Skip to content
You are here:Home arrow Articoli arrow Eserciti/Uniformi arrow I Bersaglieri dalle origini alla II^ Guerra di Indipendenza


I Bersaglieri dalle origini alla II^ Guerra di Indipendenza
(2 voti)
Scritto da - Webmaster   

 

Sin dalla nascita del corpo nel 1836, l'uniforme, l'equipaggiamento e l'armamento dei bersaglieri dovevano rispecchiare nell'intento dell'allora capitano dei granatieri Alessandro Ferrero della Marmora, "il papà" di tutti i bersaglieri, le particolari caratteristiche di impiego tattico della nuova specialità; fu egli stesso, infatti, ad ideare con l'aiuto del fratello Alfonso le caratteristiche di alcuni particolari dell'abbigliamento e -soprattutto- della prima carabina in dotazione.

Il corpo, nato con Regio Decreto del 18 Giugno 1836 come unica compagnia di un centinaio di uomini o poco più, vide aumentare progressivamente i suoi ranghi con l'apporto di nuove compagnie nel 1837, nel 1840 e nel '43, fino alla organizzazione di un battaglione su 4 compagnie; nell'imminenza della guerra fu disposta la creazione di altri due battaglioni, ma fu effettivamente possibile organizzare solo un secondo battaglione su 3 compagnie, con un organico che -grazie all'apporto dei volontari- raggiunse l'effettivo di 23 ufficiali e 784 uomini per ciascun battaglione.
Nei fatti il corpo operò con le singole compagnie aggregate alle varie divisioni.
I bersaglieri ebbero subito modo di distinguersi in occasione del "battesimo del fuoco" quando l'8 Marzo del '48 la 1^ compagnia del 2° battaglione, nonostante il ferimento sul campo di La Marmora (nel frattempo divenuto colonnello), riuscì a sloggiare gli austriaci da Goito dopo aver conquistato il ponte sul Mincio parzialmente demolito dal nemico, guadagnandosi così la prima delle medaglie d'oro del Risorgimento.
Nel Dicembre del '48 l'organico venne portato a 5 battaglioni su quattro compagnie, ciascuna di 123 bersaglieri e 21 tra ufficiali e sott'ufficiali, più lo Stato Maggiore ed una compagnia di deposito.

La campagna del '49 vide aumentato l'organico del corpo ad 8 battaglioni, ma solo il 6° aggregato alla 5^ Divisione, prese parte ai combattimenti agli ordini del Maggiore Luciano Manara.

Nel 1852 si arrivò a 10 battaglioni che in occasione della campagna del '59 furono così sud-divisi tra le varie brigate:

  • 1° Br. Aosta
  • 2° Br. Pinerolo
  • 3° Br. Granatieri di Sardegna
  • 4° Br. Savoia
  • 5° Br. Acqui
  • 6° Br. Savona
  • 7° Br. La Regina
  • 8° Br. Casale
  • 9° Br. Piemonte
  • 10° Br. Cuneo

A seguito dei successi conseguiti vi fu una grande affluenza di volontari che andarono ad ingrossare le fila del corpo che arrivò a contare nel 1860 ben 27 battaglioni, fino alla nascita dei primi reggimenti nel 1861.

 


Bersagliere con giubba 1859 e Ufficiale con tunica 1848

 

Uniforme
L'uniforme dei bersaglieri -come dicevamo- nacque con l'intento di assecondare l'impiego della nuova specialità e fu da subito efficace, al punto che rimase pressoché invariata fino al 1850, ed anche successivamente le modifiche furono di piccola entità.
Il capo principale per truppa e sottufficiali era l'abito-giubba a doppio petto, di panno turchino scuro, chiuso da doppia fila di 9 bottoni con inciso il numero del battaglione con ampie falde al ginocchio, spalline all'inglese di lana verde, controspalline filettate in cremisi, colletto alto abbottonato e paramani a punta cremisi.
I pantaloni erano dello stesso colore, con filettatura cremisi. Le scarpe erano protette da corte uose nere.
Inconfondibile il cappello di feltro nero a larghe tese ricoperte di incerata, per proteggere il capo dal sole e dalle intemperie, portato inclinato verso destra, ornato da un pennacchio costituito da penne di cappone. L'uso di un pennacchio di piume o penne era tipico di diverse formazioni di cacciatori dell'epoca rappresentando un sistema di mimetizzazione ante litteram.
Il modello iniziale aveva la cupola più alta per ospitare un rinforzo metallico con funzioni protettive. Il fregio in metallo dorato derivava da quello dei cacciatori ed era costituito da una tromba su due fucili incrociati su una coccarda blu; fu sostituito nel '49 da quello tutt'ora in uso raffigurante una granata fiammeggiante al centro di una cornetta sovrapposta alle due carabine incrociate su coccarda tricolore. Sul tondo della granata era inciso il numero della compagnia e successiva-mente quello del reggimento. Inizialmente non era inusuale vedere cappello, fregio e coccarda di diverse epoche variamente assortiti, secondo le disponibilità.
Sotto il cappello si poteva indossare un berretto di maglia grigio-azzurro, successivamente alla campagna di Crimea sostituito dal tipico fez rosso con fiocco azzurro tutt'ora in dotazione.
Un cordone verde sospeso al collo, ornato da nappe e racchette pendenti dal secondo bottone di sinistra, reggeva la fiaschetta di rame della polvere da sparo portata sul fianco destro, o la tromba; tale accessorio rimase in dotazione come ornamento dell'alta uniforme anche quando l'adozione delle cartucce complete rese superflua la fiaschetta.
Il fianco era cinto da un semplice cinturino in cuoio nero, chiuso da una fibbia con piastra in metallo dorato, da cui pendeva la sciabola-baionetta con impugnatura in metallo dorato e lama a doppio taglio di 47 cm, custodita in un fodero di cuoio nero con puntale in ottone.
La dotazione comprendeva anche un lungo e ampio cappotto ed una mantellina.
Lo zaino in pelle con bretelle nere disponeva sul lato destro di una cassettina con le pallottole che poteva essere aperta con un semplice meccanismo consentendo di caricare l'arma con rapidità anche indossando lo zaino. Nello zaino erano ospitati un gamellino per cuocere le vivande e viveri sufficienti a garantire una autonomia individuale di tre giorni. Arrotolato sullo zaino vi era un sacco di tela per ripararsi dalle intemperie o da usare come giaciglio dopo averlo riempito di paglia.

