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La Battaglia di Waterloo
(2 voti)
Scritto da Walter Mattozzi   

Waterloo è da considerarsi come la sconfitta improbabile.
La lunga corsa che Napoleone operò doveva avere come punto termine Bruxelles.
E l'obiettivo era quasi prossimo
Utilizzando la strategia della "posizione centrale"(1), Napoleone si assicurò che le truppe Inglesi e Prussiane, comandate rispettivamente da Wellington e Blucher, si dividessero seguendo le loro linee di ritirata, con l'intento poi di batterle separatamente.
Ed è proprio seguendo gli Inglesi nella loro ritirata che si è giunti a Waterloo.

(1) Strategia della posizione centrale: uno dei più brillanti sistemi d'attacco ingegnati da Napoleone per far fronte ad un nemico molto più numeroso. Consisteva nel dividere l'armata in quattro corpi d'armata, avanguardia, ala sinistra, ala destra e riserva.
La prima, insieme con la cavalleria doveva incunearsi nel mezzo dell'esercito nemico, in modo da dividerlo in due e oltrepassarlo (schema 1), dopo di che, una delle ali si occupava di mantenere impegnata una parte dell'armata nemica che era stata divisa a seguito della mossa precedente (un corpo d'armata francese di circa 30.000 uomini, poteva tener impegnato un nemico di 60.000 per circa una giornata).
Gli altri due corpi d'armata (quindi l'ala restante e la riserva) impegnavano e annientavano la parte opposta dell'esercito nemico (schema 2), e al termine di questa operazione andavano a dare manforte al corpo d'armata che impegnava il resto del nemico, annientando anche questo (schema 3).
In questo modo napoleone divise gli Inglesi dai Prussiani, rispettivamente nelle battaglie di Qatrebras e Ligny.
Ma non li sconfisse definitivamente.



Gli schieramenti
All'alba del 18 le truppe degli opposti eserciti si schierano in combattimento. Separati da una distanza di 1,400 m. l'esercito francese ed inglese presero posizione su due creste opposte; le due estremità del campo di battaglia che misurava 5 Km. Erano delimitate dal castello di Hougumont ad ovest ed il villaggio di Papelotte. Il centro dello schieramento francese, nel villaggio di La belle Aliante, era attraversato dalla strada Bruxelles- Charleroi che continuando il suo tragitto lungo il campo di battaglia penetrava oltre le linee inglesi il cui centro era Mont S. Jean.
Ed è lungo questa strada che i francesi contavano di avanzare in direzione di Bruxelles.
Napoleone schierò tutti i suoi uomini volutamente in vista contando sull'aspetto psicologico che imponeva al nemico la visione di questo immenso schieramento.
Ad est della strada Bruxelles- Charleroi, il primo corpo di D'Erlon contava 4 divisioni, mentre ad ovest della stessa vi erano le divisioni del secondo corpo di Reille e il grosso della cavalleria era posto alle loro spalle.
Kellermann e Guyot con la loro cavalleria della guardia erano posizionati dietro il secondo corpo d'armata e, sempre dietro a questo c'era il quarto corpo d'armata di Lobau. Alla retroguardia si trovavano le divisioni della guardia imperiale.
I francesi contavano 48.950 effettivi di fanteria, 15.765 di cavalleria e 7.232 artiglieri per 246 cannoni.
Tutto per un totale di 71.947 uomini.
Nell'esercito opposto anche Wellington preparava il suo schieramento.
Il "duca di ferro"- così era chiamato Wellington- studiò attentamente la posizione da lui scelta ed il campo di battaglia ma in ogni caso egli sapeva che per vincere doveva contare sull'appoggio di Blucher.
Egli sistemò il suo esercito nascondendo il grosso delle truppe dietro la cresta e rafforzò la sua ala destra la cui chiave di volta era la fattoria fortificata di Hougumont.
All'estrema destra del fronte inglese vi era dislocato il secondo corpo del generale Hill, mentre il fronte che andava da Hougumont alla Hai Sainte era tenuto dal generale Orange.
Ad est della strada per Bruxelles vi era la divisione della riserva del generale Picton; all'estrema sinistra, il Principe Bernardo con le sue truppe di Saxe- Weimar.
La cavalleria di Lord Uxbridge fu posizionata alle spalle del centro, tranne le brigate di Ponsonby e Ghigny che presero posizione ad est della strada per Bruxelles.
Gli Inglesi disponevano, quindi, di 49.608 fanti, 12.408 cavalieri e 5.645 artiglieri con 156 cannoni per un totale di 67.661 uomini.
Prima della battaglia Napoleone radunò i suoi generali. Qui il maresciallo Soult suggerì all'Imperatore di richiamare Grouchy, ma la risposta fu negativa.



