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Linea Gotica: La Battaglia della Linea Gialla
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Scritto da Mario Ragionieri   

Cannone da 88 a Rimini



La battaglia più nota e forse anche la più importante che si combatté durante l'offensiva della Linea Gotica fu quella detta della Linea Gialla o più propriamente Linea Rimini. Bene è di questo che andremo a parlare in questo capitolo con la serena speranza che lo troviate molto interessante.
La Linea Gialla si snodava lungo la vallata del torrente Ausa alla base dell'ultimo crinale che sbarra l'accesso alla pianura Padana con una scarpata ininterrotta ed una altezza che varia dai 100 ai 200 metri che va da Covignano sopra Rimini fino a Montecieco e a San Marino per una lunghezza di circa 30 chilometri.
La difesa predisposta da LXXVI Corpo corazzato del generale Herr era costituita da 3 linee e cioè la prima su una congiungente che andava da Bellariva- San martino Montelabbate - terrapieno ferrovia Rimini San Marino- Cerasolo- Monte Olivo Montelupo- torrente Marano- Gesso; la seconda sulla congiungente San Martino - Montelabbate - Sant' Aquilina- Sant'Antimo- Dogana di San Marino-Serravalle; la terza linea, quella dell'ultima resistenza scorreva sulla sommità del crinale da Rimini al Covignano a Sant' Aquilina a San Martino in Venti a Montecieco fino a San Marino.
L'attacco alleato era stato impostato come attacco frontale con due direttrici principali; una su Covignano dove doveva operare il I Corpo Canadese del generale Burns e il secondo era su San Martino in Venti situato al centro della Linea Gialla dove operava il V Corpo britannico del generale Keightley. Prima di muovere all'attacco le linee difensive tedesche sarebbero state colpite da pesanti bombardamenti aerei terrestri e navali.


Ostacoli antisbarco nella riviera di Rimini



La marcia di avvicinamento degli Alleati verso la Linea Gialla incontrò la continua resistenza delle retroguardie tedesche che utilizzavano ogni ostacolo naturale per e non per rallentare e colpire gli attaccanti. In una telefonata di Kesselring a von Vietinghoff intesa a far scaglionare ben in profondità i pochi panzer e cannoni anticarro a disposizione egli diceva: " I 20 chilometri del fronte , dal mare al Monte Titano di San marino, sono diventati i 20 chilometri decisivi di tutta la difesa tedesca in Italia" .
Von Vietinghoff il 14 settembre aveva svolto una inchiesta a proposito del cedimento della 98à divisione del generale Reinhardt durante la seconda battaglia di Coriano; è interessante leggere i suggerimenti tecnici che emergono leggendo l'inchiesta:
"E' difficile realizzare in pianura reparti di armi pesanti e di truppe d'assalto, stante l'inesperienza dei graduati. Bisogna combattere lo spirito del gregge. Occorre aumentare il numero dei tiratori scelti da sistemare nei punti decisivi, occorre formare reparti da ricognizione e d'assalto e corazzati per combattimenti ravvicinati... I cannoni anticarro pesanti non servono perché sono troppo pesanti e troppo grossi. Quando devono essere spostati di notte non bisogna usare traini a motore perché fanno troppo rumore ed attirano l'artiglieria nemica, la quale causa sempre perdite. Occorre adoperare cavalli e buoi.. I Panzerschreck sono molto vulnerabili al fuoco dell'artiglieria nemica. Molti sono stati eliminati dalle schegge delle granate. Invece i Panzerfaust hanno dato buona prova e sono molto amati dai soldati. Il nemico, come i russi, ama infiltrarsi di notte fra le nostre linee per attaccarci quando siamo in movimento. In questo modo più di una volta ha creato parecchia confusione".
Il 17 settembre Von Vietinghoff invia una relazione segreta a Kesselring nella quale prende in esame tutta l'offensiva della Linea Gotica facendo un quadro che la rende la più grande battaglia di mezzi mai combattuta in Italia:
"La grande offensiva nemica si manifesta sempre più come una battaglia di mezzi e di logoramento di primo ordine. Le nostre perdite dal 25 agosto sono di circa 14.000 combattenti di prima linea. L'avversario ha finora impiegato la forza di 9 divisioni, comprese le divisioni corazzate, e di 4 brigate corazzate . Poiché le divisioni nemiche sono in genere di un terzo più forti delle nostre devono essere calcolate come 12 delle nostre. A ciò si aggiunge la completa padronanza del cielo da parte dell'aviazione avversaria".
In questa relazione Von Vietinghoff mette in risalto l'importanza dell'aviazione sul campo di battaglia con:
"... i bombardamenti a tappeto, gli assalti a volo radente dei cacciabombardieri, la osservazione costante dall'alto del terreno di lotta, la direzione del fuoco d'artiglieria e degli attacchi dei tanks, l'impossibilità di ogni movimento tedesco durante il giorno, le cortine di fumo e di nebbia e, da non trascurare, l'impatto psicologico della guerra aerea sul combattimento terrestre, impatto che raddoppia la forza d'urto del nemico per cui le nostre 8 divisioni invece di avere di fronte 12 divisioni nemiche devono in sostanza affrontare 20/24 divisioni e 4 brigate corazzate, alimentate da un flusso quasi inesauribile di mezzi e di uomini".
Von Vietinghoff scrive ancora che la battaglia svoltasi selle coste e nell'immediato retroterra dell'Adriatico è una delle più sanguinose mai combattute in Italia. Sia I britannici che i tedeschi perdono mediamente ogni giorno mille uomini tra morti, feriti e dispersi e continua affermando che:
" potremo impedire l'avanzata del nemico solo se riusciremo ad alimentare la battaglia in profondità . Si deve tenere conto che una divisione " fresca" si brucia in tre o cinque giorni di combattimento il che significa che dovremo portare sulla linea di fuoco una nuova divisione ogni 3 o 5 giorni fino a che le perdite del nemico non saranno così gravi da fargli abbandonare l'offensiva".


