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Napoleone - Il genio militare, la strategia, le battaglie - 23^p
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Scritto da Mario Ragionieri   
Molte le ragioni che condussero Napoleone a respingere la proposta: in primo luogo la forza numerica della Grande Armata che si era ridotta drasticamente e quindi non gli permetteva di prendere in considerazione una manovra di quel genere; le forze russe che aveva di fronte erano più o meno uguali a quelle francesi e quindi distaccare anche solo per poco tempo una formazione così grossa come quella prospettata sarebbe stato pericoloso. Si doveva inoltre tenere conto dell’artiglieria e della cavalleria che stavano dando forti preoccupazioni in particolar modo per via dei cavalli che erano in cattive condizioni. Napoleone sapeva bene che le sue truppe soffrivano la fame e avevano voglia di tornare in Francia e che l’unico interesse che avevano i suoi soldati era quello di sopravvivere. Temeva inoltre che i russi non appena avuto sentore della manovra di aggiramento si sarebbero ritirati. Napoleone non voleva che si ritirassero di nuovo come avevano fatto fin dall’inizio della campagna. Il piano di battaglia dell’imperatore si basò sul concetto di attacco frontale accompagnato da operazioni diversive sui fianchi del nemico. Il Corpo d’armata di Eugenio e la cavalleria di Grouchy dovevano prendere il villaggio di Borodino e passare il Koloc per attaccare Doctorov e la “ grande ridotta” di Raevskij lasciando solo una forza di copertura per mantenere il possesso delle rive settentrionali del fiume. Contemporaneamente le divisioni di Compans e di Dessaix, del I corpo avrebbero attaccato le fortificazioni russe a punta di freccia , e a successo ottenuto Ney si sarebbe fatto avanti sulla sinistra di Davout con il III corpo che si sarebbe dovuto incuneare nel centro, lato sinistro, dei nemici. Sulla destra Poniatowski doveva avanzare su Utitsa con il V corpo e cercare di fare un aggiramento tattico alle spalle delle linee russe. Sin dall’inizio della battaglia l’VIII corpo di Junot, la Guardia, la divisione di Friant del I corpo e il grosso della cavalleria avrebbero avuto il compito di riserva centrale. Non era un piano con molte finezze e tutto si basava su una serie di pesanti colpi contro la linea tenuta dai russi che sarebbe stata sfondata in un paio di punti se tutto procedeva secondo i piani. Borodino avrebbe dovuto diventare una battaglia di forza bruta e di logoramento. L’arrivo di notizie cattive dalla Spagna aveva a che fare con questa decisione; sei settimane prima Wellington aveva battuto Marmont a Salamanca e tutto questo rafforzava il desiderio di Napoleone di raggiungere una rapida vittoria in Russia per poi tornare in Francia. Gli ordini vennero emanati il 6; era necessario costruire 5 ponti sul Koloc, ad ovest di Borodino oltre a 3 grosse ridotte dove sarebbero stati messi 120 cannoni per fare un massiccio bombardamento contro le posizioni russe che avrebbe dato inizio alla grande battaglia il giorno dopo. Purtroppo le ridotte furono costruite fuori dalla portata dei loro bersagli per cui il mattino del 7 fu necessario spostarle in avanti prima che fosse possibile aprire il fuoco. Un simile errore non sarebbe sfuggito a all’occhio dell’imperatore solo alcuni anni prima. Alle due del mattino fu emanato alle truppe un proclama nel quale era scritto. “ Soldati! Ecco la battaglia che avete così a lungo desiderato! Da questo momento la vittoria dipende solo da voi e voi ne avete bisogno. Vincendo otterremo grande abbondanza di rifornimenti, ottimi acquartieramenti invernali ed un pronto ritorno in patria. Comportatevi come faceste ad Austerlitz, Friedland, Vitebsk e Smolensk così che i posteri possano sempre ricordare con orgoglio la vostra condotta odierna; fate che essi possano dire di ciascuno di voi : “ Prese parte alla grande battaglia sotto le mura di Mosca!”. Il 7 settembre un ora prima dell’alba , i 5 corpi di fanteria. La Guardia e le 4 formazioni di riserva della cavalleria per un totale di 103.000 fanti ed artiglieri, 28.000 cavalieri e 587 cannoni, si mossero dagli accampamenti per prendere le posizioni loro assegnate. Dopo le 6 del mattino le artiglierie della Guardia , insieme a quelle del I e del III corpo entrarono in azione rovesciando una quantità enorme di colpi sulle postazioni russe ; dopo questo le formazioni di testa avanzarono per l’attacco al passo di carica.
