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Napoleone - Il genio militare, la strategia, le battaglie - 22^p
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Scritto da Mario Ragionieri   
Non c’era tempo da perdere se si voleva prendere in trappola l’armata di Bagration prima che potesse sfuggire; infatti una parte della 2° armata d’occidente era segnalata nella zona di Osmjany. Napoleone modificò i suoi piani in base a queste informazioni ed il compito di inseguire Barclay fu dato a Murat con 5 divisioni di cavalleria e l’appoggio di un corpo di nuova formazione con le divisioni di Friant e Gudin sotto il comando di Labau. Questa forza avrebbe avuto Oudinot sulla sinistra e Ney alle spalle; Davout con una divisione di fanteria e alcuni reparti di cavalleria si stava dirigendo su Michalicki per prendere possesso dei ponti sulla Vilia per tagliare la ritirata a Bragation . L’imperatore era a Vilna con le divisioni di Desaix e di Claparède e aveva trasformato quella città nel centro di operazioni dove i convogli e i rifornimenti lo avrebbero raggiunto. Anche Gerolamo si sarebbe dovuto muovere con tutte le forze a sua disposizione per fare una forte pressione frontale. Il passo dell’avanzata francese stava rallentando a causa delle forti piogge , del ritardo dei convogli e la scarsezza delle informazioni riducevano la velocità di marcia . Era ormai evidente che la campagna di Russia non sarebbe terminata entro i venti giorni che erano stati previsti all’inizio. La mattina del 1° luglio Napoleone ricevette le prime notizie certe a proposito di Bagration;  infatti questi stava dirigendosi su Vilna. Dal Q.G. vennero inviati dei corrieri per portare ordini precisi a Davout che doveva assumere il comando di una forza formata su tre colonne per iniziare la marcia verso sud con lo scopo di intercettare i russi.
   

Bagration, Grouchy e Nansouty

La colonna di destra agli ordini di Grouchy doveva agganciare la retroguardia nemica e attaccarla; La seconda sotto il comando di Davout doveva assalire il centro di Bagration . La colonna di sinistra al comando di Nansouty composta da quattro brigate di cavalleria e dalla fanteria di Morand avrebbe manovrato per avvolgere il fianco dell’avanguardia russa. Gerolamo nel frattempo doveva giungere a Grodno con tutta la sua forza per affrontare Bagration sull’altro fianco. Il piano non funzionò. Eugenio per errori di informazioni non si mosse per tutto il, 2 e solo il 3 alle prime luci dell’alba l’avanguardia del IV corpo arrivò a Vilna così Napoleone si sentì sicuro di poter ordinare a Davout di iniziare l’operazione pianificata. La mattina Napoleone fece partire la divisione del generale Claparède da Vilna inviandola a rinforzare Davout portando la sua forza a 50.000 uomini ; Eugenio aveva 30.000 soldati al suo comando nella parte nord della trappola e Gerolamo stava movendo da occidente con altri 55.000 uomini Se tutto fosse andato secondo i piani Bagration che aveva 45.000 uomini, sarebbe stato circondato dalle truppe francesi che disponevano di 110.000 uomini. Gli eventi dimostrarono che fare previsioni ottimistiche era assolutamente prematuro perché non solo Bagration sfuggì dalla rete ma dimostrò la debolezza dei francesi e dei loro alleati. Il 5 luglio arrivò a Napoleone una lettera di Gerolamo che informava che le ricognizioni della sua cavalleria non avevano trovato traccia di russi tranne due piccoli distaccamenti di fanteria e che sembrava che Bragation fosse in movimento con le sue sette divisioni verso Minsk ; Gerolamo in poche parole non si era mosso di un passo e quindi non aveva potuto agganciare il nemico , nonostante questa azione rappresentasse il suo compito principale per far scattare la trappola, e si era pure preso 48 ore di comodo prima di dare l’informazione a Napoleone delle sue scoperte. Gerolamo fu duramente rimproverato da Napoleone e, carico di collera dopo aver litigato anche con Davout decise di lasciare il suo comando e di tornarsene in Westfalia; il suo posto fu temporaneamente preso da Davout. Con la speranza di intercettare ancora Bagration Napoleone incitò i suoi a inseguirlo. I russi non avrebbero dovuto raggiungere Minsk prima dll’11 e di conseguenza Davout avrebbe potuto precederlo ed attaccarlo ancora con un buon vantaggio. In previsione di uno scontro Napoleone ordinò a Murat di rimanere in attesa e di non impegnarsi in una grande battaglia in assenza dell’Imperatore. L’8 luglio Davout arrivò con le sue divisioni alle porte di Minsk ma solo per vedere che Bagration se ne era andato da alcuni giorni e che si era diretto a Bobrujsk non appena aveva saputo che il I corpo era in marcia per intercettarlo. Questo voleva dire che i russi resisi conto del pericolo, avevano preso le misure per evitare uno scontro e si erano pertanto incamminati su una via di ritirata molto più a sud di quanto i francesi non avessero immaginato. Napoleone fu costretto ad ammettere che la sua prima manovra su vasta scala contro Bagration , che avrebbe dovuto distruggere l’ala sinistra dell’armata russa, era fallita totalmente. La scarsezza delle risorse locali e la fiducia in una marcia regolare dei convogli che invece erano indietro, la crescente stanchezza dei suoi uomini erano i fattori che avevano sottratto a Napoleone quello che all’inizio era sembrato un sicuro trionfo. Dopo non essere riuscito a prendere in trappola Bagration , Napoleone decise di dedicarsi al fronte nord ; lasciò che Davout inseguisse la 2° armata occidentale verso Borisov ed Orsa con l’ordine di ostacolare qualunque tentativo di concentramento delle forze russe.