fanteria_britannica_all'assalto



Gli Alleati intanto riescono ad avvicinarsi alla Linea Gialla nei giorni 16 e 17, spingendo i tedeschi in ritirata da San marino al mare. Nel Territorio di San Marino la 278à divisione del generale Hoppe resiste all'assalto della 4à indiana che dal Marano e da Faetano si dirige verso Borgo Maggiore e la 46à britannica che da Montelupo punta su Domagnano e Serravalle.Sul confine con l'Italia ciò che resta del 100° reggimento alpino del tenente colonnello Ernst, che aveva difeso strenuamente Gemmano, e della 356à divisione del generale Faulenbach contrastano l'avanzata della 56à divisione " London" che da Monte Olivo si dirige verso La Dogana , la Borraccia e Verazzata con l'appoggio della 7à brigata corazzata e della 1à Divisione corazzata del generale Hull per il decisivo attacco contro S. Martino in Venti e Montecieco. Hull esperto di truppe corazzate è stato posto al comando di una Grande Unità messa insieme in pochi giorni e che egli non conosce, a cui è stato affidato il difficile compito di rompere il centro della Linea Gialla senza sapere che in soccorso della ormai decimata 356à divisione tedesca sta giungendo la 90à divisione di granatieri corazzati del generale Baade.


Gurkhas della 43^ a Santarcangelo



Sulla destra del V Corpo britannico il I Corpo canadese attaccherà con la 4à divisione britannica appoggiata dalla XXV Royal Tank Brigade Sant' Aquilina difesa dalla 26à divisione corazzata del generale Crasemann con alcuni reparti del 39° e 40° reggimento della 20à Luftwaffefeldivision del generale Fronhofer. Il punto cruciale della battaglia sarà Covignano, difeso dalla 29à divisione di granatieri corazzati del generale Polack con l'appoggio della non molto affidabile 20à divisione Luftwaffe e della 162à divisione Turkmena del generale Heygendorff. Covignano sarà preso d'assalto a S. Fortunato dalla 1à Divisione canadese di fanteria e dalla XXI brigata corazzata britannica. Ancora a destra fino ad arrivare al mare i canadesi appoggeranno la 3à brigata greca da montagna del colonnello Tsakalotos che si dirigerà su Rimini, difesa dai paracadutisti della 1à divisione del generale Heidrich.
Come riserva per l'inseguimento dei tedeschi nella Pianura padana erano a disposizione la 5à divisione corazzata canadese e la 2à divisione neozelandese cha ha dato alle truppe greche l'appoggio dei carri armati del 19° reggimento del T. C. Everist


