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Napoleone - Il genio militare, la strategia, le battaglie - 12^p
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Scritto da Mario Ragionieri   

 
 
INIZIA LA GUERRA
 

Già alla fine della prima settimana di ottobre tutto era pronto per la fase iniziale della campagna che riguardava l’attraversamento della Selva di Franconia. Nei primi giorni del mese i corpi d’armata si erano spostati nelle 4 zone previste per il concentramento: Kronach, Forcheim, Wurzburg e Schweinfurt in modo tale che le loro forze fossero riunite in una zona di 55 chilometri quadrati. Il 5 ottobre Napoleone aveva inviato a Soult l’ordine dettagliato nel quale esponeva il suo piano per superare l’ostacolo naturale che lo fronteggiava; un ordine chiaro e puntuale nel quale era descritto lo schieramento dell’armata francese.

La formazione che veniva adottata dalla Grande Armè era quella di un grande bataillon carrè composto da 180.000 uomini che le avrebbe permesso di affrontare l’attacco nemico qualunque fosse stata la direzione della sua provenienza. Ogni parte di ciascuna colonna era nelle condizioni di portare assistenza a quelle vicine anche se i collegamenti tra le colonne in senso orizzontale sarebbe stato debole durante l’attraversamento della Selva. Napoleone pensava che i prussiani avrebbero atteso l’arrivo della testa di ciascuna colonna sull’altro lato della Selva con la speranza di poter distruggere ogni reparto a mano a mano che usciva dalla Selva stessa. Riteneva anche che ciascuna colonna sarebbe stata in grado di far fronte, senza correre troppi pericoli, a un nemico anche di 30.000 uomini. Se si fossero trovati a dover fronteggiare un nemico più forte, i Marescialli avevano ricevuto l’ordine perentorio di mettersi sulla difensiva in attesa dell’arrivo delle altre colonne. Se i prussiani avessero tentato l’attacco da ovest il V e il VII corpo avrebbero fatto da avanguardia con il compito di tenere impegnato il nemico, mentre il I e il III si spostavano verso l’ala nemica indifesa e il IV e il VI restavano di riserva. All’alba del 8 ottobre le colonne francesi si misero in movimento attraversando la frontiera con la Sassonia.

Davanti c’erano gli squadroni di cavalieri condotti da Murat che dovevano esplorare le strade tra Saalfeld e Saalburg per individuare la posizione del nemico. Durante quella giornata le uniche cose che accaddero furono delle schermaglie di cavalleria nelle quali le pattuglie prussiane furono più volte respinte. A sera le parti più avanzate delle tre colonne avevano raggiunto gli obiettivi; Coburgo, Lebenstein e Munchberg. La prima vera opposizione prussiana fu incontrata il mattino successivo a Schleiz dove Bernadotte e Murat si trovarono di fronte a 6000 prussiani e 3000 sassoni; le due brigate di cavalleria di Lasalle e Milhaud insieme a due divisioni di dragoni e da una parte della fanteria del I corpo d’armata riuscirono ad aprirsi un varco attraverso questo reparto isolato prendendo le strade per Gera. Per il resto l’avanzata francese continuava a ritmo accelerato e a sera il corpo di Lannes e quello di Soult si stavano avvicinando a Saalfeld e a Hof. Napoleone era convinto che l’avanguardia della colonna di sinistra sarebbe presto venuta in contatto con un consistente forza nemica il giorno successivo e avvisò Lannes di stare pronto ad entrare in combattimento vicino a Saalfeld e che non doveva iniziare a combattere senza che fosse arrivato Augereau. In campo prussiano regnava assoluta la confusione; la notizia che Tauenzien  si ritirava disordinatamente in direzione di Auma convinse Hohenlohe a predisporre una avanzata verso il Saale con lo scopo di andargli incontro. Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre il principe Luigi Ferdinando segnalò numerosi bivacchi francesi oltre Saalfeld rafforzando la convinzione nel suo superiore che una immediata concentrazione delle forze prussiane tra Rudolstadt e Kahla prima di avanzare oltre il fiume , era la soluzione corretta da prendere. Gli ordini di Hohenlohe furono però trasmessi a Luigi Ferdinando in modo ambiguo e così il comandante dell’avanguardia ritenne suo compito quello di difendere la gola di Saalfeld per guadagnare tempo mentre Hohenlohe trasferiva la sua armata verso Auma e Brunswick guidava la sua armata ad occupare l’area lasciata libera dal principe. Il principe si trovò isolato; nuovi ordini gli furono inviati ma era troppo tardi per ripiegare perché la battaglia di Saalfeld era iniziata alle ore 10.