Nel frattempo Barclay de Tolly aveva ritirato la maggior parte della sua 1° armata sulla linea del fiume Dvina ove aveva preso posizione tra le poderose fortificazioni di Drissa e Dunaburg. Napoleone comprendeva bene la forza di quel dispositivo e rivolse la sua attenzione al come obbligare il nemico ad evacuarlo o ad uscirne per combattere in campo aperto. Nacque per queste ragioni la nota “ manovra su Vitebsk” . Fu questo il secondo tentativo di vincere la guerra con la Russia e l’imperatore voleva impiegare Murat con Oudinot e Ney per tenere impegnato il nemico davanti alle postazioni di Drissa , mentre il resto del gruppo centrale di armate avrebbe superato la Dvina più a sud per dirigersi poi a nord e minacciare così le vie di comunicazione di Barclay con Pietroburgo. A Barclay sarebbe rimasta la scelta tra una veloce ritirata verso la città o una avanzata per scontrarsi con Murat. Mentre l’imperatore era ancora a Vilna, Eugenio e la Guardia venivano fatti avanzare per allinearsi con le formazioni di Murat che erano pronte all’avanzata generale contro la linea della Dvina. Il 16 luglio Murat segnalò che c’erano movimenti del nemico nella sua direzione e questo faceva pensare che i russi stavano preparando una sortita in forze dalle loro posizioni per attaccare. Napoleone partì subito per recarsi presso le posizioni di Murat ; contemporaneamente richiamò la guardia e il IV corpo . L’attacco russo non si realizzò e Napoleone si rese conto che Barclay si sarebbe spostato verso Polotsk cioè verso Bagration che le ultime informazioni davano in movimento verso Orsa . Non fu quindi una sorpresa la notizia fornita da Murat il 19 , che il nemico aveva abbandonato la posizione di Drissa  senza sparare un colpo per difenderla.
Napoleone era convinto che Barclay avrebbe seguito la strada per Orsa per congiungersi con Bagration ; ne conseguì l’ordine a tutti i reparti di concentrarsi a Kamen per essere pronti a combattere la battaglia tanto attesa. Ma ancora una volta l’intuizione di Napoleone era sbagliata. Era vero che i russi cercavano di riunire le loro forze ma la località scelta per questa riunione era Vitebsk e non Polotsk come invece aveva immaginato Napoleone. Il 21 si accorse dell’errore e dette ordine ai suoi uomini di spostarsi da Kamen a Besenkovici che avrebbero dovuto occupare il 24 ; niente era però sicuro.Gli eventi cominciarono a precipitare ; il 23 Davout si trovò improvvisamente impegnato in una azione contro Bagration ma riuscì ad impedire il passaggio verso nord ai russi . Questo voleva dire che i francesi si trovavano ancora tra le due armate russe. Da un gruppo di disertori russi catturati si apprese che Barclay era a Vitebsk; ogni incertezza era adesso finita e nella notte successiva i francesi puntarono su Vitebsk rimanendo sulla riva sinistra della Dvina con l’intenzione di obbligare a combattere Barclay .Il 25 e il 26 Napoleone credette che il suo desiderio di una grande battaglia si stesse per realizzare perché durante le due giornate la cavalleria di Murat era stata impegnata dalle forze russe ad Ostronovo.
 
Convinto di avere Barclay in mano l’imperatore vinse la tentazione di attaccare subito con le forze disponibili e ordinò ai suoi uomini di aspettare un giorno per permettere ai rinforzi di arrivare. Fu un grande sbaglio di Napoleone perché all’inizio Barclay aveva avuto la tentazione di affrontare i francesi a Vitebsk, ma quando seppe che Bagration non poteva passare per Orsa cambiò opinione e decise di scappare per recarsi ad un nuovo appuntamento a Smolensk. Il ritardo di un giorno da parte di Napoleone aveva dato a Barclay la possibilità di cavarsela . I francesi avanzarono la mattina del 28 in formazione di combattimento contro i russi ma trovarono Vitebsk evacuata dal nemico che aveva di nuovo evitato lo scontro. Le probabilità di agganciare Barclay nella zona di Smolensk erano basse perché i russi avevano a disposizione molte buone strade da utilizzare e vi era anche poca speranza di impedire a Bagration di riunirsi al suo collega. La strategia di Napoleone fino a quel momento non aveva dato risultati perché non era riuscito ad obbligare i russi, ancora divisi, ad una battaglia decisiva e non gli era di aiuto il fatto di sapere che aveva provocato al nemico una perdita di 8.000 uomini e che i francesi erano in possesso della principale posizione militare in Europa. Non si poteva nemmeno nascondere che la Grande Armata era ridotta all’ombra di se stessa ; la temperatura si manteneva alta ed il numero di malati era salito in maniera allarmante, anche le perdite di cavalli erano state molto elevate. La strada percorsa dall’esercito era segnata da cadaveri in putrefazione il che contribuiva ancor di più al diffondersi delle malattie. Nel momento in cui Napoleone arrivava a Vitebsk circa 100.000 uomini erano assenti dai reparti perché malati o dispersi. L’imperatore doveva fermarsi perché le sue truppe necessitavano di un periodo di riposo per riorganizzarsi e nel frattempo anche i convogli sarebbero potuti arrivare al fronte e soddisfare alcune necessità immediate delle truppe. L’avanzata del grosso dell’armata francese venne fermata per 8 giorni durante i quali gli uomini dormirono , mangiarono e saccheggiarono , mentre le formazioni principali si raggruppavano intorno a Vitebsk che era stato organizzato come nuovo centro di operazioni per la prossima avanzata verso oriente. Nel frattempo la cavalleria si spingeva in avanti per controllare il nemico e coprire con uno schermo il grosso dell’armata. Durante il periodo di