All’inizio tutto sembrava andare bene per i francesi ; sulla sinistra il IV corpo andò all’assalto della periferia di Borodino coperto da una densa nebbia mattutina e poco dopo aveva preso il villaggio respingendo i difensori russi. Nel settore centrale le truppe di Davout avevano preso d’assalto le posizioni russe tenute da Borozdin riportando un grande successo anche se ottenuto a caro prezzo. Mentre Poniatowski sull’estrema destra cacciava i nemici da Utitsa . Il contrattacco russo arrivò presto; Kutuzov autorizzò parte della sua riserva a rafforzare i settori minacciati del suo schieramento e poco dopo la divisione di testa di Eugenio si trovò respinta nelle posizioni difensive intorno a Borodino dopo aver subito notevoli perdite. Davout fu costretto ad abbandonare le conquiste appena fatte delle postazioni a punta di freccia e Poniatowski che stava avanzando ad oriente di Utitsa venne arrestato dall’artiglieria di Tuckov e dl fuoco della fanteria di linea russa che si trovava appostata nei boschi vicini al villaggio. Nelle due ore successive la battaglia sulla destra francese si sviluppò in tutta una serie di scaramucce che costrinse il V corpo a rinunciare alla manovra con la quale tentava un movimento avvolgente. Verso le 7 Eugenio fece arretrare le sue truppe dalle posizioni davanti a Borodino e ordinò il trasferimento di due divisioni sulla riva destra del fiume usando i ponti costruiti la sera precedente; così restò una sola divisione con pochi elementi di cavalleria a tenere il villaggio di Koloc. Questa manovra fu vista dai russi.
Kutuzov con rapidità cominciò a trasferire alcuni corpi verso sud per rafforzare Borozdin e Tuckov dall’altra ala. Mentre questa manovra era in atto, la lotta per il possesso delle postazioni a freccia divenne violenta perché Davout con l’aiuto di Ney e di Friant tentò più volte di prendere la zona. La violenza dello scontro aumentò quando Napoleone inviò la cavalleria di Montbrun in appoggio del III corpo e quella di Nansouty e di Latour–Maubourg a sostenere Davout Ma anche questi sforzi non servirono allo scopo; Montbrun rimase ucciso e poco dopo anche l’VIII corpo di Junot dovette essere impegnato in aiuto del I corpo. Così alle 8,30 del mattino la riserva di Napoleone si era ridotta alla Guardia imperiale ed i francesi avevano ottenuto pochi vantaggi dagli sforzi fatti. Poco dopo anche il primo assalto portato da Eugenio alla “ grande ridotta” venne respinto con gravi perdite.
Anche Poniatowski sulla destra dopo aver preso una collina ad oriente di Utitsa fu respinto con gravi perdite e Napoleone fu costretto a mandare avanti una parte della Giovane Guardia per ristabilire la situazione. Era il momento per un nuovo assalto generale al centro delle linee russe; alle 10 una notevole massa di soldati venne lanciata contro le posizioni di Semionovskaija; tre corpi di fanteria e due di cavalleria con l’appoggio di 250 cannoni. L’artiglieria francese provocò perdite paurose tra le file russe , poco dopo però 300 pezzi di Bagration iniziarono a rispondere al fuoco e anche le perdite francesi salirono pericolosamente. Le colonne francesi strettamente ammassate diventarono un ottimo bersaglio per l’artiglieria russa. In quell’azione il maresciallo Ney fu ferito 4 volte ma i russi persero Bagration e questa notizia scoraggiò gli uomini a tal punto che sospesero la lotta abbandonando temporaneamente le loro posizioni ai francesi. Sembrava che la vittoria fosse molto vicina ; la cavalleria francese attaccò con la speranza di rendere la ritirata russa una rotta, ma i soldati russi non si fecero prendere dal panico e si ritirarono in buon ordine e si arrestarono dietro un burrone nei pressi della spianata di Psarevo e i francesi non riuscirono a scacciarli da li. Le cariche della cavalleria di Murat si infransero contro i quadrati russi il cui schieramento rimase inalterato. Ney, Murat e Davout sollecitarono Napoleone ad impiegare la Vecchia guardia per l’ultimo decisivo attacco, ma l’imperatore non era di questa idea e rifiutò queste richieste.
