPOSTO
L'arco composto fu l'arma da getto più letale del mondo medievale.
Aveva senza dubbio migliori prestazioni dell'arco semplice e riusciva a penetrare nelle armature da una distanza di 100 metri.
La potenza dell'arco composto derivava dall'unione di diversi materiali. Infatti su un nucleo di legno venivano incollati strati di nervo animale, osso o corno; ma nella maggioranza dei casi, venivano usati soltanto vari tipi di legno, combinati insieme per le diverse caratteristiche possedute.
Questa combinazione produceva un arco molto flessibile che consentiva di essere modellato con una doppia curvatura che ne aumentava la potenza, e di esprimere così, un tiro molto più lungo rispetto ad un arco semplice.
L'arco composto veniva quindi rifinito con un ricoprimento di strisce di pelle o preziosi tessuti damascati che ne faceva anche un gradevole oggetto esteticamente decorato e ne aumentava il valore. L'arco composto per le sue ridotte dimensioni, maneggevolezza e potenza, fu adottato nelle sue varie forme, da tutti i guerrieri a cavallo orientali: Sarmati, Turcomanni, Unni, Tartari, Mongoli, Avari, Ungari ecc. e penetrò nell'area mediterranea attraverso gli eserciti Bizantini e gli invasori Arabi.
La distanza media del tiro di un arco composto, usato al galoppo, era di 15 - 20 metri. Tirando da fermi si potevano raggiungere i 250 metri. Un miglioramento nel progetto dell'arco composto fu apportato intorno al 1000, dagli Ungari, popolo di grande tradizione arcieristica, che aggiunsero alle estremità dell'arco dei lunghi capicorda inclinati in avanti, aumentando così la leva esercitata dalla corda sull'arco e incrementandone notevolmente la forza.
I Normanni, prodi ed esperti guerrieri, interagendo nella conquista italica con Longobardi, Bizantini ed Arabi, apprezzarono subito le doti eccezionali di quest'arma e la adottarono largamente tra le loro schiere. I temuti reparti di cavalleggeri saraceni dell'esercito normanno di Ruggero II° erano dotati di questi potenti archi che in seguito rimasero in servizio anche sotto la dominazione sveva.
Le frecce erano costruite con aste di legno a sezione circolare di circa 8 mm. di diametro, ed incoccate con piumaggio d'oca o di tacchino che ne stabilizzava la traiettoria, e sulla estremità opposta era fissata una punta quadrella forgiata in acciaio con una forma a cuneo sottile lunga circa 7 cm., che andava via via ingrossandosi, e che entrava negli anelli delle cotte di maglia, allargandole e penetrando nella carne dei nemici.
Anche le corazze in ferro potevano talvolta essere bucate per via dell'alto coefficiente di penetrazione. Infatti una freccia scoccata da un arco composto viaggia ad una velocità iniziale di 180 -200 Km orari.

°° Il Maestro d'armi Francesco Spataro (riconosciuto dalla A. I. S. M. - Associazione Italiana Studi Medioevali) facendo proprie le antiche tecniche costruttive, realizza pregiati archi storici composti a doppia curvatura che danno molto diletto nel tiro e utilissimi nelle rievocazioni storiche medievali. Info: 328.0444057