riposo molti dei dispersi e nuovi distaccamenti raggiunsero il fronte apportando un gradito rinsanguamento ai reparti troppo deboli. Iniziarono anche ad arrivare i convogli e in quei giorni Napoleone affidò al maresciallo Victor  il comando del VIII corpo, quello comandato da Gerolamo. Ma il riposo non poteva essere lungo per le formazioni francesi che si trovavano sulle ali. Al fianco meridionale il generale Reynier fu attaccato dalla 3° armata occidentale di Tormasov , nella zona di Brest E Napoleone fu obbligato a spostare gli austriaci di Schwarzenberg  in aiuto del VII corpo per frenare la minaccia. Nello stesso periodo Davout ricevette l’ordine di spostare il suo comando a Orsa in modo da essere più vicino al grosso, mentre sul fianco nord l’attività era ancora poco intensa. Il II corpo di Oudinot aveva impegnato una lotta con i 28.000 uomini di Wittgenstein che erano isolati nelle vicinanze di Polotsk e Disna ; i combattimenti si protrassero dalla fine di luglio al 16 agosto con alterne fortune.
  

Tormasov, Schwarzenberg e Wittgenstein

Nonostante i rinforzi ricevuti dal VI corpo di St. Cyr , che lo aveva raggiunto il giorno 16, Oudinot si trovò il 18 respinto di nuovo a Polotsk Quel giorno ebbe luogo la prima dura battaglia di Polotsk  dove il generale St. Cyr si guadagnò il bastone di maresciallo per il modo con cui manovrò i 35.000 francesi di cui aveva preso il comando dopo il ferimento di Oudinot avvenuto la sera precedente. Non fu una vittoria decisiva ma permise a Napoleone di abbandonare le ansie e decidere di avanzare oltre Vitebsk. Q
Queste operazioni periferiche mostrano l’estensione de fronte francese. La politica seguita dai russi di non accettare la battaglia e di attirare invece Napoleone sempre più nel cuore del paese , sia che fosse il risultato di un piano prestabilito, sia che fosse imposta dal corso degli eventi , indebolì senza dubbio alcuno la Grande Armata fino a ridurne la potenza ad un ricordo di quella che aveva all’inizio della campagna. La tattica elusiva dei russi oltre ad aumentare il consumo degli uomini nell’esercito francese, contribuì anche all’esaurimento delle forze sia fisiche che mentali dello stesso Napoleone. Era un continuo verificarsi di veloci incursioni di bande di cosacchi le cui puntate avevano un’influenza deleteria molto superiore al reale pericolo da esse rappresentato.
 
L’esercito francese divenne sempre più soggetto ad eccessi di nervosismo . La situazione che si presentava agli inizi del mese di agosto era la seguente: le quattro armate di Barclay e di Bagration si erano riunite con una forza complessiva di circa 125.000 uomini nella zona di Smolensk; con la speranza di ricevere considerevoli rinforzi. Napoleone disponeva di circa 185.000 uomini sotto il suo diretto comando , la maggior parte dei quali raccolti in un vasto triangolo formato dalle città di Besenkovici, Suraz e Orsa. Napoleone si dedicò allo studio della sua prossima manovra la cosiddetta “ manovra di Smolensk” che aveva lo scopo di portare la Grande Armata alle spalle delle forze russe per tagliare le comunicazioni con Mosca obbligandole così alla battaglia. Il piano non era ancora pronto quando giunse l’informazione che il generale Sebastiani con circa 3000 cavalieri era stato impegnato l’8 agosto in un duro combattimento con i cosacchi di Platov  a Inkovo uscendo piuttosto malconcio dallo scontro. Questa notizia sembrava rivelare che i russi erano decisi a marciare contro i francesi con l’intenzione di cercare la battaglia. Barclay e Bagration avevano infatti intenzione di lanciare un attacco contro la sinistra dello schieramento di Napoleone perché sia lo zar che l’opinione pubblica chiedevano che venisse effettuato un contrattacco. Il momento sembrava assai buono per una controffensiva con Napoleone costretto a rallentare l’inseguimento e con le sue forze sparse intorno a Vitebsk, tanto che una avanzata dei russi avrebbe consentito ad altre due formazioni, le armate di Finlandia e di Moldavia, rese libere dai loro impegni dopo gli accordi con la Svezia e la Turchia, di riunirsi all’interno del territorio con lo scopo di prendere parte alla lotta contro i francesi. Il 6 agosto si tenne un consiglio di guerra e Barclay ordinò a 100.000 fanti e 18.000 cavalieri con 650 cannoni di marciare da Smolensk verso occidente con la speranza di impedire alle forze francesi di riunirsi e cogliere così il nemico disperso e impreparato. Questa operazione però fu ostacolata da ogni tipo di difficoltà; Barclay e Bagration erano in discussione tra loro per cui le loro armate non cooperarono per raggiungere i risultati migliori. Quando Platov raccontò del suo successo a Inkovo il ministro della guerra russo ebbe una reazione di profonda irritazione perché temeva una grossa reazione da parte francese tanto che ordinò alle sue truppe di cambiare verso nord-ovest la loro linea di avanzata, abbandonando in pratica il suo movimento in avanti. L’offensiva rimase indecisa per 6 giorni e il 13 quando Barclay dette di nuovo l’ordine di avanzare , il progresso fu molto limitato e prima che terminasse la giornata l’armata russa era di nuovo ferma . Nel frattempo Bagration si era limitato a non cooperare e così il grosso della 2° armata era rimasto inattivo intorno a Smolensk facendo naufragare la prevista offensiva russa.La prima reazione di Napoleone quando ricevette la notizia di Inkovo era stata quella di sospendere i preparativi per l’attacco a Smolensk e ordinare all’armata di concentrarsi intorno al III corpo pronti a fronteggiare un attacco russo.
