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Diogene di Sinope
(1 voto)
Scritto da Leonardo Torricini   

 

Uno dei personaggi che mi hanno sempre incuriosito e affascinato è Diogene di Sinope, il Diogene dei cani, il cinico (dal greco "kynos" che significa cane), quello che faceva una vita da cane e viveva in una botte tanto per intenderci.
Non si sono conservate sue opere certe, ma l'originalità del personaggio gli ha giustamente guadagnato un posto di rilievo nella storia.

Nacque a Sinope probabilmente nel 412 a.C. sulle rive meridionali del Mar Nero. Ad Atene seguì gli insegnamenti di Antistene, il fondatore della filosofia cinica, che predicava il rigore, l'austerità, il disprezzo delle consuetudini e delle comodità; nonostante la reticenza del filosofo ad assumere discepoli Diogene riuscì a diventare suo allievo. Dopo una lunga serie di richieste insistenti e altrettanti rifiuti, Antistene esasperato provò a scacciare col bastone Diogene, che gli disse che non esisteva legno abbastanza duro da farlo rinunciare al compito di apprendere da lui come era giusto che fosse.


Paesaggio con Diogene - Nicolas Poussin (particolare)

Diogene arrivò a mettere in pratica gli insegnamenti di Antistene fino al punto di diventare prima oggetto di stupore e bersaglio di scherno, e poi successivamente di rispetto e ammirazione da parte degli ateniesi. Mangiava e si vestiva con ciò che gli capitava, e dormiva ovunque gli capitasse di aver sonno, vale a dire per terra o al massimo sotto qualche colonnato se pioveva; celebre è la sua "residenza" in una botte, che in realtà era una piccola vasca prosciugata del templio di Cibele, o sotto il colonnato di Zeus, è inoltre citato come inventore del "mantello lungo" che serviva anche da coperta.

Visse nella ricerca della virtù e della saggezza pratica, conducendo una vita dura e modesta, abbandonò ogni ricchezza materiale e anche quasi tutti i suoi averi, girava con un sacco da mendicante, disprezzava l'ipocrisia dei maestri che predicavano bene e "razzolavano" male, sfotteva i letterati e il loro appassionarsi per le sofferenze di Ulisse o di Ercole ad esempio, quando trascuravano le proprie e quelle della quotidianità.
Fu antagonista di Aristotele che vedeva nei bambini solo uomini potenziali non realizzati, Diogene diceva che invece era bene prendere esempio da essi poiché innocenti e non ancora corrotti dalle consuetudini sociali, o addirittura imparare dagli dagli animali e dai vagabondi.
Quando vide un bambino bere dall'incavo delle mani gettò via la sua unica ciotola dicendo che aveva ricevuto una lezione di vita, e si dice che fece lo stesso con la scodella vedendo mangiare su un pezzo di pane, e addirittura che come i cani raccogliesse gli avanzi da terra.

Aveva in gran stima la natura e in disprezzo le leggi, l'autorità e i tabù sessuali; al posto delle lunghe spiegazioni preferiva le poche parole e soprattutto l'esempio pratico, o talvolta il sarcasmo: dinanzi a Diodoro Crono che negava la realtà del movimento per esempio, se ne andò senza dire una parola.
La libertà di parola predicata dal cinismo, il rifiuto dell'autorità e la strenua coerenza di Diogene lo fecero inevitabilmente venire in contrasto con molti, il suo dire le cose chiaramente e senza giri di parole lo faceva, e lo fa considerare purtroppo ancor oggi da qualcuno, come esibizionista, arrogante e irrispettoso; sono sempre state poco tollerate certe critiche sociali e se uno non si mostra riverente ed ossequioso a volte gli danno anche del terrorista... :-p


Scuola di Atene - Raffaello (particolare)

Va anche detto che i successivi "discepoli" del cinismo a quanto pare sono stati pessimi esempi anche come coerenza oltre che per moralità, e che oggi la parola "cinico" ha assunto connotati diversi e per certi versi ingiustamente negativi.
In realtà Diogene aspirava all'allegria e alla pace mentale e diceva chiaramente che senza di esse nemmeno Ciro con tutte le sue ricchezze della Persia poteva essere felice.