L'Imperatore era molto ottimista sull'esito della battaglia: "sarà l'affare di un pranzo!"- disse ai suoi generali in riunione.
Alla considerazione di Drouot, comandante dell'artiglieria, che il terreno era troppo bagnato perché i cannoni avessero vera efficacia, napoleone propose di rinviare l'azione principale di due ore.
Ecco il piano di battaglia francese:
"Non appena l'armata sarà in formazione, e subito dopo le 13, l'Imperatore darà l'ordine al maresciallo Ney e sarà sferrato l'attacco al villaggio di Mont S. Jean ,e il conte d'Erlon comincerà l'assalto con la divisione di sinistra [...].
Anche il secondo corpo si porterà avanti tenendosi affianco del primo. La Compagnia del genio del primo corpo si terrà pronta a cingere barricate e fortificazioni a Mont S. Jean non appena questo sarà stato preso".

Lo scopo era quello di tagliare la strada di Wellington verso la sua linea di ritirata.
Intanto i Prussiani marciavano in direzione del fianco destro dell'armata francese incalzati da Grouchy che li seguiva passo dopo passo.
Il suggerimento di Soult a Napoleone riguardo il richiamare Grouchy a Waterloo non passò totalmente in secondo piano.
Napoleone mandò un documento a Grouchy ordinandogli di marciare su Wavre in modo da avvicinarsi alla battaglia. Il problema era che queste direttive arrivarono a Grouchy con 6 ore di ritardo quando ormai non era più possibile arrivare in tempo.

18 giugno 1815
Passate in rassegna le proprie truppe Napoleone diede l'ordine di attaccare ed un massiccio fuoco di artiglieria dava il segno dell'inizio della battaglia, erano le 11,30.
La divisione del Principe Girolamo che faceva parte del secondo corpo avanzò verso il castello di Hougumont.
In realtà si trattava solo di un diversivo con lo scopo di far muovere la riserva di Wellington verso la sua ala destra indebolendo così il settore centrale destinato a subire l'attacco principale.
Purtroppo il testardo ed orgoglioso Principe Gerolamo era risoluto a conquistare il suo obiettivo, senza tener conto degli effetti che questa sua azione avrebbe potuto scatenare.
Così i quattro reggimenti francesi ci misero più di un'ora per scacciare i difensori dai boschetti adiacenti al Castello e le truppe di Hannower e Nassau che una volta in ritirata, si posizionarono dietro le mura di Hougumont. Al che Gerolamo ordinò, contro il parere del suo stato maggiore, una follle scalata frontale dove persero la vita inutilmente molti soldati.
Egli avrebbe dovuto ordinare alle sue truppe di ritirarsi e agli obici di bombardare e distrugger il Castello.
Nel frattempo 84 cannoni nel settore centro destra francese aprirono un imponente fuoco di copertura per preparare la strada al corpo di d'Erlon.
Ma a causa del terreno fangoso gli effetti di questo cannoneggiamento furono minimi. Inoltre se si esclude la brigata di Bylandt ed alcuni cannoni, le truppe di Wellington non erano visibili ai Francesi.
Mentre il corpo di d'Erlon si preparava ad avanzare, una pattuglia di Cacciatori francesi che aveva l'ordine di mettersi in contatto con Grouchy si trovò di fronte il Corpo di Bulow che da lontano si avvicinava, un corriere prussiano cadde nelle mani del Cacciatori francesi e così venne fuori che 30.000 prussiani si avvicinavano e si preparavano ad attaccare il debole fianco destro francese.
Per precauzione, rispetto alla notizia dell'avanzata prussiana, Napoleone schierò la Cavalleria di Domont e Subservie nel settore destro e 10.000 uomini del Corpo di Lobau si schierarono sulla linea che va da Plancenoit al bosco di Parigi.

