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Ancora sulla RSI
(7 voti)
Written by Mario Ragionieri   

Come continuazione dell'articolo sull'esercito della RSI già messo in rete, trovo molto importante aggiungere questa nuova considerazione frutto di una interessante ricerca condotta da esperti studiosi della RSI. La ricerca ha come titolo "Il tradimento tedesco" e propone una rilettura, alla luce di nuovi documenti, di come furono sacrificati i soldati di Salò sulla linea Gotica nel 1945 onde permettere ai reparti tedeschi o meglio a quello che ne restava, di andarsene verso nord per raggiungere il suolo tedesco e lasciare agli italiani la difesa del territorio padano e la copertura della loro ritirata. ( proprio come fu fatto nel Vietnam quando gli americani "vietnamizzarono" il conflitto).


Volontari sulla linea Gotica

Nelle ultime fasi della guerra in Italia numerose sono le tracce di una tendenza assunta dai comandi tedeschi a ritenere che le formazioni della RSI, aggregate ai reparti tedeschi schierati lungo la Linea Gotica, fossero "sacrificabili".
Alcuni documenti rinvenuti a Parma, fanno pensare che dietro tale decisione ci fosse qualcosa di molto più grosso di una semplice coincidenza o improvviso rispetto da parte tedesca verso i reparti della RSI (sempre ritenuti dai comandi germanici poco affidabili).
Il tutto deriva da un episodio poco conosciuto che accade ai primi di febbraio del 1945. Alla Militaerkommandantur 1008 di Parma avviene un importante riunione dei vertici della Wehrmacht in Italia. All'incontro partecipa un certo capitano Boelmann, inviato dal Quartier generale di Kesselring, con il compito di dare alcune importanti comunicazioni . Alla riunione partecipano non solo i responsabili tedeschi della zona ma anche i vari ufficiali in rappresentanza delle divisioni impegnate al fronte. Boelmann inizia la sua relazione nel tardo pomeriggio del 6 febbraio esponendo concetti molto importanti:

  1. Nella zona del fronte italiano rimarranno soltanto contingenti di truppe necessarie per ritardare, combattendo, una eventuale avanzata alleata. Alcune divisioni verranno di conseguenza trasferite in Germania, e sostituite da reparti italiani.
  2. Le " osttruppen", ossia i reparti collaborazionisti formati da russi ed ucraini, assieme ai reparti agli ordini delle SS provvederanno ad aiutare le unità dell'esercito rimanenti nella ritirata fino a PO.
  3. La linea di resistenza verrà portata lungo l'arco alpino.
  4. Tutte le truppe territoriali e quelle non strettamente necessarie allo svolgimento delle operazioni, dovranno essere trasferite entro febbraio oltre il PO.

La domanda che nasce è logica: si tratta per caso delle disposizioni per l'attuazione del piano di ripiegamento Herbstnebel (nebbia autunnale), in pratica l'arretramento del fronte lungo la "linea blue" (cioè l'arco alpino), che Hitler non aveva permesso a Kesselring nell'autunno del 1944. Il progetto, ideato dallo stato maggiore del gruppo di armate "C", era stato soltanto sospeso. E le procedure per metterlo in atto, in teoria, avrebbero dovuto essere chiare ai comandanti delle unità impegnate sull'Appennino, senza che vi fosse bisogno di ulteriori riunioni. Non è chiaro inoltre come mai non parteciparono all'incontro i due generali al comando delle unità della RSI impegnate al momento in Garfagnana, ovvero Guido Manardi, comandante della divisione bersaglieri "Italia" e Mario Carloni comandante della divisione alpina "Monterosa", nonostante che le loro truppe sono in quel momento sotto la responsabilità della 14° armata tedesca.
Rileggendo attentamente ciò che comunica il capitano Boelmann, si capisce che ci si trova di fronte non al piano Herbstnebel, ma ad una sua chiamiamola interpretazione; una specie di edizione riveduta e corretta che appare in netto contrasto con quanto sostenuto fino ad oggi dai comandi tedeschi sulle truppe italiane, ma che visto alla luce di quanto poi accadrà in aprile, spiegherebbe molte delle cose "misteriose" avvenute in quel mese.


gruppo corazzato leonessa della GNR con carri M13/40 nella Caserma di Via Asti a Torino