 
Il 10 si era reso conto che l’attacco non progrediva allora l’imperatore annullò gli ordini inerenti la concentrazione e riprese a preparare la manovra di Smolensk. Questo piano è stato giudicato come uno dei massimi capolavori di Napoleone ; il suo intento era quello di costituire un bataillon carrè di almeno 200.000 uomini e di lanciarlo attraverso il Dnieper su un fronte di circa 25 chilometri suddiviso in due grandi colonne che sarebbero passate da Rosasna e da Orsa con la massima segretezza possibile con lo scopo di aggirare la sinistra russa mentre gli avversari avrebbero continuato a fare dei cauti sondaggi verso Vitebsk. La colonna di Rosasna al comando di Napoleone e composta dalla cavalleria di Murat dal III corpo d’armata , dalla Guardia imperiale e dalle truppe del viceré d’Italia . Più a sud il maresciallo Davout avrebbe attraversato il fiume con 3 corpi d’armata mentre la riserva di cavalleria avrebbe lanciato un attacco diversivo ancor più in basso lungo il corso del Dnieper. Attraversato il fiume il grosso delle formazioni doveva procedere verso oriente seguendo la riva sinistra del fiume in modo da tagliare le strade che univano Smolensk a Mosca e obbligando così Barclay a battersi. I movimenti preliminari cominciarono l’11 agosto e per il 13 l’esercito era ammassato nella zona prevista per la riunione pronto a passare il Dnieper Il cambiamento di fronte della Grande Armata era rimasto nascosto grazie all’ottimo schermo attuato dalla cavalleria e il mascheramento offerto dalla natura del terreno ricco di boschi. Nella notte tra il 13 e il 14 il generale Eblé riuscì a gettare i suoi quattro ponti di barche sul Dnieper vicino a Rosasna e le truppe iniziarono a passare il fiume. All’alba non meno di 175.000 uomini erano al di là del fiume . Venne ordinata subito una avanzata verso Smolensk e i corpi d’armata presero a marciare velocemente dietro lo schermo protettivo della cavalleria di Grouchy, di Nansouty e di Montbrun. Alle tre del pomeriggio elementi di punta delle avanguardie avevano raggiunto la città di Krasnoe  a circa 50 chilometri da Smolensk.
Qui incontrarono la prima opposizione dei russi. Quando aveva ordinato di marciare su Vitebsk Barclay aveva deciso che il generale Neveroskij  doveva mettersi con la sua divisione composta da 8000 fanti e 1500 cavalieri oltre la riva sinistra del Dnieper per proteggere glia avvicinamenti a Smolensk e osservare i movimenti francesi.
 
Nacque un durissimo scontro dove Murat lanciò i suoi squadroni contro i russi ma non riuscì a rompere la difesa nemica ; Murat perse la testa ed invece di ordinare ai fanti del III corpo di andare all’attacco della fanteria russa, che si era disposta in un grande quadrato, continuò a lanciare la sua cavalleria in almeno quaranta attacchi successivi. Gli sforzi furono inutili sarebbe bastato ai francesi schierare qualche pezzo di artiglieria per annientare la formazione russa , ma tutti i cannoni erano trattenuti nello stretto passaggio di Krasnoe. Risultato i russi riuscirono a rientrare a Smolensk. Se non fosse stato per la resistenza di Neveroskij che li aveva fermati la cavalleria francese avrebbe potuto arrivare a Smolensk la sera del 14. Vista la situazione Napoleone decise di fermare per 24 ore l’avanzata per permettere alle sue forze di raggrupparsi . resta difficile capire il perché di questa situazione che tolse alla manovra l’elemento fondamentale che era la sorpresa e permise ai russi di avere il tempo per reagire. Avute le informazioni da Neveroskij che era in corso una offensiva francese, sia Barclay che Bagration avevano ordinato alle proprie truppe di tornare verso Smolensk .