L'attacco di d'Erlon
Alle 13,30 le 4 divisioni del primo corpo di d'Erlon si mossero a coprire i 1.200 m. che li separavano dagli Inglesi.
Ma d'Erlon anziché schierare gli uomini in colonna garantendo così una maggiore agilità di movimento e minore esposizione al fuoco, li dispose a fronte spiegato con un fronte, cioè, di 200 uomini e con i battaglioni di una profondità dalle 24 alle 27 righe.
Così scrisse il capitano Duthilt del 45° reggimento:
"La terza [divisione] alla quale apparteneva il mio reggimento, doveva marciare come le altre a battaglioni spiegati, con solo quattro passi tra ciascun battaglione,una formazione strana che ci costò cara perché non eravamo in grado di disporci a quadrato contro gli attacchi della cavalleria,mentre il fuoco dell'artiglieria nemica poteva spazzare via le nostre righe , penetrando fino alla ventesima."

Decimate dal fuoco dell'artiglieria nemica le tre divisioni continuarono a marciare faticosamente per conquistare il centro della posizione nemica, su per la collina.
In realtà oltre al fuoco preparatorio di artiglieria non si fece niente per appoggiare, l'attacco di d'Erlon con un azione ben coordinata.
Solo la brigata di cavalieri di Donzelotte appoggiò i tre reggimenti del primo corpo, ma questa arrivata all'altezza dell'Hai-sainte, fi fermata dal fuoco di sbarramento della King's German Legion ( legione tedesca del Re) comandata da Barino.
Intanto l'avanzata di d'Erlon mise in fuga il resto della Brigata di Bylandt, già decimato dall'artiglieria francese.
Ma con estrema celerità i 4.000 uomini di Picton, che morì in questo scontro si diressero a colmare il vuoto sulla cima; la brigata di Kempt aprì il fuoco da una distanza di 300 m. e Pack guidò i suoi uomini in una serie di rovinose cariche.
Così la situazione del Centro alleato si era ristabilizzata.

Scots Greys
Nel frattempo la Union Brigade di Ponsonby e la cavalleria di Somersett caricarono ferocemente sfondando il fianco sinistro di Donzelott e dopo aver messo in fuga i corazzieri, Somersett si diresse verso la fanteria travolgendola.
Gli Scots Greys si diressero in mezzo alle colonne di Marcognett oltre il difficile terreno fangoso. E così urlando: "Hurrà per il 92°! Scozia per sempre", avvenne che molti fanti in Kilt si appesero alle staffe del 92° cavalieri portandosi oltre fin nella battaglia e i francesi persero molti uomini e più di 4.000 si arresero e il 45° ed il 105° reggimento persero le loro aquile.
Il primo massiccio attacco francese fu respinto ma ciò nonostante gli Scots Greys continuarono la loro carica senza riorganizzare i propri ranghi. Questo gli costò caro, poiché Napoleone lanciò contro di loro i suoi lancieri a cavallo che cavalcando su cavalli freschi raggiunsero i cavalieri nemici e li annientarono. Dei 2.500 cavalieri inglesi che parteciparono a quell'azione ne morirono 1.000 circa tra cui Ponsonby stesso.
Wellington quindi aveva tolto a d'Erlon 4.000 uomini ma ne aveva persi 2.500, tra cui gran parte della cavalleria.
Se non altro però aveva guadagnato tempo prezioso. I Prussiani continuavano inesorabilmente il loro avvicinamento.
Il duca di ferro rafforzò immediatamente la guarnigione della Hai Sainte e spostò in prima linea la brigata di Lamber e nel paesino di Papelott all'estrema sinistra alleata il Principe Bhernard ristabilì il controllo. Per Napoleone era ormai chiaro che Grouchy non sarebbe arrivato in tempo. Napoleone quindi poteva scegliere se ritirarsi ad attendere Grouchy o attaccare ed eliminare gli inglesi prima dell'arrivo dei Prussiani. Era chiaro che non avrebbe certo atteso; avrebbe intensificato l'attacco.