Soldato tedesco con Panzerfaust



La giornata del 17 settembre inizia con 700 cannoni canadesi, neozelandesi, britannici che sparano per 4 ore senza interruzioni sul Covignano. Dopo questa preparazione le avanguardie alleate si avvicinano alla valle dell'Ausa tranne che a S. Martino Montelabbate un nome che resterà tristemente noto nella storia canadese e dove circa 70 paracadutisti tedeschi al comando del maggiore Paul Ernst- Renisch ( colui che aveva difeso fino all'ultimo Pesaro e che si era guadagnato la Croce di Cavaliere riuscendo a riportare i suoi nelle linee tedesche ormai lontane) riescono a fermare i canadesi nei giorni 16 e 17 settembre respingendo un intero battaglione che perde 90 uomini e 6 carri armati inglesi che lo appoggiavano. Quando si accorge di essere messo alle strette Renisch ricorre ad un metodo usato a Cassino: con i suoi uomini si nasconde nelle cantine delle case e chiede alla propria artiglieria di sparare su S. Martino contro i nemici che trovandosi allo scoperto devono ritirarsi per sfuggire al fuoco. Sui lati di S. Martino avanzano il 48° reggimento canadese e il Royal Canadian Regiment alla destra e il Princess Patricia alla sinistra che cerca di oltrepassare l'Ausa e il rilevato ferroviario combattendo contro il 15° reggimento della 29à divisione tedesca.
Il 18 settembre inizia la battaglia della Linea Gialla con un chiaro di luna artificiale che consente alla 4à divisione di aprirsi un passaggio attraverso l'Ausa davanti a Sant' Aquilina. I proiettori della contraerea creano un effetto luminoso già sperimentato da Alexander nelle Fiandre nel 1918, riuscendo ad illuminare i nemici e le nubi che rimandano sul terreno un leggero chiarore. L'Effetto ottenuto demoralizza i tedeschi come si evince da una telefonata del capo di S.M. del LXXVI Corpo Runkel a Rottinger capo di S.M. di Kesselring: "L'ho visto con i miei occhi. Sembrava di essere alle celebrazioni di Norimberga".


Bombardamento di Rimini



Il giorno 18 settembre gli attacchi aerei riprendono con maggior violenza tanto che vengono impiegati circa 486 bombardieri e cacciabombardieri che spezzonano e mitragliano tutto quello che si muove a terra.Da 24 agosto al 22 settembre i velivoli alleati compiranno 11510 missioni; nella distruzione delle linee tedesche intervengono anche le navi della 14à Flotilla che dal mare inonderanno di colpi il terreno fin dove consente loro la gittata dei pezzi.
Ma è il 18 che la lotta ha inizio su tutta la Linea Gialla. A San marino la 5à Brigata indiana con l'appoggio dei carri armati combatte a Serra di sopra e al Monte Pulito; la 46à britannica dopo aver superato Montelupo, occupa Domagnano. La 56à divisione che durante la notte è riuscita a stabilire una testa di ponte al di là del torrente Ausa, si trova ferma davanti al ponte di Dogana distrutto e al guado di Benefizio di Roverata in attesa di avanzare su Montecieco onde preparare il terreno alla 2à Brigata corazzata che dovrà vibrare il colpo decisivo ; la 2à brigata è il reparto più forte della 1à divisione corazzata composta da tre reggimenti . Verso il mare nel settore dei canadesi la 4à divisione britannica , che durante la notte ha passato il torrente Ausa, si dirige su Sant' Aquilina con il supporto del 51° Tank Regiment mentre alla sua destra i canadesi sono ancora fermi a S. Martino Montelabbate a causa delle incrollabile difesa dei paracadutisti tedeschi che riescono a respingere anche il Loyal Edmonton Regiment che aveva riprovato ad attaccare prima dell'alba con l'appoggio dei carri armati. Gli Edmonton perdono 58 uomini e gli inglesi 7 carri armati. Alla fine vista l'impossibilità di prendere il paese Burns prende la decisione di aggirare S. Martino ma i reparti del maggiore Ensor sono costretti a fermarsi sull'Ausa che rappresenta un grosso ostacolo per i carri, difeso saldamente dai tedeschi che con le mitragliatrici ben piazzate colpiscono violentemente gli attaccanti. Ensor stima che se continua nell'attacco le sue perdite saranno del 75% degli effettivi ; gli giunge l'ordine di fermarsi e di consolidare le posizioni acquisite. Il giorno 18 è stato davvero un giorno difficile per i canadesi che fermati a San Martino e sul greto dell'Ausa, hanno subito gravi perdite; i tedeschi affermano invece di aver ottenuto un grosso successo anche se non c'è molto tempo per soffermarsi sugli allori perché il generale Herr si aspetta per il giorno successivo una situazione difficile. Kesselring si consola confidando nella provata abilità dei paracadutisti nella difesa di Rimini casa per casa come era successo già a Cassino alcuni mesi prima.