  

Neverovskij, Raevskij e Doctorov

Barclay ordinò al generale Raevskij di occupare la città e all’alba del 15 le truppe vi stavano già entrando per rinforzare la guarnigione che era al comando di Bennigsen, poi furono raggiunti dalla divisione di Neveroskij . Napoleone con la sua sosta perse l’occasione di occupare Smolensk di sorpresa. Raevskij a Smolensk disponeva di 20.000 uomini e 72 cannoni e sapeva che sia Barclay che Bagration stavano dirigendo le loro colonne per venire in suo aiuto. Dal momento che il suo compito era quello di difendere il terreno palmo a palmo per guadagnare tempo, il comandante russo schierò i suoi soldati per la maggior parte fuori dei sobborghi piazzando 23 battaglioni a occidente e a sud della città vecchia e lasciandone altri due con la cavalleria a guardia del rimanente perimetro. Il resto delle sue truppe lo tenne dentro la città come riserva. In queste posizione i russi attesero l’arrivo dei francesi. Le pattuglie di Murat giunsero davanti agli avamposti all’alba del giorno 16 e alle 10 della mattina tutta la cavalleria e il III corpo di Ney erano entro il raggio d’azione delle difese; Murat dispose i suoi uomini lungo il perimetro orientale della città vecchia mentre Ney si disponeva di fronte ai sobborghi che guardavano verso Krasnoe Ney disponeva solo di 18.000 uomini e non si sentiva in forze per tentare un attacco e decise di attendere l’arrivo di Napoleone con il grosso delle forze. Napoleone Perse la mattinata a occidente di Smolensk aspettando notizie del ponte di Katan che doveva essere distrutto per impedire che Barclay potesse utilizzarlo per aggirare la Grande Armata.. Ricevuta la notizia, galoppò verso la città dove giunse all’una. Per tutto il pomeriggio le forze dei due contendenti continuarono ad ammassarsi intorno alla città, divise dal Dnieper ; le ore comunque non passavano senza avvenimenti perché ad un certo punto la cavalleria di Raevskij fu costretta a ripiegare sotto le mura e il 46° reggimento riuscì a prendere la Cittadella Reale quando la sua guarnigione venne obbligata ad uscire per fare fronte ad una minaccia all’importantissimo ponte. L’imperatore non dette ordini di attaccare e alla sera i francesi avevano ottenuto ben pochi successi. Nella notte l’arrivo di Davout e di Poniatowski che presero posizione sulla destra di Ney consentì di completare il cerchio che assediava la città vecchia. Nel frattempo per i russi era arrivato anche il generale Doctorov  il che permise alle truppe di Raevskij di lasciare le posizioni intorno al ponte e tornare sulla riva settentrionale per ricongiungersi con l’armata di Bagration che si stava ammassando ad oriente della città nuova mentre erano in arrivo anche le forze di Barclay . per il momento Smolensk era al sicuro da un colpo di mano francese. Il 17 si aprì con una serie di attacchi confusi nei sobborghi perché i tre corpi francesi cercarono di espugnare la città però nonostante gli sforzi effettuati, non furono capaci di penetrare all’interno delle grandi difese , anche se la loro artiglieria stava riducendo le case della città vecchia in cumuli di macerie. Doctorov si aggrappò alle sue forti posizioni e a sera i francesi dopo lo sforzo fatto nella giornata, avevano perso 10.000 uomini , mentre nei due giorni di combattimenti i russi avevano perso circa 13.000 uomini.
Non è chiaro il perché Napoleone abbia ordinato l’assalto generale infatti sarebbe stato molto meglio lasciare uno schieramento di uomini davanti alla città e passare il Dnieper più ad oriente e mettere in pericolo la strada Smolensk – Mosca; sarebbe stato il modo migliore per costringere i russi ad evacuare la città e ne sarebbe seguita anche una grossa battaglia. Barclay ordinò di abbandonare la città nella notte tra il 17 e il 18 e questo ordine provocò una valanga di proteste al comando generale russo e il granduca Costantino ed il generale Bennigsen accusarono Barclay di essere un vigliacco.
Barclay non volle annullare l’ordine e così le 4 divisioni di Doctorov abbandonarono le loro posizioni e si ritirarono sulla riva settentrionale bruciando il ponte alle loro spalle. Alle due di mattina Ney scoprì che i russi non c’erano più; gli uomini del I e del III corpo si precipitarono nella città attraverso le fiamme ed una parte di essi riuscì a guadare il fiume dove prima c’era il ponte perché le macerie avevano colmato il letto lasciando solo un metro di acqua. Le posizioni russe che erano di fronte vennero attaccate violentemente e occorse l’intervento della retroguardia di Bagration per fermare i wurttemburghesi e i portoghesi che avevano tentato l’impresa. Il 18 agosto fu una giornata con pochissima attività militare , verso la fine della giornata però la maggior parte delle truppe di Ney avevano attraversato il ponte appena riparato , il corpo di Junot era arrivato all’esterno della città .Da parte russa si registrò quel giorno la completa rottura dei rapporti tra Barclay e Bagration e quest’ultimo si prese la responsabilità di portare le truppe verso Solovievo lasciando solo 4 reggimenti di cosacchi a tenere il nodo stradale molto importante di Lubino a 30 chilometri ad est di Smolensk Poi anche i reparti di Barclay seguirono gli altri verso est e Napoleone perse di nuovo l’opportunità di colpire le due armate divise. Questa inazione da parte dell’imperatore si può spiegare con la sua incertezza circa la direzione presa dal nemico e cioè se verso nord o verso est; per quel che sappiamo sembra che l’abilità di Napoleone in quel periodo abbia subito una temporanea fase di stasi. Solo nelle prime ore del 19 agosto Ney cominciò ad avanzare da Smolensk verso oriente spingendo davanti a se la retroguardia di Barclay, mentre Murat dopo aver guadato il fiume si avviò lungo la strada di Mosca. Quando fu chiaro che i russi si stavano dirigendo verso la capitale e non verso Pietroburgo Napoleone ordinò a Junot di fare avanzare velocemente le sue truppe fresche e di puntare su Lubino per bloccare la linea di ritirata di Barclay. Junot perse tutto il giorno per attraversare il fiume e quando i suoi uomini erano tutti passati si rifiutò di attaccare nonostante le suppliche dei suoi colleghi e gli ordini chiari di Napoleone. Nel frattempo Ney e Murat erano impegnati in duri combattimenti contro il generale Eugen comandante della retroguardia di Barclay e contro Tuckov nello stretto passaggio di Valutino.