La carica disastrosa
Rafforzando il fuoco di artiglieria alle 15,30 Ney ricevette l'ordine di conquistare l'Hai Sainte e radunando il primo corpo partì all'assalto che fallì. Ney però notò dei movimenti di ritirata da parte di alcune unità dal centro alleato in direzione di Bruxelles.
In realtà si trattava di una confusione causata dal movimento di convogli, e di un unità di cavalleria che si stava ritirando (forse presa dal panico).
Il maresciallo Ney preso dalla smania, giudicò quei movimenti l'inizio di una ritirata alleata.
Ney ordinò che i cavalieri di Milaud avanzassero "nel tentativo di convertire in una rotta generale, quella che sembrava una ritirata degli alleati", ma la cavalleria presa dall'eccitazione dimenticò ogni tipo di precauzione.
L'entusiasmo dei corazzieri di Milhaud trascinò dietro di sé prima la divisione di Delort facendo entrare così in gioco l'intero corpo dei corazzieri. A loro si accodarono i cavalleggeri di Lefevbre. Intorno alle 16 circa 5.000 cavalieri francesi avanzarono per il pendio. La carica di cavalleria costrinse l'artiglieria collocata ad ovest della strada per Bruxelles a cessare il fuoco; quindi la cavalleria stava procedendo senza appoggiò né dell'artiglieria né della fanteria e la necessità di evitare il passaggio sia presso Hougumont che dalla Hai Sainte riduceva il fronte di attacco senza contare che il terreno bagnato riduceva di molto la velocità dei cavalli. La mancanza di appoggio da parte della fanteria ed artiglieria francese fece sì che gli Inglesi avessero il tempo per riorganizzarsi.
Wellington ordinò che la fanteria si ricomponesse assumendo la formazione a quadrato, immediatamente dietro la cresta in modo da esesre invisibili al nemico; così si venne a creare una serie di venti quadrati, e di fronte ad essi e tra questi vennero disposti dei cannoni rivolti verso il nemico.
Gli artiglieri avevano il compito di sparare sul nemico in carica all'ultimo momento, quando i cavalieri, superata la cresta, erano ormai vicini, dopodiché si dovevano ritirare nei quadrati, in modo che i cavalieri si infrangessero contro quei muri di baionette. Gli artiglieri dovevano poi tornare ai quadrati e far fuoco alle spalle del nemico quando questo era in ritirata.
La cavalleria francese si avvicinava in una carica spaventosa.
Ecco come ricorda quei momenti l'alfiere Gronow del 1° reggimento Guardie a piedi:
<[...] Si scorgeva in distanza qualcosa che sembrava un enorme, lunga linea in movimento che, continuando ad avanzare, risplendeva come una tempestosa onda quando riflette la luce solare.
La schiera di cavalli avanzò finché fu abbastanza vicina, mentre la terra stessa pareva vibrare sotto i colpi degli zoccoli.
Si poteva pensare che niente avrebbe potuto resistere all'urto di questa enorme massa in movimento.
Erano i famosi corazzieri quasi tutti vecchi soldati che si erano distinti nella maggior parte dei campi di battaglia europei. In un tempo incredibilmente breve furono a venti metri da noi, gridando "Vive l'Empereur!". L'ordine "preparatevi a ricevere la cavalleria", era stato dato, ogni uomo della prima fila si inginocchiò e una muraglia sfolgorante d'acciaio, tenuta insieme da salde mani, si oppose alla furia dei cavalieri.>


Arrivati sulla cresta del rilievo, i cavalieri si trovarono di fronte ad uno spettacolo impressionante: venti fortezze umane armate di baionette si estendevano su tutto il fronte.
Al momento opportuno i cannoni fecero fuoco e le prime linee di cavalleria furono spazzate via, gli artiglieri corsero immediatamente al riparo nei quadrati.
I cavalieri tentarono a più riprese di sfondarli, ma in vano si infrangevano sui quadrati come onde sugli scogli.