Il 19 settembre è ancora un giorno di scontri durissimi già dalla notte le linee tedesche sono bombardate dal cielo da terra e dal mare. I tedeschi non hanno la possibilità di sostituire le unità che combattono ormai da giorni e neppure soldati per sostituire quelli persi in combattimento. Drammatica è anche la situazione delle forze corazzate a disposizione; la 1à paracadutisti dispone di 15 cannoni da 88 del reparto pesante 590, di 3 PAK pesanti della 20à divisione campale della Luftwaffe, di 7 carri pesanti Tigre del 508° reparto, di 2 semoventi Nashorn e 7 cannoni d'assalto del 525° reparto cacciacarri, di 6 cannoni pesanti PAK e 4 cannoni d'assalto italiani Ansaldo della 162à Turkmena. La 29à ha 10 Pz IV , 4 PAK divisionali e un PAK pesante della 162à Turkmena, 12 Tigre del 504° reparto, 5 cannoni d'assalto. La 26à corazzata ha in tutto 6 Pz IV e 14 PAK divisionali, nonché 3 semoventi anticarro e 13 PAK pesanti della 20à divisione campale della Luftwaffe. Nel settore di S. Martino in Venti la 356à divisione deve controbattere l'attacco della 1à divisione corazzata inglese e per farlo dispone solo di 7 Pak pesanti , 5 cacciacarri italiani con l'appoggio di 3 semoventi anticarro e 2 Pak pesanti della 71à divisione e 2 PAK pesanti della 98à. A San Marino la 278à divisione ha 7 PAK pesanti e 4 cannoni d'assalto italiani. A disposizione del Comando d'Armata ci sono anche i Panther del battaglione I/Pz4.



I combattimenti si mantengono ad un livello molto duro per tutto il giorno. A San Marino la 4à divisione indiana riesce a prendere Corianino e Faetano; a Valdragone penetrano i Sikh ai quali subentrano gli scozzesi che si dirigono su San Marino città. Partendo da Domagnano la 46à divisione occupa Serravalle e si dirige su Borraccia mentre alla destra la 56à divisione avanza dal guado di Rovereta a Marignano. La 2à brigata corazzata rimane bloccata al ponte distrutto di Dogana dove in poco tempo centinaia di veicoli creano uno spaventoso ingorgo tanto da dover rimandare per il giorno successivo le operazioni programmate. Sono le 21,30 quando von Vietinghoff telefona a Kesselring: " Il nemico è già sulla strada alla sommità del crinale. Cerchiamo di racimolare tutto quello che possiamo.. ma sarà difficile resistere. Non ci sono riserve e potremmo opporre al nemico solo l'artiglieria e qualche Panther e qualche altro panzer".
L'ultima speranza è rappresentata dal generale Baade le cui avanguardie si trovano già a Santarcangelo. " Quando attaccherà? " chiede Rottinger "Questa notte" - gli rispondono dal LXXVI Corpo. " Forse gli sarà utile la luce artificiale del nemico".
Nel settore assegnato ai canadesi la 4à divisione fa pochi progressi mentre ha inizio l'attacco contro Covignano, sottoposto ad un pesante bombardamento aereo , terrestre e navale. Durante la battaglia della Linea Gialla si calcola che siano cadute su Covignano oltre 360.000 bombe e granate.


La 4^ Divisione indiana attraversa il Marecchia



I canadesi del 48° erano riusciti ad entrare in S. Martino appena evacuato dai tedeschi per sfuggire all'accerchiamento; contemporaneamente il reggimento Hastings e il reggimento West Nova Scotia vanno all'attacco di Covignano, il primo sulla destra verso Villa dei Tigli difesa dai paracadutisti e il secondo al centro contro la chiesa di S. Fortunato difesa di soldati turkmeni del 314° reggimento immessi in linea per chiudere la falla esistente fra i reggimenti 15° e 71° della 29à divisione. Gli Hastings nonostante l'appoggio dei carri del 48° vengono fermati a poca distanza dal loro obiettivo , i West Nova si devono fermare sotto la chiesa di Santa Maria. I Turkmeni cedono di schianto aprendo un vuoto nella difesa tedesca, il battaglione di Zander della 29à è costretto ad arretrare su Villa Belvedere dove sarà raggiunto dai resti del battaglione di Meitzel in ritirata da Sant'Aquilina. Herr chiama von Vietinghoff e pronuncia queste parole: "La 29à è in piena crisi, la fanteria nemica è sui fianchi di Covignano". L'ordine dei soldati alleati è sempre lo stesso : "Sempre avanti con altre fanterie, con altri carri e con altri bombardamenti".
Dunque dopo un nuovo pesante bombardamento tre reggimenti canadesi vanno all'assalto di Colle Paradiso, Villa Belvedere che a sera cadono nelle loro mani; nella notte i canadesi sfondano di impeto la Linea Gialla e giungono nella vallata del Marecchia a S, Lorenzo in Monte nelle prime ore del 20 settembre.
Il 20 settembre alle 10,05 von Vietinghoff telefona a Kesselring: " Sul Covignano è successo qualcosa di spiacevole. Il battaglione turkmeno è stato fatto a pezzi..... La situazione della 29à è molto grave. Il suo reggimento 71° è rimasto con soli 200 uomini, il 15° con soli 100. Herr vuole ripiegare al di qua del Marecchia ". Kesselring non se la sente di ordinare la ritirata e risponde: " Sentirò quei signori di Berlino".