Nel 1850 il cappotto fu accorciato fino a divenire una tunica e l'abito-giubba fu sostituito da una corta tunica chiusa da una sola fila di bottoni, con colletto rovesciato ornato da una mostra cremisi, paramani a punta turchini filettati in cremisi e chiusi da tre bottoncini; le spalline divennero più piccole, di colore turchino filettato in cremisi, e vennero abolite le controspalline. Il vecchio abito rimase in dotazione ai furieri ed ai sergenti, e per l'alta uniforme di tutti i gradi.
Vennero forniti dei pantaloni in tela bianca del tutto simili a quelli della fanteria di linea, che potevano essere infilate nelle nuove ghette in panno turchino a righe bianche; successivamente queste furono sostituite con un modello in cuoio simile a quello per la fanteria. Ebbero in dotazione borraccia e tascapane uguali alla fanteria di linea.

I trombettieri non avevano distintivi particolari, se non la tromba appesa al cordone verde e -fino al 1856- la carabina in formato ridotto (vedi oltre). A partire dal 1859 i trombettieri di ciascun battaglione furono radunati a formare le prime fanfare, armate di sola sciabola da sottufficiali mod. 1850 e affidate ad un sergente trombettiere vestito con la tunica da sottufficiale.

Gli ufficiali avevano una tenuta uguale alla truppa -che rimase tale anche dopo il 1850- con bottoni dorati e paramani a punta cremisi, e la tipica sciarpa azzurra inizialmente avvolta alla vita e poi, dal '48, ad armacollo; inizialmente indossavano una feluca ornata da piume di struzzo verdi, ma già dal '38 il copricapo fu uniformato a quello della truppa per rendere gli ufficiali meno identi-ficabili dal nemico. Avevano in dotazione anche guanti in pelle nera.
Nel 1856 furono adottate le spalline dorate con distintivi di grado analoghi agli ufficiali di fanteria.

Armamento di truppa e ufficiali
Nel 1839 il primo fucile in dotazione, lo "schioppo" ideato dai fratelli La Marmora, fu sostituito sperimentalmente con una carabina rigata a percussione (sistema Delvigne), lunga poco più di 110cm e pesante 4,2 kg, in grado di tirare con precisione sino a 650 m grazie ad un cursore con tacche graduate e con un meccanismo che consentiva un innesco automatico sufficiente per 37 tiri. Il calcio, concavo per consentire un miglior appoggio alla spalla, era rinforzato da due becchi in metallo: il becco anteriore, lungo circa 7 cm, poteva essere adoperato come sperone per facilitare le arrampicate ma la sua utilità non era da sottovalutare negli scontri corpo a corpo.
Nel calcio trovava posto un succhiello da avvitare agli alberi per appoggiarvi il fucile nei tiri a lunga distanza.
I sergenti e i trombettieri ne avevano una versione più maneggevole, di circa 98 cm per poco meno di 4 kg di peso.
Tale arma, con lievi modifiche, fu ufficialmente adottata 5 anni dopo, come carabina mod. 1844, e rimase in uso fino al '49 quando fu introdotto un fucile (nelle due versioni lunga e corta) simile a quello per fanteria.
Nel 1856 fu distribuita una nuova carabina da 126 cm che adoperava nuove pallottole cilindrico-ogivali, il che comportò la scomparsa della fiaschetta per la polvere e l'adozione di una giberna agganciata al cinturino. La baionetta rimase quella del 1836, tranne per i sottufficiali che nel 1850 ebbero in dotazione un modello più lungo, con una particolare impugnatura a spirale.
Gli ufficiali erano armati di una spada simile a quella di fanteria, con fodero in ferro lucido, fino al 1850, quando si preferì una nuova sciabola con guardia fornita di 5 else e impugnatura terminante con una testa di leone in ottone dorato; nel 1856 fu adottata la lama ricurva.

Questo è un sunto dell'articolo apparso su Milites n.6/2004 - Illustrazioni dell'autore