Il mancato appoggio dell'artiglieria francese fu disastroso.
In realtà delle batterie di artiglieria a cavallo, vennero portate in posizione per far fuoco sui quadrati inglesi (a 400 metri da loro), ma non basto certamente a sostituire un pesante fuoco di copertura.
Comunque anche nei quadrati Inglesi regnava il caos, dovuto non solo a quelle batterie che li bombardavano, ma anche dal fumo dei moschetti, e dalle esplosioni delle casse di munizioni.
Ecco come l'alfiere Gronow ricorda la situazione:
All'interno di esse eravamo quasi soffocati dal fumo e dall'odore dei proietti esplosi. Era impossibile spostarsi di una iarda senza calpestare qualche corpo di un camerata ferito, o i corpi dei morti, e gli alti lamenti dei feriti e dei moribondi erano spaventosi.>
Mentre le continue cariche francesi si succedevano l'una dietro l'altra schiantandosi invano contro i quadrati, Napoleone giaceva disteso al riposo sotto un mulino a causa di uno dei suoi soliti forti attacchi di ulcera, fu il medico ad ordinargli di riposarsi (anche se napoleone, chiaramente, accettò il consiglio con molta difficoltà).
Ma la notizia della disastrosa carica ordinata da Ney lo sconvolse improvvisamente.

L'arrivo dei Prussiani
Nel frattempo i Prussiani si avvicinavano.
Verso le 17 i soldati in giacca nera comparvero dal bosco di Parigi impegnando la divisione di Lobau, costringendolo a ritirarsi da Plancenoit.
Con la presa di Plancenoit i Prussiani potevano sguarnire i Francesi della loro linea di ritirata.
Napoleone accortosi di questo pericolo fece avanzare Duhsme con la sua divisione della Giovane Guardia e unendosi a Lobau con l'ordine di riconquistare il villaggio.
L'entusiasmo della cavalleria francese non si era ancora placato e l'ottava e ultima carica, della cavalleria della guardia, ebbe lo stesso esito delle altre ed intorno alle 17 napoleone non poteva più contare su nessun reggimento di cavalleria della riserva.
Osservando le linee inglesi Napoleone si rese nuovamente conto di quanto contasse la conquista della Hai sainte per un esito vittorioso della battaglia, così ordino a Ney di attaccarla nuovamente.
Al comando della divisione di Danzelotte e con alcuni pezzi di artiglieria, Ney
Riesce finalmente a respingere le King's German Legion e a conquistare la fattoria.
Per finire l'azione e assicurarsi la posizione, Ney aveva bisogno di altri uomini, così chiese all'imperatore l'invio immediato di 6 o 7 dei 14 battaglioni della guardia che costituivano l'ultima riserva.
Ma Napoleone sfiduciato dal precedente comportamento del suo subordinato, si rifiutò di inviarglieli, mandandoli invece a difendere il lato destro dall'arrivo Prussiano e a riconquistare il villaggio.
Se Napoleone avesse inviato quei 6 battaglioni a Ney la battaglia sarebbe stata vinta.
Ma si può comprendere l'esitazione dell'imperatore dopo l'atto sconsiderato del suo maresciallo.
In tanto i battaglioni della Vecchia Guardia riconquistarono Plancenoit in 20 minuti, caricando con la baionetta, che fu rioccupata dalla Guardia di Mezzo.
Ora alcune delle truppe che erano state impegnate su quel fronte, erano libere di ritornare alle riserve centrali.
Ma ora la cosa preoccupante era l'arrivo dei Prussiani.
I generali Muffling e Ziethen con le loro divisioni erano arrivate a rafforzare il fianco sinistro alleato.