I canadesi del 48° attraversano il Ponte Tiberio a Rimini



Le difese della Linea Gialla si stanno sgretolando; a San Marino gli scozzesi prendono Borgo Maggiore ed entrano a San Marino città fra gli applausi della gente uscita dai rifugi delle gallerie ferroviarie. La 46à e la 56à divisione avanzano con cautela; alla Torraccia si continua a combattere per tutto il giorno fino a quando i tedeschi si sganciano.
Baade che nel frattempo ha visto Kesselring è a 3 chilometri dalla prima linea di Montecieco dove ha inviato il Kampfgruppe del colonnello Stollbrock composto dai battaglioni di Wiese e di Bottler da reparti di StuG e di artiglieria. Nella notte i tedeschi attraversano il Marecchia e prima che giunga l'alba riescono a riprendere le posizioni di Montecieco. Alle 10,30 quando i Bays vanno all'assalto, l'imboscata preparata dai tedeschi è pronta; dei 27 Shermann che vanno all'assalto soltanto 3 resteranno intatti. Baade non ha abbastanza forze per resistere e così la sera alle 18,30 quando von Vietinghoff prospetta a Kesselring la possibilità di sganciarsi e sistemarsi a difesa dietro il Marecchia, Kesselring non può altro che esclamare dispiaciuto: " Ma allora la famosa Rimini è esclusa dalla nostra linea difensiva? ". "Si - gli risponde il comandante della 10à armata - è troppo sbilanciata in avanti. Vi resteranno solo delle retroguardie".
Il 21 settembre I greci della brigata da montagna entrano in Rimini ; la città era completamente distrutta dopo essere stata colpita dal cielo e dall'aria e risultava deserta. I canadesi oltrepassano il ponte Tiberio intatto e incalzano i paracadutisti e i turkmeni in direzione di Celle; poi entrano in azione le truppe corazzate di riserva, la 5à canadese lungo la via Emilia in direzione Bologna e la 2à neozelandese lungo la via Popilia verso Ravenna.


Soldati greci della 3^ Brigata a Rimini



La battaglia della Linea Gialla si è appena conclusa mentre l'operazione principale continua fino alla fine di settembre; Torriana sarà presa il 22 settembre e il 23; Santarcangelo il 23 e il 24 da tre battaglioni gurkha che giungono all'Uso ( Linea B " Brunhild"), Bellaria cade il 26-27 ad opera dei greci appoggiati dai neozelandesi, Svignano il 29 dalla brigata Queen's che si dovrà fermare poi sul Rubiconde in piena ( Linea C "Christa"). L'operazione Olive solo nel settore adriatico raggiungerà un presumibile bilancio di 60.000 tra morti feriti e dispersi.


L'avanzata alleata dopo la battaglia di Rimini



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Ricordo ai lettori dei miei articoli, a cui rivolgo i più sentiti ringraziamenti, le mie pubblicazioni di storia del periodo 1918/1946 che si trovano in vendita nelle librerie:

-- 8 settembre 1943 fine di un sogno di gloria. Editori dell'Acero, 2001
-- Dalla democrazia al regime 1919-1929 i primi anni del fascismo. Editori dell'Acero, 2003
-- Hitler e Stalin il tempo dell'amicizia e il tempo della guerra... Editori dell'Acero, 2004
-- Salò e l'Italia nella guerra civile. Edizioni Ibiskos, 2005
-- 25 luglio 1943 - La fine inconsapevole di un regime. Edizioni Ibiskos, 2007