Il capitano dello stato maggiore di Kesselring nel documento afferma che gli italiani avranno in futuro maggiori responsabilità nel tenere il fronte proprio nel momento in cui si profila una ritirata generale dagli Appennini. Questo appare assurdo dopo che per mesi i comandi germanici hanno protestato per la scarsa preparazione e l'inaffidabilità dei soldati e degli ufficiali delle forze della RSI. L'ufficiale tedesco accenna a quali reparti dovranno dare una mano le truppe rimanenti nelle operazioni difensive; elenca i turkestani e gli altri "ostbataillonen" di volontari già disertori dell'Armata Rossa, insieme alle unità agli ordini delle SS. Visto che la Reichsfuerer, l'ultima divisione di Waffen SS rimasta in territorio italiano, parte per il fronte ungherese a metà febbraio, diventa faticoso capire di quali forze si stia parlando.
Sotto il comando di Karl Wolff, comandante in capo delle forze SS e di polizia in Italia, tolti alcuni reggimenti di "SS Polizei", ci sono solo reparti italiani: la 29 divisione SS, le brigate nere, la legione autonoma "Muti", i battaglioni della GNR e la X MAS.
Per provare a spiegare cosa sia in realtà il piano Boelmann dobbiamo riassumere gli avvenimenti successivi a quando, con forte ritardo, (in pratica alle soglie del crollo finale) Von Vietinghoff deciderà di applicare il piano Herbstenebel il 20 aprile 1945 (il ritardo nella attuazione del piano Herbstnebel fu dovuta solo alla ostinazione di Hitler nel voler difendere a tutti i costi il fronte italiano; Vietinghoff voleva già iniziarlo il 14 aprile).
Lo scenario del capitano Boelmann è molto simile alla realtà; infatti si può vedere chiaramente quali unità dovranno frenare l'attacco alleato e restare in balia della loro forza distruttiva.
I battaglioni della X MAS sono l'ultimo reparto che ripiega sulla strada Romea verso il Po, e le uniche unità della Wehrmacht che affiancano i nostri reparti sono i resti della 162^ Turkestana. Nel Ferrarese inizia il ripiegamento verso il Po di quello che resta delle divisioni sconfitte sul fronte di Argenta; una delle unità che si espone per permettere il passaggio del fiume a queste formazioni e a quelle del 1° corpo paracadutisti è la 278^, che utilizza senza tregua come propria copertura un battaglione di volontari italiani il Forlì. Infatti il comandante di questa unità (Adergo Federighi) narra che il Forlì fu utilizzato in continuazione per proteggere la ritirata tedesca e solo grazie all'intervento del generale Hoppe il reparto fu finalmente sottratto al contatto diretto con le avanguardie neozelandesi.


Battaglione Lupo sul fronte del Serio

Anche il 3° battaglione del 5° reggimento della San Marco riprende solo il 21 aprile i contatti con il reparto tedesco a cui era stato aggregato (la 232^ tedesca); questa unità tedesca lo aveva semplicemente "dimenticato" sul passo dell'Abetone. Il ricongiungimento sarà però di breve durata, il reparto della San Marco sarà abbandonato al suo destino nei pressi del Po.
Per quanto concerne la divisione Italia le cui vicende sono molto più complesse, ci limiteremo a sottolineare che i bersaglieri, la 148^ da montagna e i reparti ad essa aggregati, sono in pratica accerchiati dalla 5^ armata americana prima ancora che l'operazione Herbstnebel scatti; nella visione tedesca queste unità apparivano già da tempo al gruppo di quelle sacrificabili. Si tratta di soldati di leva di Salò, militi della GNR e delle brigate nere di Parma e La Spezia, ai quali devono essere aggiunti i russi degli "ostbatallionen 412, 560, 616, 620 agli ordini diretti della 148^ divisione, unità a sua volta composta per la maggior parte da soldati alsaziani e galiziani. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ai reparti menzionati da Boelmann: italiani, osttruppen, e milizie di vario tipo agli ordini selle SS.


Legionari della GNR a Bologna

Dunque ricapitolando questa serie di coincidenze tra il piano tedesco e quanto detto dal capitano Boelmann si può osservare che:

  1. Nei giorni precedenti l'inizio dell'offensiva alleata le unità combattenti italiane raggiungono il loro massimo impiego al fronte (viene schierata al fronte anche tutta la 162^ turkestana).
  2. Sul fronte sud quasi contemporaneamente l'attuazione di Herbstnebel coinciderà con l'abbandono al proprio destino di tutti i reparti italiani o comunque non tedeschi.

Non esistono prove certe di questa visione dei fatti certo però tante sono le coincidenze che fanno pensare ad una correzione all'ultimo momento del piano di ritirata tedesca correzione che prevedeva che il gruppo armate "C" al momento dell'abbandono della prima linea e dell'inizio della ritirata avrebbe lasciato indietro le truppe italiane a combattere con le avanguardie alleate per rallentare la loro avanzata e dare così il tempo ai tedeschi di guadagnare le Alpi. Nei fatti questo è realmente successo. Coincidenza o piano predeterminato? Certo il capitano Boelmann aveva detto queste cose due mesi prima nella riunione con i comandanti tedeschi e questo puntualmente avvenne.