Luigi convinto del compito che doveva assolvere e non a conoscenza della nuova situazione, portò la sua forza, composta da 4 battaglioni prussiani e 6 sassoni con 10 squadroni di cavalleria e 44 cannoni, a occupare le posizioni sulla riva sinistra della Saale in modo da dominare la gola. La divisione di testa di Lannes comandata da Suchet si trovò presto sotto il fuoco prussiano appena uscì dalle colline , ma Lannes ordinò un attacco immediato anche se ancora non era stato raggiunto da Augereau: Egli inviò all’attacco un battaglione e la cavalleria leggera, coperti da uno schermo di volteggiatori e dette ordine a Suchet di portare il resto della sua fanteria verso ovest, attraverso le colline coperte da boschi con la chiara intenzione di prendere alle spalle il principe Luigi.

Alle 11 Luigi si rese conto del pericolo che incombeva sui suoi uomini e si preoccupò di rinforzare la sua ala destra spingendo avanti il centro per occupare il borgo di Beulitz. Il resto della mattinata fu caratterizzato da uno scontro violento intorno a questo villaggio e al villaggio di Croesten ma dopo le 13 i francesi iniziarono ad avere il sopravvento. In un tentativo di portare ordine tra le sue truppe il principe Luigi guidò cinque squadroni al centro ma fu ucciso in combattimento.