Sembrava che Napoleone non fosse a suo agio in quella battaglia, era indifferente ed apatico e non si mosse mai per andare a vedere cosa succedeva come invece era solito fare. Passò ore ed ore passeggiando lentamente intorno al posto di comando domandando che le informazioni che riceveva venissero ricontrollate. La cattiva salute ed una crescente stanchezza lo stavano consumando; alcuni anni prima aveva asserito: “ C’è un solo periodo nella vita di un uomo durante il quale egli può combattere”. A mezzogiorno lo schieramento russo era stato ridotto a forma concava, ma Napoleone non voleva impiegare la Vecchia guardia e questo dette la possibilità a Kutuzov di rafforzare il suo settore più minacciato. Egli infatti spostò il IV corpo di Tolstoj dalla destra e nello stesso tempo il corpo di cavalleria di Uvarov venne avviato verso Koloc e lanciato in un attacco diversivo contro Borodino dove c’era solo poca fanteria che disponeva di una piccola aliquota di cavalleria.
L’attacco di 5000 cavalieri russi mise in rotta la cavalleria francese di Delzons che inviò urgente richiesta di aiuti all’imperatore. Napoleone ordinò a Eugenio di ripassare il Koloc con una divisione e con reparti di cavalleria per ristabilire la situazione ; egli non impiegò molto a respingere Uvarov sulle sue posizioni di partenza , ma l’inaspettato attacco contro Borodino convinse Napoleone a tenere sotto mano quello che restava della Guardia quale estrema risorsa.
Il nuovo attacco alla “ grande ridotta” venne preparato con molta cura e decisione; 400 cannoni francesi furono schierati per fare fuoco sul centro di resistenza russo. Coperto da un bombardamento così violento Eugenio avrebbe lanciato un attacco frontale con tre divisioni, mentre il II corpo di cavalleria avrebbe dovuto aprirsi la strada attraverso le linee russe a sud della ridotta per cercare di penetrare nelle retrovie russe e assalire la posizione alle spalle dove non c’erano feritoie e piazzole. Verso le due del pomeriggio gli attacchi vennero effettuati con grande determinazione ed abilità nonostante le gravi perdite.
La cavalleria francese fece uno splendido lavoro ; riuscì a penetrare nella ridotta che spazzò come era stato previsto; i corazzieri si gettarono alle spalle delle difese russe mentre la fanteria di Eugenio era riuscita a penetrare attraverso le aperture del terrapieno dal lato occidentale e i 4 reggimenti che formavano la guarnigione della ridotta vennero sterminati.

Alle tre la grande ridotta era in mani francesi e lo schieramento russo presentava una vasta breccia ; quasi tutte le riserve di Kutuzov erano state impegnate e le truppe erano stanche . La grande vittoria sembrava fosse a portata di mano di Napoleone. Eugenio raccolse tutta la cavalleria e la lanciò in avanti nella speranza di allargare la breccia e sfruttare la penetrazione; proprio in quel momento Barclay de Tolly riuscì a bloccare Eugenio con il contrattacco di due interi corpi di cavalleria.
L’attacco di Eugenio fu fermato a soli 500 metri ad oriente della Grande ridotta ; egli chiese invano l’intervento della Guardia ma Napoleone ancora una volta ne negò l’uso . La fanteria russa poté così ritirarsi su nuove posizioni sotto la protezione della propria cavalleria. Kutuzov nonostante gli anni aveva ancora ottime qualità di soldato; aveva avvertito che la forza dell’attacco francese si stava esaurendo e quindi aveva rapidamente ordinato a Doctorov di preparare un attacco verso Semionovoskaija mandando in suo aiuto parte del V corpo che era tutt’ora in forze agli ordini del granduca Costantino.