Come Giulio Cesare Diogene fu rapito dai pirati e quando gli chiesero quale fosse il suo mestiere rispose che quello che sapeva fare meglio era comandare. Venne poi rivenduto a Creta come schiavo e acquistato da Xeniade di Corinto, la leggenda narra che notando tra la gente quello che che era più riccamente vestito Diogene intimò al mecante di schiavi di venderlo a quell'uomo pur non sapendo chi fosse, perchè questo ricco uomo aveva bisogno di un padrone, e che andò a finire proprio così. Tornato a Corinto col suo nouvo "padrone" divenne precettore dei suoi figli e suo amministratore, successivamente fù liberato. Non si sa per certezza se fosse nato un legame con l'ex padrone che asseriva che "un demone buono era venuto a vivere in casa sua", o con i figli, o con qualcun'altro o con la città di Corinto stessa, può anche darsi che la "cinicità" di Diogene lo rendesse indifferente anche al posto dove si trovava, fatto stà che rimase a Corinto fino alla sua morte, che avvenne nel 323 a.C.


Alessandro andò da Diogene - Nicolas Andre Monsiau

A parte alcuni famosissimi episodi della sua vita non ci sono giunte sue opere certe, già in epoca romana molti dubitavano dell'attribuzione a Diogene di certi scritti, a differenza di molti altri filosofi greci non fondò alcuna scuola né si preoccupò di formulare un sistema filosofico.

Alcuni detti celebri che gli sono attribuiti:
"Sono cittadino del mondo intero"
"Tutto appartiene agli dei; i sapienti sono amici degli dei; i beni degli amici sono comuni. Perciò i sapienti posseggono ogni cosa"
"Cosa è un filosofo che non danneggia i sentimenti di qualcuno?"
"A quale età un uomo deve prendere moglie? Quando è giovane è troppo presto, da vecchio troppo tardi"
"I saggi condottieri generalmente hanno saggi consiglieri, perché se qualcuno è capace di distinguere un saggio dev'essere saggio egli stesso"

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Ho cercato di ricostruire due quadretti di quelli che probabilmente sono gli episodi piu famosi di Diogene.
Si narra che Diogene girava in pieno giorno per le strade di Atene con una lucerna accesa in mano, a chi gli chiedeva cosa stesse facendo egli rispondeva "sto cercando un'uomo onesto".




Diogene cerca l'uomo

L'altro episodio celebre riguarda l'incontro con Alessandro Magno, che recatosi dal saggio filosofo per rendergli omaggio e chiedere cosa potesse fare per lui, ottenne una risposta a dir poco sprezzante da Diogene, che restando comodamente sdraiato fuori dalla sua "botte" gli rispose di togliersi di mezzo perché gli parava la luce del sole. La tradizione vuole anche che andandosene sconcertato Alessandro abbia commentato: "Se non fossi Alessandro Magno, vorrei essere Diogene", e che per ripicca inviò un vassoio di ossa al "cinico" come a voler fare un regalo a un cane. Senza perdere l'atteggiamento sprezzante Diogene accettò il dono e mandò a dire ad Alessandro che quel cibo era sì degno di un cane, ma il dono indegno di un re.
Poi un curioso destino accomunò di nuovo i due personaggi storici, Diogene ormai quasi novantenne e Alessandro nemmeno trentatré anni compiuti, morirono entrambi il 13 giugno del 323 a.C.






Diogene e Alessandro

Per Diogene in entrambi i casi ho usato lo stesso rematore Orion: ne ho trovato uno con la testa e la veste particolarmente adatte. Molti artisti si sono ispirati alla figura di Diogene nel corso della storia, le immagini e le statue ritraggono un vecchio parzialmente calvo con la barba lunga.


Diogene

Ho cambiato opportunamente la posa seduta del soldatino modificandone due copie in resina, ne ho fatto uno stravaccato e uno in piedi, ho poi allungato la barba e aggiunto i capelli, poi mancava solo il bastone e la lucerna a quello in piedi.
Al posto della fiammella della lucerna ho messo una micro lampadina, i fili li ho incorporati all'interno del soldatino al momento della stampa e la pila è sotto la base.


Diogene prima versione


Particolare della lampada

Non potevano mancare i cani che accompagnano il "cinico" ho quindi modificato in varie pose il cane che avevo realizzato per il set del Phersu etrusco.

Alessandro ha il busto di un cavaliere romano repubblicano Zvezda, le gambe sono di un legionario delle truppe d'assedio Orion e la testa dell'imperatore seduto del set gladiatori sempre della Orion, basandomi sulle varie icone di Alessandro ho opportunamente allungato i capelli; il mantello infine è dell'ufficiale dell'artiglieria romana imperiale LW.
I due passanti stupiti al passaggio di Diogene con la lampada sono greci Atlantic.
I diorama sono realizzati con tecniche miste, in stucco, legno, resina, plastica e cartoncino.