Con la Morte del principe la battaglia era perduta i superstiti fuggirono verso la Saale; i francesi avevano perduto 172 uomini e riuscirono a catturare circa 1800 prussiani e 53 cannoni uccidendone 900. Questo scontro fu il primo importante episodio della guerra e il suo esito ebbe gravi ripercussioni sul morale delle truppe. La morte del principe e la quasi totale perdita del reparto di cui era al comando unita alla sconfitta subita il giorno precedente a Schleiz faceva presupporre al comando prussiano che i francesi volessero avanzare su Lipsia , così Hohenlohe si ritirò in tutta fretta verso Jena mentre Federico Guglielmo e Brunswick decisero di concentrarsi intorno a Weimer; i prussiani apparivano dovunque disorientati come pure i sassoni presi dal panico dopo i fatti del 12. Il Q.G. francese non aveva ancora idea della reale posizione del nemico; dalla sinistra Soult trasmetteva la notizia che la guarnigione prussiana di Plauen si era ritirata in direzione nord, così Napoleone in base a questa comunicazione trasse in un primo tempo la convinzione che il nemico si sarebbe concentrato intorno a Gera per difendere la strada che conduceva a Lipsia e per portare aiuto a Tauenzien. Disse: “ Non credo però che sia in grado di radunare le sue forze prima di noi”. La Grande Armè continuò la sua marcia verso nord in direzione di Gera per arrivare in quella località prima dei prussiani in modo da sorprendere i vari reparti nemici in arrivo uno alla volta mano a mano che arrivavano nella zona stabilita per il concentramento. Napoleone aveva ragione nel supporre che Brunswick si sarebbe diretto a nord ma come presto vedremo non aveva ben capito la sua destinazione finale. La situazione si chiarì l’11 perché un esame più attento degli scontri di Schleiz e di Saalfeld e i rapporti delle ricognizioni fatte dalla cavalleria di Murat, dai quali si capiva che a Gera non c’erano truppe prussiane, permisero di comprendere che il nucleo principale del nemico era situato ancora più a nord - ovest e non a nord – est come era stato considerato fin dall’inizio. Tutte queste informazioni fecero si che Napoleone si convinse ancor di più che il grosso delle forze nemiche era più a ovest e che Brunswick avrebbe cercato al battaglia nella zona di Erfurt. Gli ordini emanati il 12 prevedevano una conversione a sinistra che avrebbe portato la Grande Armè di fronte al nemico impedendogli di tentare di sfondare il fronte francese e di arrivare all’Elba. La cittadina di Auma divenne il nuovo centro di operazioni dove per ordine di Berthier dovevano giungere tutti i rifornimenti di viveri e munizioni nonché allestito un ospedale. Il corpo di Davout ricevette l’ordine di dirigere su Naumburg, mentre Bernadotte doveva andare da Gera verso Zeitz e poi proseguire verso Kosen : raggiunte queste posizioni i due corpi avrebbero dovuto sostenere Lannes e Augereau che formavano l’avanguardia dell’Armata con l’ordine di dirigersi verso i due punti di attraversamento del Saale a Jena e Kahla. Napoleone non era sicuro di aver compreso le reali intenzioni del nemico; così Soult ricevette istruzioni per rimanere nella zona di Gera controllando quello che avveniva a nord e a est nel caso si riscontrassero attività prussiane. Scrisse Napoleone in quei giorni: “Sto circondando il nemico da ogni lato ma devo essere pronto a reagire a qualunque sua mossa”. Nonostante Soult non si trovasse vicino a Jena tanto da ricevere rapidamente soccorso, l’ultimo corpo d’armata della colonna di destra , quello di Ney, aveva ricevuto l’ordine di lasciare Weyda per dirigersi verso Mittel- Pollnitz tenendosi pronto a spostarsi da li verso Roda che era in posizione intermedia a circa 10 leghe dal corpo di Lannes. L’intenzione di Napoleone sembrava essere quella di attraversare la Saale il giorno 14 per avanzare su Weimer e attaccare Brunswick il giorno 16 vicino ad Erfurt dove pensava di trovarlo. Sicuro dei suoi calcoli e convinto di aver previsto ogni eventualità, Napoleone giunse a Gera insieme al suo stato maggiore verso le 20 e si mise immediatamente a riposo per 4 ore prima di dare gli ordini preliminari per i movimenti del giorno seguente e per ricevere i rapporti più aggiornati sulla situazione generale.