I francesi non riuscirono a battere i russi che continuarono la loro corsa verso oriente dietro all’armata di Bagration . Così anche il terzo tentativo di Napoleone di obbligare i russi ad una battaglia decisiva terminò in un fallimento. Clausewitz ed altri commentatori hanno osservato che, visto come era andata la “ manovra di Smolensk” sarebbe stato meglio che Napoleone invece di studiare quei movimenti così ben concepiti e così malamente realizzati, fosse avanzato subito da Vitebsk per attuare l’accerchiamento strategico del nemico.

Fu un insieme di cause quello che privò Napoleone della battaglia decisiva così a lungo cercata. In primo luogo la pronta reazione di Bagration nell’inviare il suo IV corpo a rafforzare la guarnigione della città consentendo la difesa della città stessa. Secondo le fortificazioni di Smolensk si dimostrarono più forti di quanto apparissero e questo permise a Raevskij di fermare i francesi fino all’arrivo dei rinforzi. Terzo gli attaccanti persero tutte le possibilità di attuare una sorpresa sui russi con la perdita di tempo del 15 agosto. Quarto Napoleone senza dubbio si sbagliò quando non si curò di sfruttare a fondo il successo iniziale e ritardò l’avanzata finale su Smolensk e poi si fermò ad attaccare con inutili e ripetuti assalti la città invece di avanzare per tagliare la strada di mosca. Tutto questo è un grave atto di accusa contro Napoleone quale generale . Forse sperava che la vittoriosa conclusione dell’attacco contro una delle più importanti città della Russia sarebbe stata sufficiente a portare lo zar a più miti consigli.Ma fu un grave errore se la intese così perché la decisione di Alessandro e del popolo russo di resistere all’invasore era destinata a raggiungere la sua massima intensità e Napoleone avrebbe dovuto imparare a sue spese che la volontà del popolo russo era incrollabile come quella del popolo spagnolo.
LA BATTAGLIA DI BORODINO
 
 
Con la conquista di Smolensk Napoleone aveva raggiunto la fase più critica della campagna di Russia; per 6 giorni la Grande Armata restò nei dintorni della città mentre l’imperatore meditava sulle azioni future. Aveva sperato di concludere la campagna con una grande battaglia decisiva ed invece sui trovava a dover constatare che tre tentativi per chiudere la campagna erano miseramente falliti. Doveva riprendere l’avanzata verso Mosca o sarebbe stato meglio svernare a Smolensk e riprendere ad avanzare nella primavera successiva? Non era facile decidere una cosa del genere perché doveva tenere conto di una serie di considerazioni sia militari che politiche. Inizialmente napoleone aveva previsto di passare l’inverno nella zona di Smolensk , poi decise di procedere diversamente. La decisione di restare a Smolensk aveva molti lati negativi ma anche alcuni positivi e attraenti Tra quelli favorevoli c’era la considerazione che se l’esercito avesse consolidato le proprie posizioni nella zona di Smolensk l’autunno e l’inverno avrebbero potuto essere spesi per portare la truppa al più alto livello di efficienza possibile . I reparti ed i distaccamenti addetti ai depositi ed ai convogli sovraccarichi di lavoro e inadeguati, avrebbero avuto il tempo e il modo di rimettersi a posto e di riorganizzarsi. Se Napoleone avesse acconsentito alla creazione di un nuovo regno di Polonia avrebbe anche potuto ottenere un grosso esercito di polacchi riconoscenti messo a sua disposizione nella primavera del 1813. Considerando gli elementi negativi, sostare a Smolensk avrebbe allontanato anche una notevole quantità di pericoli . Tra quella città e Mosca c’erano più di 450 chilometri e ci sarebbe voluto tutto il rimanente dell’ormai avanzata estate per coprire la distanza ; e anche se la Grande Armata avesse superato quella zona di cui esistevano carte topografiche molto fittizie e imprecise, non c’era alcuna garanzia che i generali dello zar avrebbero accettato la battaglia. Anche con Mosca occupata Alessandro avrebbe potuto ancora non chiedere la pace e in questo caso i francesi si sarebbero trovati in una campagna invernale difficile oltre che costosa per la quale non erano preparati. L’impiego di uomini anche solo per mantenere le attuali posizioni intorno a Smolensk era già immenso ed una ulteriore avanzata verso l’ignoto avrebbe rappresentato un compito impossibile da sostenere per le già esaurite risorse francesi. In base a queste considerazioni militari la migliore soluzione per Napoleone sarebbe stata quella di rimanere a Smolensk; tuttavia vi erano in giuoco altri fattori sia militari che politici da prendere in considerazione. Primo fra tutti se la Russia doveva essere obbligata a rientrare nel Sistema Continentale era importante che fosse combattuta una battaglia decisiva e a breve termine. Sei mesi di respiro avrebbero dato allo zar il tempo di schierare le armate della Moldavia e della Finlandia e di mobilitare