Davout si accorse della preparazione di questa controffensiva e compresane la pericolosità inviò un altro urgente appello a Napoleone per l’impiego della Guardia ; la risposta rimase la stessa . L’imperatore permise solo di fare avanzare 80 pezzi di artiglieria della sua riserva con lo scopo di rendere più forti le linee francesi contro l’attacco russo in preparazione; questo aiuto risultò efficace. Il fuoco di questi cannoni fu sufficiente a fermare i russi durante la fase di avvicinamento; lo stesso Tolstoj come pure molti altri ufficiali nei gradi più elevati rimasero feriti. Il risultato fu che i francesi mantennero il possesso delle posizioni che avevano conquistato.


Ma la giornata non era finita e prima che la battaglia venisse interrotta quasi con mutuo consenso da entrambe le parti, Poniatowski ricevette l’ordine di avanzare in un ultimo tentativo di sfondare il fianco sinistro nemico. Il combattimento fu durissimo , ma alle 5 del pomeriggio il V corpo era riuscito ad ottenere il controllo di una collina ; subito dopo l’ala sinistra russa iniziò il ripiegamento.


 
A questo punto nessuno dei due contendenti aveva intenzione di riprendere la battaglia e così i due eserciti stanchi rimasero a fronteggiarsi. Da parte russa alcuni comandanti avevano espresso il desiderio di riprendere la lotta l’indomani mattina, ma Kutuzov pose il suo veto a quella proposta ed ordinò una cauta ritirata da iniziare all’alba dell’8 settembre . La battaglia di Borodino era terminata. Anche se dal punto di vista tecnico Borodino era stata una vittoria francese non può essere certo considerata come quella battaglia decisiva che Napoleone cercava da tempo. Certo si era aperta la strada per giungere a Mosca e si poteva pensare alla conquista della città ma il fatto che Kutuzov fosse riuscito a ritirare senza problemi 90.000 uomini dal campo di battaglia dimostrava che la forza militare della Russia era ancora lontana dall’essere stata distrutta. Per giunta le perdite da entrambe le parti erano state terribili; la Grande Armata aveva perso almeno 30.000 uomini tra morti e feriti mentre i russi avevano perduto almeno 44.000 uomini .
Per quanto Napoleone avesse cercato di fare apparire i risultati della giornata come un risultato notevole, egli aveva invece buoni motivi per essere deluso. Aveva infatti detto prima della battaglia: Vinceremo questa battaglia. I russi saranno disfatti, ma la lotta non sarà conclusiva se non prenderò prigionieri”. Sotto questo aspetto Borodino risultò assai sterile: secondo Segur : “ Sette od ottocento prigionieri ed una ventina di cannoni fuori uso furono gli unici trofei di questa vittoria incompleta” . Lo stesso Napoleone aveva dovuto riconoscere il valore accanito degli avversari , rimpiangendo che essi si lasciassero uccidere come automi, preferendo la morte alla cattura. Borodino non portò la pace sperata. Dopo aver percorso altri 120 chilometri gli elementi di punta dell’avanguardia dell’esercito francese arrivavano a Mosca Non si trattò dopo Borodino di un inseguimento ma un procedere a rispettosa distanza ; vennero combattuti diversi aspri scontri di retroguardia , ma Kutuzov non fece alcun tentativo per cercare di arrestare i francesi. Alle prime ore del 14 settembre i russi abbandonarono la capitale religiosa della loro patria e si diressero verso Kolumna. A Mosca nei ranghi della Grande armata restavano all’incirca 100.000 uomini. Il giorno dopo Napoleone giunse a Mosca e prese alloggio al Cremlino Mosca era sua ma lo zar sarebbe sceso a patti con lui? Napoleone lo sperava ma quella notte iniziarono gli incendi.
Sembrava che la volontà dei russi non fosse stata ancora piegata; forse il viaggio a Mosca si stava rivelando davvero un viaggio a vuoto.