Dopo la battaglia del 10 l’avanguardia prussiana si era ritirata sulla linea del Saale; Hohenlohe attraversò Kahla l’11 dirigendosi su Jena. Il 12 mentre stava lasciando questo paese i sui sassoni furono presi dalla paura quando verso sud apparve all’improvviso l’avanguardia di Lannes. Nel frattempo Federico Guglielmo e Brunswick si stavano dirigendo verso Weimer molto preoccupati per i collegamenti con l’Elba; il 12 a notte fonda lo stato maggiore prussiano apprese con estrema certezza che i francesi erano a Naumburg e questo faceva prevedere che la linea del fiume Unstrutt era prossima ad essere bloccata Questo fatto sarebbe stato molto pericoloso per i prussiani e Federico Guglielmo ordinò che fosse convocato il consiglio di guerra per la mattina successiva. I generali molto preoccupati si riunirono all’alba del 13 ; in questa riunione alcuni generali proposero di impegnare battaglia vicino a Jena ma la maggioranza decise per una immediata ritirata verso Lipsia passando per Auerstadt, per Friburgo e Merseburg incorporando la riserva di Halle lungo la via e proteggendo in tal modo le minacciate comunicazioni dell’Elba. Il pensiero dei prussiani non era più quello di affrontare Napoleone ma di evitare qualsiasi azione su vasta scala; a tale proposito per formare l’ala protettiva delle forze prussiane Hohenlohe ricevette l’ordine di occupare il villaggio di Capellendorf che era situato a metà strada tra Jena e Weimar, mentre Ruchel doveva rimanere in quest’ultima pronto ad intervenire in soccorso fino a che il grosso dell’armata non avesse attraversato Auerstadt. A quel punto avrebbe assunto le funzioni di retroguardia ritirandosi verso nord. Napoleone era a Gera in attesa dei rapporti più recenti sulla situazione; egli ancora non prevedeva una battaglia fino al giorno 16 e gli ordini per il 13 erano già stati emessi nelle prime ore del mattino. In base a questi ordini Bernadotte doveva unire le sue forze a quelle del III corpo a Naumburg, Ney doveva procedere in direzione di Roda mentre gli altri rimanevano nelle posizioni che occupavano in quel momento per riposarsi, radunare i ritardatari e rifornirsi. Intorno alle 9 giunsero all’imperatore nuove notizie che lo convinsero a prendere nuove decisioni; Murat affermava che un suo agente aveva visto un gran numero di truppe prussiane che marciavano verso Fulda, Erfurt e Naumburg. Davout informava da Naumburg che secondo le sue informazioni raccolte il grosso delle forze nemiche si trovava tra Naumburg e Lipsia; Augereau riferiva a Kahla che le truppe prussiane che in origine erano a Jena, si spostavano passando da Weimer in direzione di Erfurt. Anche se Lannes lungo le rive della Saale vicino a Jena non avesse ancora inviato messaggi, Napoleone credette di comprendere le intenzioni del nemico; scrisse a Murat “ Finalmente il velo si è levato , il nemico da inizio alla sua ritirata verso Magdeburgo. Spostati il più in fretta possibile con il corpo di Bernadotte, verso Dornburg”. Commentando la situazione aggiunse: “ Credo che il nemico o tenterà di attaccare il maresciallo Lannes a Jena o si ritirerà. Se attacca Lannes, la mia presenza a Dornburg ti metterà in condizione di appoggiarlo. Dalle 14 in poi sarò a Jena”. Oltre ad impartire l’ordine di colmare la breccia che si era formata tra Davout e Lannes lungo la Saale, l’imperatore ordinò a Ney di avanzare su Roda e dette ordine alla cavalleria pesante che era a Auma, e alla divisione di St. Hilaire che era a Gera di andare a Roda. Le restanti forze di Soult dovevano spingersi a nord- ovest verso Kostritz per mantenere la sorveglianza su Lipsia mentre Augereau si spostava rapidamente da Kahla a Jena dove lo stesso Napoleone si diresse per vedere personalmente cosa stava succedendo. Mentre si stava avvicinando a Jena alle 3 del pomeriggio giunse un portaordini con un messaggio di Lannes che fino a quel momento non aveva dato nessuna informazione. Nel messaggio diceva che circa 15000 soldati prussiani erano schierati a nord di Jena e da fonti locali aveva appreso che altri 25.000 si trovavano tra Jena e Weimer; il messaggio si concludeva con: “ Desidero sapere se Vostra Maestà intende fare avanzare il mio corpo verso Weimer. Non oso assumermi la responsabilità di ordinare tale manovra nel caso Vostra Maestà voglia destinarmi altrove”. Mentre Napoleone leggeva questa notizia in lontananza si udiva già il rumore dei moschetti; ormai era certo che il nemico si preparava a sferrare un attacco violento conto Lannes o la sera del 13 o il giorno dopo. L’imperatore dettò una 3° serie di ordini per quella giornata; il fatto che fossero stati individuati circa 50.000 uomini tra Weimer e Erfurt rendeva necessaria una immediata battaglia anche se in anticipo rispetto a quanto previsto. A fronte di questa nuova situazione Davout doveva procedere verso ovest da Naumburg in modo “ da piombare sulla sinistra del nemico” appena avesse udito il rumore della battaglia. Bernadotte doveva invece proseguire verso Dornburg e attraversare la Saale per portare aiuto a Lannes se fosse stato realmente attaccato. Senza rumore di battaglia in corso i due corpi avrebbero atteso altri ordini per il giorno dopo prima di attraversare la Saale. La cavalleria di Murat doveva spingersi verso Dornburg mentre Soult e Ney dovevano avanzare su Jena; Lefebvre con la fanteria della Guardia imperiale avrebbe dovuto raggiungere immediatamente Napoleone al Q.G. di Lannes che era oltre Jena. L’imperatore attraversò Jena e raggiunse Lannes sull’imponente Landgrafenberg intorno alle 4 e qui venne a conoscenza che il V corpo era arrivato a Jena la mattina nascosto al nemico da una fitta nebbia e aveva occupato la città senza troppi problemi.