nuove forze. Questo avrebbe migliorato la sua posizione militare e reso una vittoria francese ancor più difficile da raggiungere. Le difficoltà di procurare cibo e rifornimenti per l’esercito sarebbero state le stesse sia nella posizione attuale che nella zona di mosca e inoltre bisognava considerare anche le ripercussioni politiche di un arresto dell’offensiva. L’idea poi di creare un regno di Polonia indipendente sarebbe risultata u azzardo politico perché avrebbe potuto spingere lo zar a resistere fino all’ultimo . Inoltre se l’imperatore avesse dovuto stare in Oriente fino alla fine della primavera o dell’estate del 1813, sarebbe rimasto assente da Parigi per più di un anno e già nell’agosto del 1812 c’erano i segni dello sviluppo di cospirazioni. Si deve aggiungere a questo le notizie che giungevano dalla Spagna che non erano buone. Alla fine l’istinto del soldato e dell’opportunista ebbero il sopravvento sulle convinzioni dell’uomo di Stato. Le precedenti esperienze gli avevano insegnato che la vittoria avrebbe potuto essere assicurata perseguendo la ricerca e la distruzione dell’esercito nemico. Era convinto che Alessandro sarebbe stato costretto a compiere ogni sforzo per cercare di salvare Mosca, il centro religioso del suo regno e che una sconfitta e la conseguente occupazione del Cremlino lo avrebbe costretto ad arrendersi all’evidenza della potenza francese. Gli sembrava che la miglior politica militare fosse quella di inseguire senza dargli tregua un nemico in ritirata ed in scompiglio e che non aveva fatto altro che ritirarsi fin dall’inizio della campagna. Napoleone era convinto che solo a Mosca avrebbe potuto trovare la pace. Nel frattempo anche lo zar e i suoi consiglieri stavano lavorando per riesaminare la loro strategia. Dopo essere stato convinto dai suoi esperti ad abbandonare la politica temporeggiatrice, Alessandro visitò Mosca il 24 luglio e rivolse da li un appello pubblico per avere l’aiuto di qualunque cittadino russo che fosse in grado di prendere le armi. La sua richiesta non cadde nel vuoto perché il territorio di Mosca promise 80.000 uomini della milizia e altre regioni della Russia presero impegni analoghi proporzionalmente con le loro risorse. Lo stato d’animo della resistenza russa assumeva l’aspetto di una crociata religiosa contro i francesi. Alessandro decise di ascoltare i sempre crescenti appelli della nobiltà russa e provvide alla sostituzione di Barclay de Tolly con il vecchio veterano Kutuzov. Era opinione generale che il momento delle ritirate era finito e che era necessario fare un tentativo estremo per difendere Mosca dall’invasore. Nessuno era considerato più qualificato per guidare le truppe in battaglia , in una situazione del genere che richiedeva una dedizione completa. Kutuzov era sulla settantina e non aveva più la lucidità necessaria, ma conosceva bene i russi e sapeva come trattarli sapeva come suscitare la fiducia in se stessi sia nel popolo che nelle armate e cercava di ottenerla inculcando una religiosa osservanza al dovere nella mente di tutti. Le sue capacità di comandante erano inferiori a quelle di Barclay, ma era nato in Russia a differenza di Barclay e questo dava un senso di sicurezza maggiore. Kutuzov assunse la sua nuova responsabilità il 25 agosto e si mise subito a studiare come poter combattere una battaglia definitiva in una posizione di sua scelta. Il 24 agosto Napoleone fece la sua scelta ed il giorno successivo la Grande Armata riprese la sua marcia verso oriente , nonostante la situazione nelle retrovie restasse molto confusa e si sentisse ancor più la mancanza di rifornimenti. Le formazioni si mossero in tre colonne parallele a breve distanza di marcia l’una dall’altra. La colonna centrale seguiva la grande strada postale da Smolensk a Mosca con alla testa la cavalleria di Murat, con la Guardia , il I e III corpo d’armata quali rincalzi. Sulla sinistra marciava Eugenio e sulla destra il principe Poniatowski. In complesso si stavano movendo 124.000 fanti, 32.000 cavalieri e 587 cannoni. L’opposizione alla marcia fu molto scarsa , solo qualche scontro di cavalleria . Murat e Davout bisticciarono tra loro circa il cattivo impiego che il primo avrebbe fatto della cavalleria; per il resto fu la ripetizione degli incendi di villaggi, di città, del saccheggio dei raccolti e delle puntate dei cosacchi che si aggiravano sempre nei dintorni. I forti temporali che imperversavano erano più pericolosi dei proiettili russi , tanto che il 30 agosto Napoleone fece sapere che se il tempo che se il tempo non fosse migliorato entro le prossime 24 ore, avrebbe dato ordine di tornare a Smolensk.Il 31 però il tempo era migliorato e l’avanzata riprese. Il 1° di settembre il comando era a Gzatsk, 3 giorni dopo veniva raggiunta Gridnevo e nel pomeriggio del 5 l’esercito francese si fermava a breve distanza dal villaggio di Borodino. 