La guardia Imperiale
Napoleone ora poteva giocare la sua ultima carta: la Guardia Imperiale.
Questo reparto che era formato da veterani che avevano seguito Napoleone fin dalle sue prime campagne, era l'anima dell'esercito francese, e adesso Napoleone affidava l'esito della battaglia nelle loro mani.
Alle 19:00 i nove battaglioni della Guardia marciavano verso il fronte nemico condotti dall'imperatore in persona (fino ad una distanza di 600 metri dal nemico, dove il comando passo al maresciallo Ney).
Ma nel frattempo un enorme massa di uomini apparve da est, era Blucher con i suoi Prussiani.
Napoleone conscio del pericolo che rappresentava, diede ordine di mascherare la vera entità di quegli uomini, facendo credere ai suoi uomini che si trattasse di Grouchy: "Vive l'Empereur! Soldats voilà Grouchy!"
A queste parole I Francesi esultarono.
Ma l'euforia delle giubbe blu durò ben poco, improvvisamente i soldati si accorsero della verità: "Voyez! Ce sont les Prussiens".
La Guardia Imperiale continuava inesorabile la sua Marcia con il passo cadenzato dai tamburi.
Di fronte a loro, Wellington aveva riordinato il suo centro e aveva dato ordine ai suoi uomini di appiattirsi al terreno, in modo che il fuoco d'artiglieria francese, adesso raddoppiato li superasse senza far gravi danni.
Arrivati a 20 metri dal nemico la Guardia Imperiale si fermo, e gli alleati alzandosi da terra (l'erba alta li rendeva poco visibili) fecero fuoco a raffiche alterne sul nemico: la prima linea inglese si alzò da terra facendo fuoco sui Francesi ad una distanza di venti metri, dopo l'intenso fuoco questi si abbassavano dando spazio alla seconda fila che ugualmente, si alzava da terra e sparava e riappiattendosi al terreno dava spazio alla terza e così via.
L'idea di Wellington fu geniale visto che così fece fronte al problema della scarsità delle munizioni (ai soldati rimanevano solo 6 colpi a testa).
La Guardia fu cosi sommersa da un fuoco micidiale che falciava chiunque fosse a portata.

La fine
Ormai i cavalieri Prussiani erano arrivati facevano man bassa dei superstiti francesi mettendo in rotta le unità disordinate e prese dal panico.
Napoleone non aveva altra soluzione che fuggire.
Anche la Guardia fu costretta a ritirarsi dalla sua ultima ed umiliante azione.
Questa fu una notizia sconvolgente, tanto per i Francesi quanto per gli alleati, in tanti anni infatti la Vecchia Guardia aveva conosciuto pochissime sconfitte.
Poi la guardi si posiziono a quadrato per far fronte all'accerchiamento completo a cui era stata sottoposta dalle truppe inglesi che ne chiesero la resa, ed è ormai leggenda la risposta del generale Cambronne: "La vecchia guardia muore ma non si arrende! Merd!".
Così fu che i valorosi uomini della Guardia Imperiale morirono con onore, come avevano sempre fatto in tutti quegli anni.
Nel contempo gli alleati conquistarono la Hai Sainte e i Prussiani sfondarono sul fianco destro francese anche se non riuscirono a conquistare Plancenoit, in qui i soldati della Giovane guardia resistettero eroicamente fino alle 21, consentendo la difesa della linea di ritirata francese.
Napoleone era sconvolto: un impero caduto in una battaglia che lui considerava fino a quel momento come "l'affare di un pranzo".
Come un uomo disperato tentò invano di aggrapparsi alle sue ultime possibilità. Aveva intenzione di fuggire a Genappe (sulla strada per Charleroi) dove risiedeva una parte della riserva.
Ma non appena con la sua carrozza entrò in città si rese conto della situazione.
Tutta la cittadina era ingombrata da migliaia di soldati in fuga che come tante formiche impazzite si accalcavano sul ponte che permetteva l'accesso e rendevano impraticabile ogni strada.
L'intenzione di Napoleone era ritornare immediatamente a Parigi per recuperare la fiducia del popolo e costituire un piano per una campagna difensiva.
Ma continuando la strada in direzione Charleroi i Prussiani intercettarono la carrozza reale,; prevedendo un tale pericolo, Napoleone montò a cavallo lasciando la carrozza vuota.
Ma cosa accadeva a Grouchy e al suo corpo d'armata; a lui la notizia della disfatta di Waterloo giunse solo alle 10 del giorno seguente (Il 19) .
Sconvolto ed indeciso sul da farsi, alla fine decide di tornare in patria, via Namur; così ha inizio un rientro in Francia in mezzo ai territori nemici.
Grouchy, dunque, anche se può essere ritenuto colpevole di non aver raggiunto Napoleone a Waterloo, si può considerare un eroe nazionale per aver condotto 25.000 uomini in Francia con una manovra di ripiegamento eccezionale, durata 2 giorni durante i quali i Prussiani hanno tentato 2 volte ed invano di impedire il ritorno in Francia del corpo d'armata di Grouchy.

Bibliografia
Le Campagne di napoleone, tomo 2°, autore Chandler, edizione Superbur
Le Grandi Battaglie della Storia, Waterloo, edizione folio
Waterloo (film) S. Bondarciuk Italia - URSS 1978