La divisione di Suchet aveva attraversato la Saale e aveva raggiunto il Landgrafenberg e poi si era imbattuta nell’avanguardia di Tauenzien. I francesi avevano respinto questo reparto prussiano fino ai villaggi di Lutzeroda e Closwitz e Lannes nonostante la previsione di dover fronteggiare 40.000 prussiani, aveva deciso di mantenere la sua posizione a ovest della Saale. Napoleone confermò le decisioni di Lannes convinto anche lui di trovarsi di fronte il grosso dell’esercito prussiano e ordinò alla rimanente parte del V corpo insieme alla Guardia imperiale di muoversi da Jena per rinforzare la zona del Landgrafenberg convinto che il nemico volesse ingaggiare battaglia sull’altopiano. La forza di cui disponeva Napoleone in quel momento era di circa 25.000 soldati e calcolò che questa forze fosse in grado di mantenere la posizione fino al giorno dopo poiché entro le 3 della mattina del 14 sarebbero arrivati il VII corpo con 16.500 uomini, la divisione di St. Hilaire con 9000 ed entro mezzogiorno i corpi di Soult con 18.000 uomini e Ney con 15.000 uomini e la riserva di cavalleria pesante con 7000 cavalieri provenienti da Roda portando così la Grande Armè a un totale di 90.500 uomini. Entro le 4 poi sarebbero potuti arrivare il I corpo con 20.000 uomini e il III con 27.000 uomini con gli 8000 cavalleggeri di Murat . Nello spazio di 24 ore Napoleone era dunque in grado di riunire 145.500 uomini in una zona strategica decisiva e non si poteva dare per questo una migliore dimostrazione della perfetta flessibilità di coordinamento della formazione a Bataillon carrè. Nonostante questa possibilità di ricevere in tempi brevissimi i rinforzi necessari, non veniva risolto il problema immediato e cioè se i prussiani avessero attaccato in forze la sera del 13; inoltre la scelta di Napoleone di restare sul Landgrafenberg con il fiume alle sue spalle era un rischio notevole anche se calcolato, perché credeva sempre di avere di fronte il grosso dell’armata di Brunswick. Di fronte invece aveva solo l’ala destra prussiana, ma questo lo avrebbe scoperto più tardi, e la posizione dei francesi era realmente pericolosa. Mentre la divisione di Suchet prendeva posizione Hohenlohe era pronto ad ordinare l’attacco quando arrivò l’ordine di ritirarsi oltre il fiume Unstrutt verso Lipsia; contrariato il generale eseguì l’ordine e fu una fortuna per Napoleone. Per i francesi era necessario rendere sicuro il Landgrafenberg e questo era possibile solo se venivano messe in posizione dominante le batterie di artiglieria; purtroppo il problema era come portare l’artiglieria lassù in quanto esisteva solo uno stretto sentiero che partiva da Jena; il problema fu risolto da Napoleone che si mise a dirigere i lavori di movimentazione dell’artiglieria.