Finalmente si potevano vedere nella pianura, le masse scure delle armate russe che erano li accampate e che si stavano preparando per la battaglia, scavando fortificazioni campali come era loro regola prima del combattimento. Il terreno nella zona di Borodino era quello di una campagna ondulata piena di ruscelli e avvallamenti con boschi sparsi , campi aperti e piccoli villaggi. I soldati russi si erano messi rapidamente al lavoro per valorizzare le difese naturali che già questa zona offriva per conto suo; avevano iniziato a costruire una postazione arretrata, una ridotta mediante un terrapieno alzato su una montagnola alle spalle del villaggio di Schivardino, ma le postazioni principali erano state preparate ad un chilometro e mezzo verso oriente. Tra Borodino e Semionovskaija era ancora in costruzione un ampio trinceramento conosciuto come la grande ridotta . ad un altro chilometro e mezzo più a sud, sulla cima di piccole collinette, erano state costruite delle fortificazioni a forma di punta di freccia , aperte sul lato orientale . Dal punto di vista russo , il più grande vantaggio offerto dalla zona era quello della natura impervia del terreno; qualsiasi forza che attaccava da occidente avrebbe trovato impossibile manovrare senza rompere le formazioni e le masse disperse dei combattenti sarebbero divenute ottimi bersagli per l’artiglieria che avrebbe aperto i fuoco dalle posizioni sovrastanti.. C’era anche un grosso svantaggio; a sud della vecchia strada postale il terreno era meno impervio ed avrebbe offerto al nemico la possibilità di una manovra aggirante; inoltre una superficie così varia sarebbe divenuta un ostacolo difficile da superare , sia per un attacco francese, che per un contrattacco russo.
Il pomeriggio e la sera del 5 videro una lotta durissima per il possesso della ridotta di Schivardino e dei diversi villaggi vicini. La 27° divisione russa con 12 cannoni al comando di Gorcakov difendeva la posizione contro le truppe del generale Compans e per diverse ore il risultato dei combattimenti rimase incerto, fino a quando l’arrivo del V corpo di Poniatowski lungo la vecchia strada postale convinse Kutuzov a fare abbandonare il posto e ad ordinare una limitata ritirata sulle postazioni principali. Durante la notte Napoleone si accampò vicino alla strada principale circondato dalla sua Guardia, non stava bene di salute avendo contratto un forte raffreddore e soffrendo di un risentimento alla vescica: queste sue condizioni avrebbero condizionato la condotta delle operazioni il giorno seguente. Il giorno 6 trascorse in una calma irreale mentre entrambi i contendenti erano a impegnati a stendere i piani ed a richiamare reparti ancora lontani. Le pattuglie francesi uscite in ricognizione poterono ben presto fornire una idea approssimativa dello schieramento e della forza dei reparti di Kutuzov. I russi avevano circa 17.000 uomini della cavalleria regolare, di 7000 cosacchi, di 72.000 fanti di circa 10.000 soldati della milizia e di 640 pezzi di artiglieria con 14.500 artiglieri ; un totale di circa 128.000 uomini. Era tuttavia chiaro che il comando russo aveva ancora molte incertezze a proposito della probabile linea di azione di Napoleone e per questo aveva schierato le proprie forze su un fronte iniziale di 8 chilometri ; con questo dispositivo erano certi di potersi coprire da ogni possibile direttrice di attacco. Durante la giornata Napoleone effettuò personalmente ricognizioni molto ravvicinate delle postazioni russe e preparò il suo piano d’attacco. Scartò subito la possibilità di effettuare una azione con grandi forze a nord di Borodino a causa del terreno sfavorevole, riteneva però che fosse possibile inscenare un attacco dimostrativo in quel tratto con la speranza di trattenere le numerose forze della destra russa, ma poi decise di abbandonare l’idea. Passando al centrò valutò lo potenza offensiva e difensiva della grande ridotta e decise che quello doveva essere l’obiettivo principale anche se ci sarebbe stato un alto costo in termini di vite umane. L’ispezione sulla sinistra russa gli permise di valutare che questa era la più debole e che vi era anche la possibilità di poterla aggirare nella pianura. Il maresciallo Davout disse che questa doveva essere la manovra da effettuare e chiese a Napoleone di mandare durante la notte 40.000 uomini a disporsi in maniera da poter manovrare attorno al fianco russo scoperto per cadere sulle retrovie di Kutuzov ; quella mossa assicurava all’imperatore avrebbe costretto i russi d una precipitosa ritirata nell’angolo formato dai fiumi Moscova e Koloc dove sarebbero stati assaliti dai francesi . Napoleone non era d’accordo facendo notare a Davout “ Lei è sempre dell’opinione di aggirare il nemico, ma questa sarebbe una manovra troppo pericolosa”.
 
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Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del
periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005
-- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007
-- Carri armati Tedeschi e Italiani 1939-1945 - edizioni Chillemi 2008
-- “L’Italia fascista 1933-1940 Gli anni del consenso e dello stato totalitario “ volume I - Ibiskos - Editrice Risolo, Empoli 2009

-- Prossima uscita ( febbraio 2010) L’ITALIA FASCISTA II volume IBISKOS Editrice Risolo - Empoli