Btg. giovanile della GNR sull'Appennino emiliano


Bersaglieri sulla linea Gotica

PRESENZA DELLE FORZE DELLA RSI SUL FRONTE DELLA GOTICA ZONA 10 AOK

Le forze della RSI presenti in questo settore del fronte non erano numerose come in quello della 14 AOK.
Possiamo ricapitolare le varie formazioni combattenti iniziando dal gruppo più consistente che era quello della Div. F.M. Decima con i Btg. "LUPO", "BARBARIGO", "NP", reparti del "Freccia" e del "Colleoni" al comando del C.C. Antonio De Giacomo. Seguivano il Btg. bersaglieri "MAMELI", il Btg. d'assalto "FORLI'", il Btg. GNR "CONTINELLA" e i reparti di supporto con Btg. F.C. Servizi e rifornimenti, il Btg. D.C. / Gruppi P.C. Btg. IML e GNR con B.N.
La novità 1945 fu l'entrata in linea della divisione "ETNA" schierati tra Budrio a Medicina, da Massa Lombarda a Lugo, Alfonsine e più a nord il secondo sbarramento Flak da Mantova a Rovigo, Adria a nord del Po. Una presenza significativa e agguerrita. Il fronte aveva un andamento irregolare causato dal saliente da Lugo a Comacchio col vertice a Nord, l'allargamento della zona trasformata in una gigantesca laguna dovuta alla distruzione delle chiaviche di regolaggio livello idrico. Le operazioni avevano visto in gennaio l'occupazione a nord di Faenza, della riva orientale del Senio e la saldatura nei pressi di Cotignola con la div. di fanteria canadese ; il rafforzamento da parte tedesca del 75° e 76° AK (settore di Bologna) su cui premeva la 5^ USA.


Btg. Lupo della X MAS

A fine febbraio il LUPO venne avvicendato per ricostruzione e inviato al deposito divisionale in prov. di Vicenza. Dei 700 marò partiti da Milano soltanto 200 erano rimasti nei ranghi del battaglione; gli altri erano caduti, feriti, mutilati, dispersi, ammalati. Ma il reparto aveva lasciato come segno tangibile della sua presenza rispetto e considerazione tra gli amici e i nemici. Il Btg. MAMELI aveva in linea poco distante dal LUPO la seconda compagnia rinforzata. Alla data del 4 febbraio dopo vari scontri e combattimenti, disponeva soltanto di 45 bersaglieri; mancavano all'appello 120 bersaglieri. I superstiti rientrarono a Verona per la ricostruzione mentre il Btg. Mameli II veniva assegnato alla div. Italia schierata sulla Gotica.


Arditi del Btg. Forlì sul Serio


Arditi del Btg. Forlì sfilano ad Imola

Sempre sul Senio si batteva da tempo il Btg. d'assalto FORLI'. A fine gennaio veniva ritirato per avvicendamento a Budrio dove veniva ampliato a 5 compagnie. Il Forlì a ranghi completi sfilò ad Imola ai primi di febbraio con viva sorpresa della cittadinanza e subito veniva inviato in Val Santerno nel settore Vena del Gesso dove dopo numerosi scontri anche con reparti dell'esercito italiano del sud chiese ed ottenne di potersi spostare da quel settore operativo poiché non era gradito scontrarsi con altri italiani. Il Gen. Hoppe acconsentì a questo spostamento. Arrivarono in linea anche il Barbarigo nella zona di Argenta e poi sul Senio. Il Forlì costituì un reparto di retroguardia per permettere lo spostamento della 278^ tedesca. Anche la G.N.R. nel gennaio del 1945 era in linea sulla Gotica con il 16° Btg. G.G.L. "Boldrini" costituito a Bologna e composto da 450 elementi di cui solo 242 in linea.


Bersaglieri del Btg. Mameli

Tutti questi reparti subirono la forte offensiva alleata preparata per il 9 aprile 1945. Nella notte tra il 15/16 aprile il Forlì iniziò il ripiegamento dopo aver sostenuto come abbiamo detto i pesanti combattimenti di retroguardia per consentire alle unità tedesche di sganciarsi dalla linea di fronte. Alla sera del 29 aprile i reparti del Forlì vennero accerchiati e catturati da truppe USA nella zona di Marostica. Stessa sorte subirono anche gli altri reparti italiani nel tentativo di raggiungere e superare il Po in particolare la Decima che si arrese ai Neozelandesi fra il 28/29 aprile 1945 con l'onore delle armi.
Si concludeva così l'esperienza bellica degli ultimi reparti combattenti della RSI (quelli presi qui in esame).



Reduci della RSI



MARIO RAGIONIERI

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Ricordo ai lettori le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001

-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003

-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004

-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Ed.Ibiskos, 2005