 

All’alba 25.000 uomini e 42 pezzi d’artiglieria erano sulla cima. Napoleone ordinò che la sua tenda fosse messa al centro di un quadrato formato da 4000 uomini della Guardia imperiale e dopo aver osservato i fuochi dell’accampamento nemico nella sottostante pianura, si sedette per dettare gli ordini per il giorno dopo.

In base al suo piano la battaglia si sarebbe dovuta svolgere nell’arco di un paio di giorni dividendosi in due ben distinte fasi; il primo compito sarebbe stato quello di assicurarsi il controllo della testa di ponte allargando la posizione attuale verso l’altopiano il che avrebbe reso possibile il dispiegamento del nucleo principale della Grande Armè cioè del V, Vi, VII e IV, la cavalleria di riserva e la Guardia imperiale ( FOTO 30-31) sulla sponda occidentale della Saale e in base a queste disposizioni Lannes doveva attaccare alle ore 6 del 14 per impadronirsi di una linea che andava dal villaggio di Lutzeroda fino a Closwitz.

Napoleone era convinto ancora di avere di fronte quasi tutto l’esercito di Brunswick e riteneva che la seconda parte del suo piano potesse essere decisiva per annientarlo e anche se i prussiani avessero sferrato l’attacco principale verso Kosen, il I e il III corpo sarebbero stati in grado di fermarli fino a che Napoleone non li avesse colpiti alle spalle passando attraverso Jena. Napoleone desiderava che Davout e Bernadotte oltrepassassero la Saale avanzando verso Apolda e apparissero sul fianco e sulla retroguardia dell’armata prussiana già in quel momento impegnata a Jena. Alle 15 Bernadotte aveva ricevuto l’ordine di procedere su Naumburg alla volta poi di Dornburg per completare la linea francese lungo la Saale collegando le due ali della Grande Armè; Napoleone però non era certo se questo ordine era stato eseguito , pertanto nel messaggio che inviò a Davout c’era questa frase: “ Se il principe di Pontecorvo è ancora con te, potete marciare insieme. L’imperatore spera comunque che egli si trovi nella posizione assegnatagli a Dornburg”. Nella elaborazione di questo piano Napoleone era influenzato da un equivoco e cioè il presupposto fondamentale che avrebbe potuto avere ragione delle varie parti in cui era divisa l’armata prussiana una alla volta era errato perché il 13 a notte fonda, l’armata di Brunswick cioè 60.000 uomini, stava marciando lungo la strada che da Umpferstadt va verso Auerstadt allontanandosi da Jena. L’avanguardia di questo contingente aveva quasi raggiunto Auerstadt quando napoleone dettavo gli ordini a Berthier; cioè i prussiani avevano diviso le proprie forze in due distinte armate ed era assai probabile che entrambe si sarebbero scontrate con parti diverse dell’armata francese la mattina del 14 ma questo Napoleone non lo sapeva. Davout si rese conto della presenza del nemico di fronte al suo schieramento e ne dette subito notizia all’imperatore nelle prime ore del mattino ma non sembra che Napoleone rimanesse particolarmente colpito da queste informazioni poiché restava della convinzione che la sua forza si sarebbe scontrata con il grosso dell’armata prussiana a nord di Jena. I fuochi dei bivacchi prussiani che Napoleone vedeva erano in realtà solo quelli del comando di Hohenlohe e cioè circa 5000 uomini del generale Holtzendorf presso Dornburg e degli 8000 di Tauenzien nella zona di Closwitz e del rimanente cioè 25.000 uomini accampati a sud ovest di Vierzehnheiligen. L’ultimo contingente delle forze prussiane che si trovava nelle vicinanze era quello di Ruchel composto da 15.000 uomini che si trovava vicino a Weimer. Anche Hohenlohe non si era accorto di avere di fronte il grosso della Grande Armè ritenendo che i francesi posizionati sul Landgrafenberg non fossero altro che un’ala dello schieramento che faceva da schermo all’armata francese in marcia verso Lipsia e Dresda. Sia Napoleone sia Hohenlohe furono molto sorpresi per quello che avvenne il 14.

 
 
LE DUE BATTAGLIE JENA E AUERSTADT

 

La mattina del 14 il campo di battaglia era coperto dalla nebbia che ostacolò le ultime ricognizioni dell’imperatore e ritardò una serie di preparativi delle truppe francesi; nonostante questo contrattempo 46.000 uomini e 70 cannoni erano in posizione sul Landgrafenberg e nelle valli intorno pronti all’azione e , pur non sapendolo avevano di fronte 38.000 prussiani con 120 cannoni .

I comandanti francesi erano senza dubbio più preparati dei colleghi prussiani come pure il morale delle truppe della Grande Armè era altissimo rispetto a quello del nemico che avevano di fronte. La battaglia di Jena si divide in 4 fasi ben definite. La prima fase è quella dove tra le 6 e le 10 del mattino Lannes, Soult e Augereau, furono costretti a respingere l’avanguardia di Tauenzien e ad allargare la testa di ponte sul lato occidentale della Saale. Per fare posto ai rinforzi che stavano affluendo rapidamente a Jena. Il primo attacco fu lanciato dalle due divisioni di Lannes, Suchet sulla destra e Gazan sulla sinistra con l’appoggio di 28 cannoni; appena le colonne francesi si scontrarono con i battaglioni di Tauenzien ebbe inizio un violento corpo a corpo nel bel mezzo della nebbia. L’artiglieria iniziò a far fuoco ad alzo zero e nonostante le perdite consistenti subite dai francesi Suchet conquistò subito Closwitz ( FOTO 34) con la fanteria leggera che respinse tutti quelli che cercavano di fermare la sua avanzata.

Gazan non riuscì ad avere lo stesso successo nell’attacco a Cospeda; i suoi reparti di punta furono respinti da un violento e preciso fuoco di artiglieria. Nonostante le cose non andassero poi così male per i prussiani Tauenzien dette ordine di abbandonare i due villaggi di prima linea e anche di Lutzaroda lasciando solo un grosso reparto di truppe nella boscaglia e si ritirò verso le riserve nel villaggio di Vierzehnheilingen. I francesi si misero all’inseguimento ma persero di slancio quando Tauenzien scagliò un violento contrattacco con 5000 uomini che era nel frattempo riuscito a riunire; la manovra ebbe successo e i francesi si ritirarono precipitosamente e in preda alla confusione più completa. Solo uno squadrone riuscì a tenere la sua posizione mentre gli altri ripiegavano rapidamente; fortunatamente per i francesi i prussiani non sfruttarono il vantaggio acquisito fermandosi e ritornando sui propri passi fino a verso Kleinromstedt . La divisione di testa di Soult schierata a destra, uscì dal villaggio di Lobstadt e riuscì ad aprirsi un varco verso Zwaten entrando nei boschi circostanti dove si scontrò con i soldati di Holtzendorff che si stavano spostando intorno a Dornburg. In quel momento anche la divisione di Augereau si dirigeva verso Flohmberg per poi proseguire verso Weimer ; Tauenzien preoccupato per le perdite e per il rischio di essere aggirato si ritirò verso Hohenlohe. In questo modo prima delle 10 le formazioni più avanzate di Napoleone erano riuscite ad occupare il terreno necessario per il dispiegamento della Grande Armè e per questo dovevano anche ringraziare le ritirate non necessarie dei prussiani. La prima parte del piano di Napoleone era andata a buon fine ed egli dette ordine di fermare le operazioni al centro e all’ala sinistra affinché nuovi reparti potessero entrare in linea.

 
 

Mario Ragionieri

Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005
-- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007

-- Carri armati Tedeschi e Italiani 1939-1945 - edizioni Chillemi 2008

 



 

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